A Reggio Calabria votavano anche i morti e gli infermi: tutti i nomi dei 35 indagati

Votavano anche gli ultraottantenni ricoverati e i morti in un seggio elettorale del quartiere Archi di Reggio Calabria. Non si trattava di miracoli, ma di brogli su cui hanno indagato la Digos e la procura della città calabrese arrivando nella giornata di ieri alla fatidica “chiusura indagini”. Un “complesso meccanismo – dicono gli inquirenti – volto a condizionare l’espressione del voto popolare” a favore di Antonino Castorina, detto anche Nino l’imbroglione, consigliere comunale del Pd di Reggio Calabria, capogruppo del suo partito nella passata consiliatura, che era stato cacciato dal Consiglio ma che con una faccia tosta che non ha confini, da qualche giorno è rientrato nell’assise lanciando addirittura parole di sfida verso chi lo giudica per quello che è, un imbroglione appunto.

Già indagato nell’ambito di un’altra indagine su presunte manovre finalizzate all’assunzione di personale nell’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti in città, Castorina era finito agli arresti domiciliari a dicembre del 2020 con il presidente del seggio incriminato, Carmelo Giustra.

I fatti si riferiscono alle elezioni del 22-23 settembre 2020 che hanno visto affermarsi al ballottaggio il sindaco uscente, Giuseppe Falcomatà, candidato del centrosinistra, su Antonino Minicuci, sostenuto dal centrodestra. Il sistema si basava sull’utilizzo di tessere elettorali duplicate. Castorina e Giustra devono rispondere in concorso “per plurime fattispecie di falsità in atto pubblico e reati elettorali”.

Partendo dai controlli di routine svolti nelle sezioni, gli agenti hanno ricostruito il mosaico. Il consigliere comunale, ora sospeso dalla prefettura, avrebbe fatto “incetta di un considerevole numero di duplicati di tessere elettorali di soggetti particolarmente anziani, generalmente ultraottantenni, e alcuni addirittura deceduti, che venivano utilizzati all’interno di alcuni seggi in cui operavano operatori compiacenti, nominati illegittimamente da Castorina senza che questi ne avesse il potere”.

All’interno del seggio veniva attestata la presenza dell’elettore a cui era intestato il duplicato della tessera e qualcuno si sostituiva a lui nell’esprimere il voto. Venivano inseriti nei registri dei votanti numeri di documenti identificativi falsi di elettori ignari.

Castorina, insomma, avrebbe richiesto il duplicato della tessera elettorale di persone che non lo avevano a ciò delegato, non erano a conoscenza della circostanza e, soprattutto, non si erano recati a votare, contrariamente a quanto attestato nei relativi registri. Quattro di questi elettori erano addirittura deceduti.​

I nomi degli indagati

L’avviso di conclusione indagini è stato notificato a Castorina Antonino, Delfino Demetrio, Covani Antonio, Laganà Francesco, D’Ascola Simone, Minniti Serena Carmela, Morelli Fortunato Antonio, Barbuto Luciano, Barillà Federica, Suraci Giovanni Pasquale, Suraci Daniele, Merlin Orazio Claudio, Vittoriano Maria Elisabetta, Pellegrino Antonino, Barbaro Andrea, Tropeano Domenico, Catalano Domenico, Cogliandro Chiara, Oppedisano Dando, Ripepi Giuseppa, Arcati Alessandro, Latella Carmela, Barillà Stefano, Riti Caterina Anna Consolata, Gallo Anna Elisabetta, Facciollo Giuseppina, Milea Lucia Maria, Ripepi Francesca, Adamczyk Anna Teresa, Tramontana Vincenza, Pizzimenti Rosalia, Gattuso Paola, Romeo Stefania, Romeo Davide Antonio, Iacob Mariana.