Edilizia sociale, uno scandalo da centinaia di milioni firmato compà Pinuzzu&Palla Palla

(foto corriere della sila)

RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI

Carlo Guccione ha presentato un dossier alla Corte dei conti e alle procure interessate sulle inadempienze, i ritardi e le inefficienze del settore Politiche della casa, addebitabili al Dipartimento ai Lavori Pubblici della Regione Calabria e di conseguenza alla giunta regionale. 

A fronte di sedici (16!!!) programmi in itinere per il settore delle Politiche della casa, edilizia sociale se vogliamo semplificare, la Regione non ne ha avviato neanche uno e risulta malinconicamente in fondo alla classifica nazionale per gli interventi attuati.

Guccione mira dritto al cuore del problema e come farebbe chiunque volesse arrivare davvero a scoprire i responsabili, segue il flusso dei soldi. E di soldi per il settore delle Politiche della casa o, per semplificare, dell’edilizia sociale ne sono girati parecchi.

Un giochino da 175 milioni di euro. Solo per il famigerato bando annullato e poi riproposto.

La procura di Catanzaro (non Gratteri ma il pm Guarascio) ipotizza che compa’ Pinuzzo Gentile abbia stilato un patto milionario con un bene individuato gruppo di palazzinari cosentini e ha chiesto un processo, sul quale, come da consolidato copione, è calata la scure della prescrizione. 

Ma per fare capire a chi ci legge di cosa parliamo, riproponiamo una serie di domande, alle quali ormai da anni non c’è risposta.

La procura di Catanzaro ha indagato, individuato dei responsabili precisi, a partire dall’ex assessore regionale ai Lavori pubblici Pino Gentile (compa’ Pinuzzo) e chiesto ed ottenuto un processo, che però come da scontato copione è andato in prescrizione. Erano imputati oltre a Pino Gentile, il superdirigente Domenico Pallaria, l’ex dirigente regionale Antonio Capristo e il dirigente dell’Avvocatura Regionale Filippo Arilotta. Per i rappresentanti legali di una serie di cooperative e imprese di costruzione la magistratura aveva già previsto il non luogo a procedere ma è chiaro che per loro ha lavorato soprattutto Gentile.

Nel dettaglio: William Grimoli (cooperativa Casabella), Giovanni Pianini (cognato dell’ex direttore generale dell’Asp Gianfranco Scarpelli, nella sua qualità di titolare dell’impresa di costruzioni Arteg), Fiore Cava (impresa Cava), Antonio Tallarico (impresa Simea, quella che ha costruito e sta costruendo i grattacieli a via degli Stadi), Santo Fuoco (cooperativa Valentina) e Bina Sprovieri (cooperativa Il Parco).

Erano accusati di abuso d’ufficio e falsità ideologica. Tutto ruotava proprio intorno all’annullamento del primo bando sull’edilizia sociale, varato dalla Giunta Loiero. Quando si insediò Gentile, procedette, in maniera rocambolesca, prima a sospenderlo e poi ad annullarlo. Secondo l’accusa, Gentile avrebbe favorito una serie di cooperative e imprese di costruzioni a lui vicine. Quelle che abbiamo appena elencato. Insomma, un patto milionario tra compa’ Pinuzzo e tutti questi “signori”. 

Segue un elenco di possibili violazioni di legge praticamente già riscontrate per le quali Guccione definisce “fondamentale” l’attività dell’ufficio preposto.

  • attività di ricognizione sempre aggiornata sullo stato di avanzamento degli interventi avviati
  • attività di ricognizione sempre aggiornata sullo stato delle polizze fideiussorie stipulate a favore della Regione
  • VERIFICA DISPONIBILITA’ FONDI DI BILANCIO A DESTINAZIONE VINCOLATA PREVISTI DALLA LEGGE REGIONALE DI RIFERIMENTO

L’ultimo punto è scritto in maiuscolo perché è la cartina di tornasole del traffico di finanziamenti che potrebbe essersi verificato. E Guccione non a caso, sottoscrive una gravissima denuncia. Secondo la quale i soldi si sono “volatilizzati”. Da qualche anno ormai abbiamo appreso che 21 milioni sono stati dirottati ad Occhiuto per la costruzione del ponte di Calatrava e probabilmente messi sul conto per dare il via libera alla metro leggera e prossimamente al nuovo ospedale. Tanto – come sapete bene – giocano tutti per la stessa squadra. Anche Guccione, che con la mano sinistra denuncia e con la mano destra mangia, specie a Rossano, altra zona notoriamente “franca”.

“… Sul capitolo di bilancio – scrive Guccione nel suo dossier – risultano solo in parte accantonate le somme assegnate al programma edilizio con conseguente forte rallentamento delle fasi di liquidazione ai soggetti finanziati. Ogni anno il settore Casa dovrebbe relazionare sullo stato di attuazione del programma e comunicare la previsione di spesa per l’anno successivo, ma non mi risulta sia stato fatto negli ultimi anni”.

ALBERGHI SOCIALI

Si passa poi al programma pilota e sperimentale destinato alla locazione permanente. Si tratta dei cosiddetti “alberghi sociali”, un bando sdoganato sempre da Pino Gentile proprio qualche giorno prima delle elezioni regionali del 2014.

Totale della “pappatoia” 58 milioni e stendiamo un velo pietoso sulle motivazioni ufficiali addotte per far passare questo “sistema alternativo di edilizia sociale orientato al mercato”. Uno stratagemma per dare soldi sempre allo stesso cerchio magico.

Pino Gentile, prevedendo anche la scadenza elettorale, lo ha trasformato in una splendida occasione per far “girare” ancora un po’ di soldi freschi alle solite aziende amiche già beneficiarie per l’edilizia sociale. Per il resto, c’era da trovare un presidente di commissione e altri due membri credibili. La persona giusta per interpretare il ruolo di responsabile del procedimento si è rivelata Marisa Giannone, dirigente del Servizio n. 1 dell’Unità Operativa Politiche della Casa, che ha predisposto il suo bravo avviso pubblico coinvolgendo nella commissione Giovanna Lettieri e Giovanni Ioele.

Domenico Maria Pallaria

Il direttore generale Domenico Pallaria invece ci ha messo la firma. E i giochi sono fatti. Teoricamente, dunque, le maggiori responsabilità per la vicenda andrebbero proprio a lui, che però non solo è ancora saldamente al suo posto ma fa parte degli “intoccabili”.

La lettura della graduatoria è il solito, facilissimo esercizio di nomi riconducibili dai palazzinari ai padrini politici.

La capofila è la Simea Srl, cioè l’azienda del costruttore cosentino Antonio Tallarico, quello dei grattacieli di via degli Stadi. Dodici milioni per l’intervento richiesto.

Al terzo posto, da Rossano con furore, la Ares edilizia Srl, il cui amministratore unico risulta essere Diego Lapietra, rampollo del più famoso costruttore dello Jonio cosentino. Don Pasquale Lapietra detto “Mollettun” e la sua famiglia fanno il pieno da un po’.

Stavolta la Lapietra, travestita da Ares, con il rampollo Diego al ponte di comando, è entrata con largo anticipo. Così siamo tutti sicuri: 4 milioni e non se ne parla più.

E poi la Cooperativa Nova Casa, 3 milioni di euro assegnati.

Segnaliamo anche: Mav Casa (2milioni 933mila euro); Costruzioni San Francesco (2milioni 616mila euro); Intesa Costruzioni (2milioni 300mila euro); Edilfor (2milioni 900mila euro); Cofer (2milioni 863mila euro); Gatto Costruzioni (3milioni 570mila euro); Kruseon (2milioni 500mila euro); Berna Costruzioni (5milioni 773mila euro); La Mima (1milione 600mila euro); Abitcoop Calabria (5milioni 524mila euro); Perri Santo (3milioni 400mila euro); Nigro costruzioni (2milioni).

E ci fermiamo qui per carità di patria.

Qualcuno si aspettava che la Regione guidata da Mario Oliverio in carica fino alle elezioni 2020 facesse qualcosa per fermare questo disastro ma niente. Il presidente, così come avrebbe dovuto fare per il bando sull’edilizia sociale, avrebbe dovuto decidere di revocare il bando con la formula dell’autotutela, tanto più che non risultano programmi già finanziati. Ma nulla si è visto o sentito. Né da Palla Palla né dai suoi successori.

A parte la nomina di Pino Gentile a vicepresidente del Consiglio regionale.

Il Tar ha quindi bocciato il bando, dando ragione a una ditta esclusa dalla spartizione di una torta che vale, per il momento, 58 milioni di euro e imponendo alla Regione di annullare tutti gli atti. La burocrazia, però, ha fatto orecchie da mercante: il progetto della società ricorrente non è mai stato riesaminato, mentre in molti ipotizzano che i soldi siano stati in parte erogati soltanto ad alcune delle ditte vincitrici. 

Carlo Guccione, nel suo dossier, scrive testualmente: “La fase istruttoria che deve determinare l’avvio del programma attraverso l’erogazione dei finanziamenti concessi segna notevoli e immotivati ritardi: i soggetti attuatori hanno inoltrato i progetti esecutivi corredati da permesso di costruire e inizio dei lavori ma per la maggior parte di essi ci sono stati forti ritardi alla liquidazione delle somme dovute… Da evidenziare che questo programma pilota prevede la realizzazione di alloggi in locazione permanente, gestiti per un periodo da 25 a 75 anni dai soggetti attuatori e poi ceduti alla Regione Calabria…”.

CONTRATTI DI QUARTIERE, FONDI EX GESCAL E BUONI CASA

cdqIl quadro si completa con i contratti di quartiere, i fondi ex Gescal e i Buoni casa.

Tanti i contratti di quartiere promessi, sospesi e mai più avviati tra i quali quello di San Vito Alto a Cosenza per un importo complessivo di 10 milioni di euro, del quale ormai si sono perse definitivamente le tracce.

Passando ai fondi cosiddetti ex Gescal, Guccione rileva che “… alla data del 15 ottobre 2014 il saldo per residue competenze e il saldo di cassa risultante sul conto corrente 20128/1208 risulta essere di 126 milioni 207 mila 643 euro a favore della Regione Calabria” indicandone anche la fonte. Ovvero: Cassa Depositi e Prestiti.

In particolare, una nota firmata dal responsabile della Cassa Depositi e Prestiti Alessandro Zingaretti al Dipartimento Infrastrutture e Lavori Pubblici (ing. Domenico Pallaria), al Dipartimento Urbanistica e Governo del territorio e al Dipartimento Economia della Regione Calabria.

Guccione spiega che “i fondi ad oggi sono giacenti tuttora sul conto corrente (almeno non li hanno, per ora, rubati…, ndr) e sono stati spesi solo in minima parte”. Ma oggi sappiamo che sono serviti per “accitare” Occhiuto… 

Quanto ai contributi Buoni casa “non risulta ad oggi una situazione chiara sui fondi. Urge pertanto una ricognizione delle somme per valutare eventuali somme residue ormai bloccate da troppo tempo che potrebbero essere riprogrammate”.

Ricapitolando: 175 milioni per il bando dell’edilizia sociale, 58 milioni per gli alberghi sociali, 10 milioni per il contratto di quartiere e 126 milioni per i fondi ex Gescal. Ma abbiamo ricordato solo le poste di bilancio più “appariscenti”. 

Possibile che nessuno abbia niente da dire?

5 – (fine)