Scandalo Eni, veleni a Bisignano: tutte le magagne dell’ex sindaco condannato per concussione

Umile Bisignano

CARAVAN  PETROL

A seguito della diffusione di un comunicato stampa da parte dell’amministrazione comunale di Bisignano sulla vicenda Consuleco è necessario approfondire l’argomento informando l’opinione pubblica sui fatti accaduti a questa amministrazione in carica.

L’amministrazione, guidata in questo frangente da Damiano Grispo (di professione medico di base) nella qualità di vicesindaco facente funzioni con deleghe all’ambiente, sanità, pubblica istruzione, cultura, partecipazione ed affari religiosi, dichiara di apprendere dai mass media della vicenda Eni/Consuleco riguardante un presunto traffico illecito di rifiuti della lavorazione degli idrocarburi.

Dichiara inoltre che la vicenda è stata oggetto di strumentalizzazioni politiche operate dalle opposizioni ad oggi latitanti.

Nel contempo chiede una presa di posizione all’opposizione stessa ed ai capigruppo consiliari, non dimenticando i lavoratori Consuleco al fine di tutelare la salute ed il territorio cratense.

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Informa altresì che già da tempo ha dato mandato all’ avvocato Giuseppe Magarò del foro di Cosenza di fare tutte le verifiche del caso, assumendosi le eventuali responsabilità avendo informato tutti gli organi preposti a vigilare sul caso.

Ma lui non è il sindaco.

Infatti nelle ultime elezioni comunali il sindaco eletto fu Umile Bisignano (di professione ferroviere) il quale venne sospeso ai sensi della legge Severino, dal consiglio di Stato, dal suo incarico a seguito di una condanna penale a tre anni e sei mesi di reclusione per concussione e violenza privata ai danni di un imprenditore del posto.

Sentenza che tra l’altro gli impedisce di ricandidarsi alla carica di sindaco.

Sapete che cos’è la concussione?

La concussione è il reato che un pubblico ufficiale, abusando delle sue funzioni, commette costringendo qualcuno a dare, o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, danaro o favori, ed è punibile da quattro a dodici anni di reclusione.

Nonostante la condanna e la sospensione, il signor Umile Bisignano influenza e cerca di condizionare l’attività politica ed amministrativa della città.

Si racconta di “pre-consigli comunali” che hanno luogo presso la sua abitazione, continuando a frequentare, nonostante il divieto, il palazzo comunale, ed addirittura partecipando al taglio del nastro del micronido comunale.

Nelle scorse settimane abbiamo scritto a lungo dell’influenza dell’onorevole Sandro Principe e delle sue sfuriate nei confronti di dirigenti comunali che non volevano piegarsi alle sue richieste minacciose pretendendo di esercitare un ruolo all’interno dell’amministrazione della città di Rende senza ricoprire carica alcuna. Evidentemente anche nel comune di Bisignano sta accadendo la stessa cosa.

Le dichiarazioni del facente funzioni, poi, contrastano con quello che dichiarava nel dicembre 2012 Umile Bisignano, il quale dichiarava di avere piena fiducia sull’operato della società Consuleco, gestrice degli impianti a sua detta all’avanguardia nelle tecnologie, e dichiarava anche di essere sicuro sul fronte inquinamento, supportato dai controlli dell’Arpacal.

I fatti dimostrano che il “modus operandi” di questo amministratore dedito alla concussione potrebbe aver avuto un ruolo importante in questa vicenda di rifiuti e corruzione.

Nel caso fosse il destinatario di un avviso di garanzia per disastro ambientale come da giorni si mormora in paese, trascinerebbe con sé l’intera amministrazione comunale, ed in primis il vicesindaco facente funzioni, che svolge tra l’altro l’attività professionale di medico condotto, e che certamente prima d’iniziare la professione ha prestato il “giuramento d’Ippocrate”, detentore di deleghe importanti come ambiente e sanità.

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Infine occorre ricordare alla popolazione tutta un triste evento accaduto a fine febbraio 2016, il decesso a seguito di un male incurabile in giovane età del presidente del consiglio comunale Umile Maiuri, ultimo tra  i tanti che si stanno susseguendo lasciando un vuoto incolmabile nelle famiglie e nell’intera comunità bisignanese.

C’è un nesso tra i decessi per neoplasie e leucemie in ascesa sul nostro terrirorio e l’attività di depurazione di Consuleco?

Ammesso che gli amministratori fossero coinvolti nei traffici illeciti non converrebbe pentirsi e riferire spontaneamente alla procura di Potenza?

E’ noto che chi collabora con la giustizia ha diritto a sconti di pena.

In coscienza, riflettete!