di Amedeo Pingitore
A proposito dei medici cubani per la Calabria. La sanità in Italia è tra l’abbandono sistematico e lento della sanità pubblica e le scelte che pendono tutte a favore del privato. A tal riguardo ci sono da fare alcune considerazioni e puntualizzazioni. Innanzitutto sappiamo che il cosiddetto Sistema Sanitario Nazionale è una mera definizione ipocrita, in quanto esso è programmato e organizzato a livello regionale, per cui abbiamo regioni i cui cittadini possono usufruire di un’ottima assistenza e altre regioni, come la Calabria, nella quale per tutelare la propria salute i residenti devono emigrare (in Calabria si usa dire che il miglior medico che abbiamo è il treno o l’aereo per chi se lo può permettere).
Secondo aspetto da non sottovalutare, che è la seconda ipocrisia: le cosiddette strutture private non sono affatto “private”, perché sono tutte “convenzionate” con il Servizio Sanitario Nazionale e cioè erogano i servizi sanitari a noi cittadini, ma a pagare è sempre la Regione che rimborsa la prestazione.
Da vero e convinto liberale non sono contrario all’impresa privata, ma essa per essere tale non deve avere alcun sostegno economico da parte dello Stato. Con la scusa che il privato sopperisce all’incapacità del pubblico di dare risposte il privato si arricchisce sempre di più con i soldi pubblici. L’incapacità di governare e programmare da parte dei nostri politici è sotto gli occhi di tutti: a cosa serve aumentare i posti di laurea in medicina se poi si crea un imbuto per le specializzazioni?
A un/a giovane medico dopo anni di sacrifici è negato il diritto di specializzarsi, ecco perché mancano gli specialisti. E poi, moltissimi di questi ultimi, dopo la Specializzazione sono cooptati da altri Paesi. Si pensi che lo scorso anno i tedeschi ne hanno portati via ben 400 (quattrocento) per i loro ospedali. In pratica, le famiglie e lo Stato italiano investono sui propri figli, con costi elevatissimi, e poi tutta la professionalità acquisita dai giovani medici la si regala agli altri Stati. Qui da noi, soprattutto in Calabria, nella sanità si pensa ad aumentare in numero gli amministrativi e i relativi stipendi anziché pensare di trattenere i nostri medici dando loro garanzie di meritocrazia, di luoghi decenti dove lavorare, possibilità di fruire delle ferie e non turni massacranti e, in ultimo, stipendi adeguati. Il Sistema Italia va rifatto integralmente partendo proprio dalla Sanità, ma la vedo durissima.