Per un posto al sole, o meglio per una poltrona ben pagata, c’è gente disposta a tutto. Anche a vendere la propria mamma se serve per raggiungere il “potere”. Figuriamoci la dignità, l’onore, e l’onestà (materiale e intellettuale), valori utilizzati come merce di scambio da molti Giuda della politica nostrana che si apprestano a partecipare all’imminente tornata elettorale. Le elezioni intese come una sorta di mercato delle vacche dove la politica funge da misero paravento, e l’unica cosa che realmente conta, chiacchiere a parte, è garantirsi una bella sistemazione, l’immunità, e la totale libertà di poter intrallazzare come più gli pare. A questo servono le elezioni in Italia: consolidare il potere delle solite paranze politiche e dei loro sodali. E la Calabria, a vedere la banda di puttanieri, bancarottieri, massomafiosi, servi di partito e corruttori che si è candidata, ben rappresenta questo insano sistema. Quello che conta per i ladri di stato camuffati da candidati è servire i potenti, e non certo servire il popolo. Questo è chiaro a tutti, anche a chi li vota.
Per fare un esempio concreto della scarsa dignità e qualità dei politici che dicono di essere al servizio del cittadino, vi raccontiamo la squallida vicenda del leghista Pietro Molinaro, primo dei non eletti alla scorsa tornata elettorale regionale che ha visto l’elezione della sua collega di partito Simona Loizzo. Dopo aver sottolineato tutto il ribrezzo che suscita il fatto che in Calabria ci sia gente disposta a votare Lega, quello che vogliamo mettere in evidenza, con questo esempio, è la falsità dei rapporti umani e politici tra gli appartenenti a questa formazione politica (che vale per tutti i partiti). E se uno è falso con i compagni di partito, figuriamoci con gli elettori. Bene, Molinaro, dopo aver appreso della sua mancata elezione in Consiglio Regionale, ha iniziato una vera è propria crociata contro l’elezione della sua collega di partito, Simona Loizzo. Oltre a fare ricorso (bocciato) contro l’elezione della sua collega di partito, accusandola di aver imbrogliato le “carte”, ha dato vita ad un vero e proprio chiacchiericcio sulla Loizzo, oggi candidata di punta della Lega alla Camera. Imbrogliona, incapace, raccomandata e via dicendo, così ne parlava Molinaro fino a ieri. Ne parlava perché da oggi Molinaro non ne parla più in questi termini, ha cambiato idea sulla Loizzo che apprezza e stima al punto tale da fare campagna elettorale per lei. E questo perché l’elezione alla camera della Loizzo libererebbe il posto in consiglio che tanto Pitruzzo desidera.
Molinaro sta mobilitando tutto il mobilitabile per la Loizzo, ha costretto tutti i suoi clienti a votarla, e a “purtarla” in ogni dove. Il passato non conta più quello che è stato, è stato, le maldicenze, le accuse reciproche sono solo uno sbiadito ricordo di un tempo che non c’è più. Oggi è tempo di amicizia e sorellanza, di piaciri e ‘mmasciate, odio e rancore non servono, fanno male agli affari (loschi). Bisogna cambiare faccia e ritornare a sorridere tutti insieme appassionatamente. Come se nulla fosse mai successo: denunce, calunnie, infamità e traggiri, vanno per il momento risposti in dispensa. Per un posto al sole si fa questo e altro. Se non è mercimonio della propria dignità questo, diteci voi cos’è. E la dignità in politica (intesa come servizio alla collettività) è la prima cosa.
Sarebbe bello se una volta eletta la Loizzo decidesse di restare in Consiglio Regionale… chissà cosa direbbe Pitruzzo: di sicuro riprenderebbe dalla dispensa denunce, calunnie, infamità e traggiri da scagliare di nuovo sulla Loizzo. In questa squallida politica da amico a nemico è davvero un istante… in tutto questo, dei problemi della gente non gliene può fregar de meno.