Calabria e Cuba. Più che medici dovremmo importare politici

Dilaga la polemica sulla decisione di Occhiuto di assumere 500 medici cubani (tra i migliori al mondo, da sempre Cuba “esporta” medici in tutto il mondo). Dice che lo ha fatto per salvare la sanità in Calabria, dato che i medici italiani si rifiutano di lavorare nella “terra della mafia” come scrive la stampa estera. Del resto, sottolinea Occhiuto, nessuno ha partecipato ai tanti concorsi banditi dalla Regione per l’assunzione di medici… “che avrei dovuto fare: chiudere gli ospedali”? E poi questa scelta di “importare” medici dall’estero, sottolinea Occhiuto, non mette a rischio nessun posto di lavoro per i medici italiani. Una giustificazione che non ha convinto i tanti addetti ai lavori che accusano Occhiuto non solo di incompetenza, ma soprattutto di aver usato “questa scelta” per soli fini politici e di immagine. Insomma solo fumo negli occhi dei calabresi in vista delle imminenti elezioni.

In questa polemica estiva manca però un pezzo di verità che in tanti fanno fatica a raccontare: la sanità in Calabria è da sempre usata da ‘ndrangheta, massomafiosi, corruttori, broker del voto, e ladri di ogni sorta, per fini che esulano dal dovere principale delle aziende ospedaliere: curare i malati. Per dirla con poche parole e per meglio rendere l’idea di come è messa la sanità in Calabria basta dire che nessuno, all’oggi, è riuscito a quantificare il “buco” prodotto dalla sanità in Calabria. C’è chi dice che siamo oltre i tre miliardi di euro di debiti. Una cifra, purtroppo, destinata a salire. Di contro la sanità privata da anni fattura alla “regione” cifre di gran lunga superiore ai debiti accumulati in decenni di criminale gestione della sanità pubblica.

È chiaro che in questo quadro i medici preferiscono lavorare per il privato, dove si guadagna di più e le rotture di palle sono di gran lunga inferiori a quelle che si riscontrano lavorando per il pubblico. Il paradosso è sempre lo stesso: chi ha distrutto la sanità pubblica in Calabria come Occhiuto chiudendo ben 18 ospedali (purtroppo gli italiani, e in questo caso i calabresi, hanno la memoria corta), oggi, senza un minimo di vergogna e dignità, propone la soluzione ai problemi da lui stesso creati. Una soluzione che come sempre è l’ennesimo specchietto per le allodole che tanto piace a certi calabresi. La sanità pubblica, nonostante la presenza dei medici cubani la cui professionalità e serietà è fuori discussione, al pari ovviamente dei nostri medici, resterà sempre una sanità da “terzo mondo”. Certi interessi consolidati negli intrallazzi legati alla sanità privata, valgono di più della salute dei calabresi. Non è la mancanza di medici il problema della sanità in Calabria, il problema è il sistema criminale e massomafioso che la governa. Prima lo diciamo chiaramente tutti, e prima risolviamo il problema.

Più che importare medici sarebbe più opportuno importare un po’ di politici da Cuba che qui in Calabria, qualitativamente parlando, siamo messi male, anzi malissimo. E se è possibile importare anche un po’ del loro mare da sostituire con il nostro.