La barzelletta più divertente degli ultimi anni l’ha raccontata Mario Oliverio, un anno e mezzo fa, quando dopo aver vinto le elezioni, disse che avrebbe riportato legalità alla Regione.
C’è però, il rischio che un’altra barzelletta la superi e cioè che il PD cosentino sia schierato contro le illegalità.
Un partito in mano a Pino Tursi Prato e Pierino Citrigno (dobbiamo ricordare i loro precedenti penali?) che compilano le liste, scelgono i candidati e, soprattutto, pensanu ari …fatti loru.
La prima dimostrazione arriva da un bando fatto su misura per consentire a Medina Tursi Prato, figlia del “leader”, a parenti del potente direttore generale Anastasi e ad altri amici degli amici di poter avere un altro contratto alla Regione.

Caro Palla Palla, questo è un bando cucito su misura miagliu i chiri vestiti ca tannu regalatu a Napoli (capisci a me…).
Si tratta della rimodulazione dei Piani di Coesione (Pac) nel settore turismo, deliberati il 24 febbraio scorso dalla Giunta. Il bando complessivo è di 61 milioni di euro ed è destinato ad azioni sul turismo, ma le caratteristiche per la selezione del personale sembrano essere tagliate apposta per consentire a Medina, a due nipoti del dirigente Anastasi e al sindaco di Lappano, Maurizio Biasi, di poter essere presenti.
E Medina, che tiene famiglia, ha già un contratto in essere a Fincalabra di trentamila euro.
In realtà, in contemporanea a questo contrattino, la Regione Calabria le aveva affidato un altro contratto all’assessorato al Turismo!
Ora, visto che l’incarico è scaduto, stanno facendo il nuovo bando per ricollocarla in Regione e scambiare il favore della sua candidatura al Comune di Cosenza. Che abbiamo anticipato qualche giorno fa.
I soldi li hanno già stanziati e cioè 1 milione 300 mila euro per un non meglio specificato “Osservatorio sul Turismo a supporto delle azioni di promozione per l’attrazione di flussi turistici”.
La selezione richiederà gli stessi criteri di prima, ovviamente con un’esperienza maggiore per questa geniale figlia d’arte.
Dietro l’operazione, il solito duo Nicola- Madame Fifì, con Palla Palla da regista.
Ora, oltre a tutto quanto c’è di poco etico in questa vicenda, una riflessione andrebbe fatta su quello che queste persone hanno portato in termini di crescita del turismo in Calabria: zero.
Zero di zero, ancora meglio. Serve, però, dare loro una sistemazione, alla faccia dei tanti senza lavoro curriculati che girano in Calabria.
Oltre a questo bando- sartoriale, il Pd conta su altri suoi fedeli sudditi per rimpolpare le liste.

Un candidato sarà dato dall’immarcescibile Lo Feudo, direttore delle Ferrovie della Calabria, non a caso ribattezzate “il feudo di Lo Feudo” stipendio da 150 mila euro annui e rimborsi spese da favola (circa 15 mila euro l’anno…).
Tra i sostenitori anche Flavio Cedolia, imputato in un processo a Cosenza e fratello di Massimiliano, accusato di essersi impossessato dei soldi di San Francesco al Santuario di Paola.
Ricapitoliamo per chi non avesse ben compreso le cose.

Le liste del Pd cosentino le prepareranno Pino Tursi Prato (condannato per mafia e corruzione, anche se è diventato una sorta di capro espiatorio per tutti) alla cui figlia stanno per regalare un secondo contratto di collaborazione sempre dalla Regione, e Piero Citrigno, condannato per usura nel processo Twister e sotto processo per bancarotta fraudolenta per le fantastiche scatole cinesi di Calabria Ora.
A proposito di quest’ultimo, l’avvocato Paolini ha dichiarato su un media locale che si trovava al decimo piano della Cittadella regionale di Germaneto insieme a Nicola Adamo. E proprio in quella sede gli hanno formulato una proposta indecente per scongiurare la divisione del centrosinistra. Così, giusto per prendere per i fondelli la credibilità della Regione.
Lo stesso Citrigno ha finanziato, con una delle sue cliniche, l’ultima campagna elettorale di Madame Fifì. Ed è chiaramente molto interessato alle prossime mosse di “politica sanitaria” dall’alto delle sue quattro cliniche e del dissequestro dei beni ottenuto da poco.
Capisci, Lucio Presta, che le tue parole su “legalità e codice penale“ fanno semplicemente ridere?