Dopo gli articoli “estivi” riguardanti la storiaccia sul presidente-parassita Robertino Occhiuto e di come si è impossessato e ha gestito in maniera truffaldina le Terme Luigiane proponendo cure “farlocche” e scontentando lavoratori e pazienti, ci sembra normale approfondire un aspetto che forse è sfuggito a tanti ma che rappresenta in maniera inequivocabile il modo che hanno questi nostri governanti di gestire la cosa pubblica.
Ci auguriamo che chi di dovere prenda spunto anche da quanto di seguito illustrato per approfondire le indagini attualmente in corso sulla vicenda. Rapidamente riassumiamo quanto avvenuto negli ultimi anni: le Terme Luigiane sono state gestite dalla Sateca, una società con quasi 500 soci che aveva come capofila la famiglia Ferrari, che su questa testata peraltro abbiamo sempre attaccato.
In 80 anni di gestione tuttavia, malgrado i favoritismi sfacciati e i guadagni altissimi a fronte di canoni ridicoli, va detto però che almeno non ci sono stati problemi “malavitosi” e il personale, bene o male, è stato tenuto in regola e rispettando totalmente contratti e normative nonostante tra gli amici della famiglia ci sia ancora oggi il pessimo avvocato Paolini.
Nel 2016 arriva la scadenza del contratto per la concessione dell’acqua termale e iniziano gli appetiti di politici locali e regionali. I massimi esponenti di questa malagestione pubblica sono stati a livello locale, senza ombra di dubbio, il sindaco di Acquappesa Francesco Tripicchio e quello di Guardia Piemontese Vincenzo Rocchetti, i quali hanno tentato prima di fare entrare nelle Terme a tutti i costi lavorando sottotraccia il noto bancarottiere Giorgio Ottavio Barbieri, quello di piazza Fera a Cosenza, poi ci hanno riprovato con l’usuraio cosentino don Pierino Citrigno, proprietario di un gruppo di cliniche e a seguire con esponenti di non ben identificate “società” del casertano… ma l’elenco dei “gentiluomini” che hanno tentato di coinvolgere i due sindaci sarebbe molto più lungo. E il personaggio che dietro le quinte (e neanche troppo dietro) ha tirato le fila di questo tentativo di “appropriazione indebita” è stato Fausto Orsomarso, per gli amici Orsomarcio, che ha fatto di tutto, assieme ai due sindaci, al suo caro amico Pietro Manna, all’avvocato Valerio Zicaro e ad alcuni altri suoi faccendieri, per impossessarsi delle terme con l’intenzione, così si dice, di farle avere ad un suo prestanome a stretto giro di boa (come fa con le sue varie attività cosentine intestate ad altri) ed a prezzo di saldo.
Il suo piano è stato bloccato prima di tutto da se stesso (in quanto il suo cervello lo porta a comportamenti quasi schizofrenici) e poi dall’arrivo di Robertino Occhiuto. Il parassita – che vorrebbe far credere a tutti di appartenere ad una famiglia di grandi imprenditori sfortunati perché le loro attività falliscono tutte con perdite milionarie e a loro non resta che l’ottimo stipendio da politici per “spridare” e usufruire dell’immunità – in un battibaleno con minacce e atteggiamenti paramafiosi si impossessa delle Terme Luigiane e le fa gestire dalle Terme Sibarite SpA, società controllata al 100% dalla Regione, quindi da lui stesso…
Finito il breve sunto arriviamo ai giorni nostri e sentite che cosa si inventa Robertino. Da bravo democristiano (nel senso peggiore del termine) lui non vuol fare torti a nessuno e soprattutto non vuol fare torti prima della tornata elettorale di settembre, però si trova in una situazione paradossale: la Regione, quindi lui… è proprietaria dell’acqua che ha dato in concessione ai Comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese e ora che lui è diventato proprietario delle Terme Luigiane tramite le Terme di Sibari necessita della sua stessa acqua.
Inoltre i due comuni non hanno assolutamente rispettato le norme previste per i concessionari e in quanto inadempienti la loro concessione deve essere annullata (provvedimento già pronto dai tempi di Spirlì e chiuso in un cassetto) e la preziosa acqua dovrebbe quindi rientrare immediatamente nella disponibilità della Regione. Ma fare un provvedimento di decadenza della concessione prima delle elezioni vuol dire esporre il fianco ad attacchi e ritorsioni da parte dei due sindaci e questo non può esser fatto e quindi quel geniaccio di Robertino trova una soluzione che accontenta tutti e soprattutto chi lo indagherà per truffa e danno erariale: i due Comuni pagano alla Regione circa 1.600 euro al mese per l’acqua termale e la stessa Regione riacquista da loro la stessa acqua per 15.000 euro al mese…. roba da premio Nobel per la truffa… operazione che al nostro paese si chiama “mazzetta elettorale” e speriamo che così la giudichi anche qualche magistrato serio.
A questo si aggiungono altri due aspetti estremamente importanti: il primo è che i due comuni, in particolar modo quello di Acquappesa sono noti per la finanza “allegra” con spese che rasentano il ridicolo e che lo hanno portato al dissesto; basti pensare che il capo della polizia municipale desideroso di un cane ha acquistato a spese del comune un “Cucciolo di due/tre mesi selezionato per attitudine al lavoro di rilevamento – drug/explosives detection ovvero droga e detenzione esplosivi – tipo pastore tedesco o pastore belga malinois” per quasi 2.000 euro e non contento ha speso pure altri 2.000 euro per spese di mantenimento, poi altri 570 di veterinario, e altri 800 per l’addestramento … tanto paghiamo noi.
Risultato: operazioni antidroga e antiesplosivi nessuna e lui a spasso con il cane e in posa con lui ai matrimoni… Ma quando mai la Polizia Municipale di un paese di 1.700 anime ha fatto operazioni antidroga e antiesplosivi? Forse il comandante, confuso come il suo sindaco, pensava di far parte della FBI!!!
Il secondo aspetto è che Robertino ha ben pensato che il regalo fatto ai due sindaci fosse insufficiente e quindi ha alzato ancora la posta e nonostante fosse diventato padrone di tutte le strutture e gli immobili ex Sateca e avesse spazi a non finire per organizzare l’accettazione sanitaria, decide di prendere in fitto dai comuni l’ex ufficio accettazione-amministrazione,
La cifra per il mercato immobiliare di Acquappesa è semplicemente folle e state pur certi che per questo canone mensile in zona potreste affittare tutto quello che vorreste, compreso il lungomare, la Chiesa, il Palazzo Comunale e anche la casa del sindaco incluso lo stesso primo cittadino a fare le pulizie e a cucinare.
Riassumendo: la Regione Calabria incassa per le acque di tutte le concessioni termali circa 3.875 euro di canoni mensilmente (compreso quello pagato dalle Terme Luigiane che corrisponde a circa 1.750 euro) e decide di ricomprare la sua stessa acqua venduta ai due comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese per le stesse Terme Luigiane pagandola ben 15.000 euro al mese. Capito a che livello siamo?
Questi signori della Regione Calabria, quindi, vendono mensilmente a 1.750 euro l’acqua termale ai due comuni e la ricomprano dagli stessi comuni pagandola 15.000 euro, cioè ben 8,5 volte in più. A questo si vanno ad aggiungere i 3.539 euro mensili per il fitto dell’immobile-rudere ex ufficio accettazione-amministrazione, per un totale di 18.539 euro al mese, un altro grande affare degli Occhiuto.
Crediamo che imprenditori che lavorano così non esistano sulla faccia della terra quindi se qualcuno ci spiega come può essere chiamata questa compravendita oltre che “mazzetta” a fini elettorali o a fini di vera e propria “tangente”, gliene saremo profondamente grati. A questo sfacelo economico da Procura e da Corte dei Conti si aggiungono le numerose lamentele di clienti e soprattutto del personale delle Terme Luigiane. A questo proposito si narra di una recente assemblea sindacale con urla e recriminazioni sul trattamento subito da molti lavoratori da quando le Terme sono gestite dal parassita. Qualcuno le ha ribattezzate infatti “Terme Parassite”…
Occhiù, ma quanti milioni ci costerà fra acquisto e malagestione alla fine questo tuo “chiurito di culo” delle Terme?
Occhiù, ma quando inizi a fare la persona seria pensando un poco ai bisogni di noi poveri calabresi e la smetti di buttare i nostri soldi dalla finestra?