La data ormai fatidica è arrivata. Oggi alle ore 16.00 è convocata l’assemblea dei soci di Villa Sant’Anna Spa a Catanzaro per deliberare la nomina del nuovo Cda, dopo la fuga di Mariani e Coi a cui seguono le comunicazione del presidente f.f. del Cda, la “serenissima” coscia lunga Francesca Galasso e, la relazione dell’Organismo di Vigilanza, unitamente alle comunicazioni del presidente del collegio sindacale.
Siamo al punto di svolta per la clinica catanzarese? Ricco il menù dell’assemblea dei soci, quasi in continuità con quella che ha approvato il bilancio dell’esercizio 2021, ma che porta una serie di novità che sono propedeutiche al futuro, così come restano sul tappeto le incompiute del collegio sindacale, soprattutto in relazione alla procedura di approvazione del bilancio.
Non sfugge a nessuno che le dimissioni di Mariani e Coi, che abbiamo definito una fuga, segnano in negativo l’ultimo anno di gestione, quello che ha visto materializzarsi il “golpe” bianco di Sally Frontera, colei che è l’amministratore di fatto della clinica Sant’Anna Hospital, che ha ormai raggiunto il suo minimo storico, senza alcuna ombra di smentita.
Il simbolismo di una crisi costruita in segreto, rispetto alla quale non si comprende ancora oggi il risultato che si deve ancora materializzare, sono i dipendenti che per poter avere pagata qualche mensilità arretrata devono presidiare i tetti della struttura sanitaria, mentre in una coreografia post bellica, si rafforzano – almeno così spacciano – nuovi centri di potere e di gestione futura i cui depositari sono il “caposala” Bill la lucertola e il plenipotenziario della ‘ndrangheta di Limbadi, Cesare Pasqua, il direttore sanitario di una struttura ormai in coma profondo. Tutto avviene su indicazione di Sally Frontera e dei suoi alleati extra omnes che fanno riferimento alla massoneria stragista, come Alessandro Castellini e Cesare Bonetti o alla criminalità organizzata made in Calabria.
E’ la vecchia storia di un’alleanza fra i diversi poteri deviati e le forze dell’antistato, quello che viene ricordato dai collaboratori di giustizia che nelle aule dei tribunali ritornano a sottolineare una narrazione che convalida e consolida l’alleanza fra la massoneria e la ‘ndrangheta calabrese, che ha portato il procuratore Nicola Gratteri a definirla massomafia. Non c’è stupore e nemmeno sconcerto nelle rivelazioni postume dei collaboratori di giustizia, perché è ormai storia conosciuta, quella che anche noi, diciamo pure per caso abbiamo ritrovato nella storia controversa del Sant’Anna Hospital. Il nome di Davide Bonetti ci ha aperto le porte alle dinastie familiari che negli anni hanno governato e governano le obbedienze nella penisola italiana, in particolare sull’asse Milano-Pesaro, dove il testimone delle logge passa da padre in figlio, i Bonetti, secondo un protocollo ed un sigillo che riporta a Licio Gelli ed alla Loggia P2.
Bonetti e Castellini sono la coppia magica che ha stretto alleanza con Sally Frontera, specializzati in truffe, capitomboli societari, riciclaggio ed in particolare nella gestione delle “teste di legno”, seguendo il filo delle alleanze massomafiose, quelle che nel narrato nei tribunali italiani, parlando del Sant’Anna Hospital si materializza nei fatti, nella città di Pesaro, dove ha sede la società Axum srl che controlla al 100 per cento Fidimed Fiduciaria srl e, la cui amministratrice è la signora Costanza Ceccolini, per confessione traversa “testa di legno” di professione. Quindi è la massoneria il motore del meccanismo ed il freno che rallenta la macchina della storia e della verità, dove il tempo sembra fermarsi e piegarsi a volontà esterne con particolare evidenza in Calabria dove la città di Catanzaro tutto questo rappresenta, perché da sempre la capitale della massomafia.
E’ l’inedita via di uscita che Sally Frontera sta organizzando seguendo la scia di Alessandro Castellini e Davide Bonetti, i cui faccendieri delegati hanno occupato fino ad oggi le sedie del Cda della clinica catanzarese. Ecco perché quanto avverrà nella riunione odierna dei soci con la nomina dei nuovi componenti dell’organo di governo del Sant’Anna Hospital, ci darà la cifra di un futuro che resta legato alla creatività criminale di Sally e dei suoi nuovi complici, peraltro come lei ben conosciuti nelle procure italiane. Ma, a tutto questo si aggiungeranno le dichiarazioni e le rivelazioni tardive dell’organo di vigilanza e del collegio sindacale, che oggettivamente hanno dimostrato fino in fondo la loro completa incompatibilità, magari suggerita, rispetto alle ultime vicende della clinica catanzarese.
C’è il rischio concreto che si materializzino per i componenti del collegio sindacale del Sant’Anna Hospital, Mosca, Pirrò e Caputo alcune inadempienze dai risvolti non bene identificabili sul piano delle responsabilità, se come sembrerebbe la loro azione ha nei fatti violato le norme dell’ex art. 2408 del codice civile. Condizionale d’obbligo ovviamente, ma sembrerebbe che le denunce e le sollecitazioni al controllo non abbiano sortito effetti concreti nei tempi indicati. Si parla di commistioni riattivate fra “indagati” e la gestione attiva della clinica; della mancanza di un piano industriale e finanziario; della riattivazione senza le garanzie dei reparti di ricovero inclusi quelli oggetto di indagine della magistratura; della mancata attivazione di procedure per la prevenzione dei reati già contestati alla società; della mancanza di tutela degli interessi propri della società da comportamenti illeciti contestati ad ex amministratori; del mancato controllo di legalità per il ripristino di una correttezza amministrativa e contabile e, non ultimo di una mancata informativa sullo stato reale della situazione finanziaria e dell’indebitamento esterno verso l’Erario e le banche.
Tradotto in soldoni, c’è tanta carne sul fuoco e le determinazioni dell’assemblea dei soci non possono non tenerne conto, se in particolare il Cda dimissionatosi con la fuga dei suoi componenti, pare non abbia ottemperato a relazionare su un piano finanziario indicando i flussi previsionali per almeno sei mesi, determinando nei fatti lo stallo produttivo della clinica, ma mantenendo intatti i compensi retributivi ai componenti del board della clinica catanzarese. Siamo nella valutazione del gradimento dell’operato del Cda uscente, che nei fatti non sembra degno di riconoscimento, se non altro alla luce della situazione determinata, che ha portato la clinica Sant’Anna Hospital all’immobilismo operativo, con perdita economica e svalutazione del compendio aziendale. Insomma c’è materia per invocare un azione di responsabilità contro gli amministratori e quanti erano deputati per legge al controllo degli atti.
Stiamo parlando dell’agonia della clinica catanzarese lunga un anno, da quel 18 gennaio 2022 quando fu nominato il Cda dei faccendieri, conclusasi con il licenziamento del dottore Daniele Maselli chiudendo di fatto l’esperienza della cardiochirurgia, cui si sommano reparti chiusi ormai da mesi, medici ed anestesisti in fuga, mancanza cronica di personale per garantire gli standard minimi previsti dagli accreditamenti, tanto che ad oggi la dotazione umana è passata dalla 300 unità a circa 100 sopravvissuti, quelli che presidiano i tetti perché portati alla disperazione dalle scelte di Sally Frontera e dei suoi complici indagati.
Tutto questo avviene ed è avvenuto in una città distratta, volutamente distratta per indolenza e, perché così deve avvenire, senza sollevare la polvere e senza manifestare un pensiero ed un azione che sia contraria al titolo di città della massomafia. Così deve essere e così è stato.
Se da una parte c’è chi combatte per sopravvivere, cercando di fare sopravvivere un valore sanitario condiviso, dall’altra c’è chi ha la sensibilità civica e legalitaria equiparabile ad un pachiderma, lento, immobile e svogliato. Così ha agito ed agisce ancora oggi la politica in città, secondo un decalogo scritto in ambienti non presentabili, dove tutto si ricompone al volere della squadra e del compasso, che certamente hanno un potere diverso, tanto da dimenticare il giuramento fatto sulla Costituzione. Appare così utile agitare la novità, ripercorrere esperienze già viste, ovviamente per argomenti più imbarazzanti, ma che se mutuate restituiscono lo stesso risultato: il nulla. E così, ci si inventa la “commissione” di indagine sulla vicenda Sant’Anna Hospital, almeno come l’ha argomentata il consigliere Vincenzo Capellupo, proconsole del sindaco Nicola Fiorita.
Così diritti, dignità e lavoro sono argomenti che a Catanzaro passano inosservati. Tace il sindaco Fiorita, tace la politica che cerca di lavarsi la coscienza con la “commissione”, così come tace la società civile. A Catanzaro la regola è sempre la stessa: silenzio ed omertà. La riproposizione dell’opera e del testamento del martire a secco, il vescovo massomafioso Vincenzo Bertolone, il cui testimone sembra essere stato consegnato nelle mani del nuovo inquilino della Curia catanzarese, il vescovo fantoccio Claudio Maniago, anche lui accerchiato e graziosamente vittima degli altri faccendieri, quelli del vescovo fuggito che occupano ancora la città. E non finisce qui…