A Rende si è scatenata una paradossale caccia agli omissis. Sì, avete capito bene. La prima reazione di Marcello Mazzetta alla lettura della relazione del prefetto e della commissione d’accesso antimafia è dedicata proprio agli omissis. Manna fa finta di non sapere chi siano stati i testimoni che hanno permesso ai commissari di ricostruire la sua cupola massomafiosa ma in realtà lo sa benissimo e quindi gli manda una serie di messaggi che chi ha letto la relazione capisce agevolmente.
Manna in materia è uno specialista perché dietro gli omissis lui ha individuato un “canterino” che è stato anche amministratore e più in generale una terna di “proci”, che poi sono i commissari e un altro “mezzo canterino”. Si parla di pentiti. Che sono stati il suo trampolino di lancio professionale e che adesso gli stanno tornando indietro come boomerang. Altro che miseria umana.
I nomi non li fa, dice che non ha le prove e neanche noi ce le abbiamo. Noi sappiamo per certo che alla fine di novembre del 2022 i commissari hanno rovistato a lungo nell’ufficio dell’ex assessore Pino Munno. Forse erano alla ricerca di qualcosa di compromettente “spifferato” dallo stesso Munno che – giova ricordarlo – è l’unico che si è dimesso? Non lo sa Manna e non lo sappiamo neanche noi.
Dopo aver fatto cambiare la serratura della porta d’ingresso, i commissari hanno acquisito numerosi faldoni “scottanti” ed hanno torchiato per ore funzionari e dirigenti comunali (quelli ancora rimasti a seguito della seconda retata, capitanati dal prode Infantino…). Questo invece lo sa Manna, perché lo abbiamo scritto sul giornale e quindi lo sappiamo anche noi.
In ogni caso, ciò che è risultato subito eloquente è il fatto molto “singolare” che il sindaco, del quale gli assessori nominati sono suoi fiduciari, non abbia mai speso una sola parola in difesa del suddetto assessore. Perché? L’assessore è stato suo uomo di fiducia con le deleghe più importanti per 8 (otto!) anni e non risulta sia mai stato messo in discussione nei vari mutamenti di giunta. Ancora in questa amministrazione (con virata improvvisa a sinistra… o meglio verso il Pd, che tutto è tranne che di… sinistra) l’assessore, in quota almeno apparentemente a Forza Italia, non è mai stato messo in discussione dal sindaco, rimanendo saldamente ancorato alle sue deleghe quale uomo di fiducia del sindaco stesso.
Allora, ci domandavamo già a novembre 2022: indipendentemente dall’esito del Riesame su Manna (che poi andò male per qualche altra settimana), non sarebbe stato il caso di presentare – politicamente parlando – il conto al sindaco anche per le ipotesi che investono il suo più longevo e fidato assessore? Gli addetti ai lavori, del resto, da tempo ormai si chiedevano perché di questo poco si parlasse nelle stanze dei bottoni del Comune, dove erano rimasti Franchino (sindaco poi esautorato), Lisetta Mazzetta, la moglie di Piperno (poi promossa al posto di Franchino), il cugino fallito del sindaco (al secolo Ziccarelli) e il fantoccio di Capu i Liuni (Nicola Adamo), quasi come se Munno non fosse mai esistito.
In giro si dice che Munno sta “cantando” che è una bellezza… Soprattutto sui lavori di adeguamento sismico della scuola elementare di Quattromiglia. Se così fosse, sarebbe utile a fare chiarezza, eccome… Del resto, lo capiremmo perfettamente: lo hanno mollato, quasi fosse uno che con la giunta ed il sindaco non c’entrasse niente e adesso è quasi naturale che li “molli” anche lui. Chi di “pentiti” ferisce, di “pentiti” perisce: è l’infamità, bellezza… Altro che Ulisse.