Crotone, la famiglia di Davide impugna la richiesta di archiviazione per il 31enne di Petilia reale obiettivo dell’aggressione

Dopo la chiusura delle indagini sulla spedizione punitiva, con lo stralcio della posizione del 31enne i familiari della vittima hanno deciso di impugnare la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Pasquale Festa al Gip del Tribunale di Crotone. Una decisione annunciata quella del titolare del fascicolo sul pestaggio di Davide Ferrerio. Il 31enne di Petilia Policastro infatti, era stato iscritto nel registro degli indagati per eseguire degli accertamenti tecnici legati all’esposto presentato dai legali che assistono il padre e la madre di Davide. L’uomo – come è noto – era il reale obiettivo dell’incontro-agguato perché reo di filtrare sui social con la 17enne da un account che richiamava lo stesso nome dell’ex fidanzato della ragazzina. Un’altra circostanza dalla quale è scaturita la feroce aggressione. Visto l’account dell’uomo che chattava con la figlia, la 41enne madre della minore decise di organizzare una trappola per “dare una lezione” allo spasimante della figlia.

A quell’incontro vicino al palazzo di giustizia, la donna si presentò col 22enne Passalacqua, approfittando del debole che il giovane aveva per la ragazzina; il rumeno di 34 anni Andrej Gaju; la 17enne e un’altra minore. Il gruppo si avvicinò al 31enne che, osserva la procura, “dopo aver inventato una scusa per giustificare la sua presenza in loco e allontanandosi” inviò un messaggio alla ragazzina nel quale comunicava di indossare una camicia bianca, cioè un capo differente da quello effettivamente indossato.

In questo modo, l’attenzione di Passalacqua si focalizzò su Davide, che venne atterrato con calci e pugni tra via dei Mille e via Vittorio Veneto. La famiglia di Davide ritiene che quel messaggio creò il presupposto per l’aggressione a Davide.