La ‘ndrangheta ha sostenuto l’ex candidato di centrodestra alle scorse elezioni comunali di Pioltello, Claudio Fina, poi sconfitto dalla candidata di centrosinistra Ivonne Cosciotti. È questa l’accusa mossa dalla Dda di Milano nei confronti di alcuni indagati arrestati nell’inchiesta sui nuovi assetti della «locale» di Pioltello. Secondo la Procura di Milano, «Cosimo Maiolo sfruttando la propria fama di soggetto apicale in seno alla locale di Pioltello» avrebbe organizzato «un banchetto elettorale a favore del candidato sindaco Claudio Fina e dell’aspirante assessore all’Urbanistica Marcello Menni». L’incontro è stato organizzato nella «pescheria gestita dal figlio Omar Maiolo Omar». Il boss, già coinvolto nelle indagini del 2010 dell’inchiesta Infinito e condannato a 11 anni e 4 mesi di carcere, avrebbe fatto «in maniera palese campagna elettorale a favore di Fina e Menni» e «invitato la comunità straniera presente a Pioltello (e in particolare albanesi e pakistani) a votare per loro». Il tutto con l’aggravante di «aver agito con metodo mafioso».
Claudio Fina, 56 anni, esponente di Forza Italia, era sostenuto da una coalizione di centrodestra con anche la Lega di Matteo Salvini e Fratelli d’Italia. Ora è indagato per voto di scambio. Negli atti dell’inchiesta che ha portato a 10 arresti eseguiti dalla squadra Mobile diretta da Marco Calì, si fa riferimento all’incontro avvenuto il 23 settembre 2021 tra il boss della ‘ndrangheta di Pioltello e il candidato Fina. L’incontro viene intercettato integralmente dalla polizia e Maiolo viene presentato da Luca Del Monaco come «il mio braccio destro, il calabrese che conosci, che tutti i giornali dicono…». Tanto che Maiolo davanti a Fina si schermisce: «No, ma ai tempi che furono…». Nell’incontro con il candidato, ricostruito nell’ordinanza del gip Fabrizio Filice, il boss fa riferimento senza mezzi termini al sostegno che i calabresi possono dare alla coalizione «per battere la sinistra». Il boss dice «di volere, da quel momento, iniziare la campagna elettorale al fine di cacciare la precedente giunta di sinistra e riappropriarsi dell’appalto per i servizi cimiteriali» di Pioltello.
In un’altra intercettazione è il figlio di Maiolo, Omar, a parlare dell’utilizzo di un’azienda di pompe funebri per false fatture nel periodo del Covid. Luca Del Monaco, in quell’occasione, dice «di ispirarsi alle immagini più volte viste in televisione e relative proprio al trasporto delle salme che egli considererà per tutto il 2020».
I metodi usati da Maiolo per raccogliere voti sono molto espliciti, come una conversazione (a voce alta) intercettata dagli inquirenti in un bar di Pioltello: «non ti voglio votare un ca… devi votare da un’altra parte, vaffa… se no vengo con una tanica di benzina e brucio tutto». Oppure l’uscita ancora più esplicita durante un incontro con Del Monaco e un dipendente comunale, in cui Maiolo dice: «Mi faccio la lista civica per me. Mi metto “capo della ‘ndrangheta”». All’esito delle elezioni, quando è palese la sconfitta di Fina, il boss Maiolo analizza i flussi elettorali e le cause della débâcle: «Vedi là, abbiamo perso noi, però abbiamo preso quasi 5 mila voti». Eppure il centrosinistra ha «vinto con il 18% in più». Secondo il boss il motivo è il voto dei tanti extracomunitari residenti al multietnico quartiere Satellite di Pioltello grazie alle ristrutturazioni dei palazzi popolari volute dalla giunta: «Eh, hanno acchiappato gli extracomunitari…se sono 6 mila aventi diritto. Ha fatto il satellite tutti con i cappotti alle palazzine, quelli se lì sono acchiappati tutti…e lì ci hanno fottuto…eh però quasi 5 mila voti avevamo».