Cosenza, la festa del “Telesio” con assenza giustificata il giorno dopo: la Sinistra Cgil chiede lumi

Qualche giorno fa alcuni genitori di ragazzi frequentanti il Liceo Classico “Telesio” di Cosenza sono venuti a raccontarci una strana faccenda. Non sappiamo se l’intera dinamica della vicenda sia stata ben compresa da questi genitori e pertanto chiediamo pubblicamente di conoscere se quanto riportatoci corrisponda al vero o vada smentito. Quel che succede all’interno di una struttura scolastica infatti non può che riguardare l’intero territorio e la strana logica oggi imperante del non discutere pubblicamente quanto avviene nei luoghi per eccellenza deputati alla formazione della Cittadinanza ci appare errata, fuorviante, persino omertosa.

Nella serata di mercoledì 21 dicembre si è svolta in un noto locale del centro storico una festa organizzata da studenti di alcune scuole cittadine, con particolarmente attivi alcuni studenti del “Telesio” che avrebbero coinvolto centinaia di persone della loro scuola. Niente di straordinario, è nell’ordine delle cose che si verificano oggi: una festa in notturna di ragazzi, al prezzo di ingresso di 15 euro (20 con consumazione, alcoolica ci riferiscono), è un fatto privato se tale rimane.

L’anomalia è che però il giorno dopo si sarebbe dovuto andare a scuola e questi genitori ci dicono che al “Telesio” sarebbe stata tollerata l’assenza collettiva che si potesse verificare, per accordo verbale -ci dicono- tra dirigente e rappresentanti degli studenti. Ci chiediamo se ciò sia possibile e speriamo proprio di no: chi può lo smentisca.

Infatti il Regolamento di Istituto a tal proposito recita: “le assenze collettive ingiustificate determinano l’adozione di provvedimenti disciplinari”, addirittura come “norma dal valore cogente”. Ma i genitori che ci hanno contattato asseriscono che questa volta ciò non si verificherà. Stessa tolleranza, si badi bene, non si dimostrerebbe per assenze di massa che si verificassero per ben altre motivazioni, come partecipare a manifestazioni organizzate dai movimenti studenteschi contro l’alternanza scuola-lavoro in cui muoiono ragazzi, contro la guerra, per l’edilizia scolastica o per altro. Noi ci chiediamo: in questi casi l’assenza collettiva sarebbe tollerata o scatterebbe la sanzione, come affermano questi genitori ed invece pare non succedere per una festa in un locale privato, ad un prezzo che esclude tante e tanti e da cui sono esclusi automaticamente tutti i non cosentini impossibilitati a ritornare alle loro case a notte fonda? E, sempre se fosse vero, chi avrebbe deciso di giustificarla? A che titolo? Con quale motivazione?

Non trovando alcun riferimento formale a quanto riferitoci, se non qualche altra dichiarazione di conferma di altri genitori e dei loro figli che ci hanno mostrato anche diverse discussioni sulle chat, chiediamo pubblicamente lumi su questa storia. Ci auguriamo che tutti costoro non abbiano ben compreso e non abbiano afferrato con piena contezza i particolari di questa vicenda. Non vogliamo credere infatti che in una Scuola della Repubblica si possa essere arrivati a tanto e che la coltre di silenzio sia calata così pesantemente su tanti che avrebbero dovuto sapere quanto stesse accadendo.

Pino Assalone e Delio Di Blasi – “Democrazia e Lavoro” Sinistra CGIL