L’AUTONOMIA E LA SANITA’ DEI DEBITI SU DEBITI
Sanita’ Calabria: 860 mila euro di debiti storici e 363,834,468 (quasi 400 mila) nel biennio 2021/2022.
La Sanità è un bubbone in tutte le regioni, una macchina elefantiaca che produce debiti e spese varie. I dati sul debito della sanità in Calabria biascicati dal parassita Occhiuto accompagnato dal pezzo da 90 della massoneria vaticana Profiti, dall’utile idiota Esposito e dalla “fatona ignorante” della quale è persino inutile fare il nome, sono terrificanti.
Abbiamo un debito storico di oltre 860 mila euro al 31 dicembre 2020. E quello che è più agghiacciante è che nel 2021 e 2022, dicasi 2 anni, si è aggiunto un ulteriore presunto debito di quasi 400 mila euro, per la precisione 363,834,468.
Questo dato archivia la favola che ci è stata propinata dallo stesso Occhiuto che la sanità calabrese è stata rovinata dai 12 anni di commissariamento straordinario. La sanità calabrese è stata affossata ed indebitata prima, durante e dopo, i vari commissari. Il primo commissario nel 2010 fu l’allora presidente della Regione Giuseppe Scopelliti, leader del centrodestra di cui aveva fatto parte anche Roberto Occhiuto, eletto per la prima volta nel consiglio regionale nel 2000 con Forza Italia, poi espulso da zio Silvio (travestito da cinghiale) e rieletto nel 2005 con l’UDC di Casini e diventato (addirittura) vicepresidente. E poi ancora parlamentare non senza fare altre acrobazie e senza mai avere un… lavoro. Beh, oggi questo gran parassita sociale assistito ormai da decenni con i soldi pubblici rubati senza mai lavorare un giorno nella sua vita, cerca di ammantarsi di nuovo ma è da un ventennio che è nelle stanze del potere a succhiare soldi dalle mammelle pubbliche.
La responsabilità della cattiva sanità calabrese è tutta politica e si perde nella notte dei tempi a cui hanno contribuito tutte le giunte regionali ante e post 2010. Chi si ricorda più della tragedia delle tante Federica Monteleone, la ragazza vibonese morta nel 2007, durante una operazione alle tonsille all’Ospedale di Vibo Valentia? Oppure c’è qualche ingenuotto che pensa che la colpa sia dei vari commissari tecnici Scura, Cotticelli e Longo?
I fatti dicono che abbiamo davanti un debito pauroso che i calabresi dovranno pagare e che un anno di ritorno della sanità in mano alla politica non ha portato nessun miglioramento dei servizi sanitari, dell’assistenza, delle strutture sanitarie e assistenziali. Almeno ci fosse stato questo, il debito poteva avere una giustificazione plausibile. Occhiuto si (auto)consola dicendo che il presunto debito calabrese è appena più alto di quello di altre regioni. A parte il fatto che ognuno si piange i cazzi suoi, è una magra consolazione pensare ai difetti degli altri quando noi non abbiamo più occhi per piangere. In più l’argomento di Occhiuto è una ulteriore dimostrazione di come la sanità deve essere tolta alle regioni e alla politica. Altrimenti è come continuare ad affidare l’Avis a Dracula, in questo caso col sopracciglio “alzato” ad ala di gabbiano. E vedremo a che debito arriveremo l’anno prossimo con l’ affitto dei medici cubani.
Quando si negò la nomina a Gino Strada si disse da più parti, ad iniziare dal Presidente del tempo Spirlì, da Forza Italia e da Occhiuto stesso, che Strada non aveva le qualità per far venire a galla e risanare il debito della sanità calabrese. Ci voleva un manager che ne capisse di bilanci. Oggi se fosse ancora in vita Gino Strada si farebbe una bella risata sardonica. Di certo, oggi, con lui non avremmo avuto bisogni dei medici cubani (a cui va la nostra stima perché – poverini – hanno già i cazzi loro con la loro dittatura) e avremmo avuto servizi e assistenza migliori. La Calabria tutta dovrebbe chiedere scusa alla memoria di Gino Strada per come l’abbiamo trattato e deriso.
Sanare il debito sanitario regionale con questi strumenti è come pensare di svuotare il Mediterraneo con un secchiello e per giunta bucato.
Non contenti di tutto ciò, di quello che è successo in tutte le regioni, oggi vogliamo dare alle Regioni anche pieni poteri nella pubblica istruzione, nelle scuole, nei servizi, e visto che ci siamo tra poco anche nella difesa e nella politica estera.
Si rovesci il tavolo. La Politica tolga le sue grinfie. La sanità deve tornare in mano al governo nazionale e deve essere pubblica. La Politica deve fare mille passi indietro e non pensare di costruire il suo consenso sulla sanità pubblica.