Campobello di Mazara, ecco la casa di Messina Denaro alias Bonafede

Andrea Bonafede, nato a Campobello di Mazara (Trapani) il 23 ottobre del 1963. Eccola, la carta di identità di Matteo Messina Denaro, alias Andrea Bonafede, il nome falso scelto nella latitanza. Il boss, arrestato oggi a Palermo nella clinica Maddalena, era residente a pochi chilometri dalla sua città natale, Castelvetrano, a Campobello di Mazara in via Marsala 54. Di professione, si legge nella carta di identità, ‘geometra’. E’ alto 1,78, calvo e con gli occhi castani. Segni particolari “nessuno”. La tessera, cartacea, è stata emessa l’8 febbraio 2016 e scade il 23 ottobre del 2026.

Google Maps ci dà la dimensione dell’ultima dimora ufficiale della latitanza di Messina Denaro. Siamo a Campobello di Mazara, il paese da cui proviene il suo favoreggiatore Luppino. E’ un borgo con case tipiche di quei luoghi in provincia di Trapani. In siciliano la chiamano Campubeddu e i dati ufficiali riferiscono di circa 11mila abitanti. Nel territorio comunale si trovano le Cave di Cusa, ossia il luogo in cui vennero estratte le colonne che sarebbero servite alla costruzione dei templi della vicina Selinunte.

Fino a ieri sera on si era ancora a conoscenza dell’eventuale intervento delle forze dell’ordine per la rituale perquisizione della dimora dichiarata da Messina Denaro e dal comune di Campobello di Mazara. C’è molta attesa per verificare soprattutto se questo era il suo reale rifugio.

Nel frattempo, il geometra Andrea Bonafede, 59 anni, di Campobello di Mazara, titolare della carta di identità utilizzata dal super latitante, è stato interrogato nel pomeriggio di ieri dai carabinieri. La carta di identità sarebbe stata falsificata da Matteo Messina Denaro, apponendo una sua foto al posto di quella del signor Bonafede. L’uomo non avrebbe risposto alle domande degli investigatori.

Intanto – finalmente! – i Carabinieri del ROS e la procura di Palermo hanno fatto sapere in maniera “ufficiale” che il nascondiglio di Messina Denaro è effettivamente localizzato nel centro abitato di Campobello di Mazara, paese del favoreggiatore Giovanni Luppino, finito in manette insieme al capomafia. Le ricerche sono state coordinate dal procuratore aggiunto Paolo Guido.

La perquisizione del covo è durata tutta la notte. L’edificio, setacciato palmo a palmo, si troverebbe in una strada tra il Bar San Vito e un negozio di articoli per la casa in vicolo San Vito (ex via Cv31). Una casa che negli ultimi mesi, dopo il trasferimento dei proprietari, era rimasta disabitata e che comunque si trova a poche centinaia di metri da via Marsala, che presumibilmente è l’abitazione del vero Andrea Bonafede.

Secondo le prime informazioni, i Carabinieri del Ros avrebbero trovato molti abiti di lusso, firmati, diversi profumi, anche questi di lusso, e un arredamento “ricercato”.

Campobello è a soli 8 chilometri da Castelvetrano, paese di origine di Messina Denaro e della sua famiglia. L’individuazione del covo e la sua perquisizione sono tappe fondamentali nella ricostruzione della latitanza del capomafia.

Angelosanto: “Ora scoprire se nel covo di Campobello abitavano più persone”

“Siamo arrivati in tarda serata a Campobello di Mazara che era sulla diretta influenza di Messina Denaro e lì abbiamo individuato l’abitazione. La Procura della Repubblica di Palermo è intervenuta e ha posto i sigilli. Adesso si attendono i rilievi scientifici affidati ai nostri Ris di Messina“. Così il generale Pasquale Angelosanto, comandante del Ros dei Carabinieri spiega a Sky Tg24 come si è arrivati a individuare dove negli ultimi tempi si nascondeva il boss di cosa nostra. “Noi riteniamo che si tratti di un’abitazione utilizzata con continuità nell’ultimo periodo e al suo interno confidiamo di trovare elementi significativi sulla rete di protezione del latitante. Faremo dei repertamenti biologici per scoprire se era abitata da più persone”.