A Rende la banda di Marcello Mazzetta ha ormai un solo obiettivo: approvare l’ultimo saccheggio con la gallina dalle uova d’oro del Piano strutturale comunale, a tutti gli effetti una variante al piano regolatore. Tutti sanno che la situazione è quasi disperata ma la parola d’ordine è quella di andare fino in fondo.
Ma ormai le difficoltà sui numeri per approvare il Psc in Consiglio, sono di dominio pubblico e di conseguenza sempre più imbarazzanti. Per esempio, nessuno ormai nega che ci siano degli incompatibili (Marchiotti, Gagliardi, forse anche il sindaco facente funzioni De Rango che però non vota in quanto assessore). Un disastro.
I più sgamati dicono che si sta aspettando che venga meno la misura cautelare del sindaco, il quale rientrando potrebbe non solo votare ma gestire in maniera diversa il mercato dei consiglieri ed esercitare le persuasioni del caso rispetto a taluni consiglieri.
D’altra parte se a portare il Psc in Consiglio fosse il vicario De Rango, ove risultasse confermato un suo interesse diretto all’approvazione, sarebbe un atto davvero azzardato da parte sua.
Però il tempo stringe, perché c’è la spada di Damocle della Commissione d’accesso, che al massimo entro i primi di aprile potrebbe consegnare la sua relazione e spingere per lo scioglimento del Comune.
Si dice che si stiano susseguendo riunioni ed incontri riservati, per “convincere” i consiglieri a votare il Psc. Ogni singolo consigliere di maggioranza (e non solo) assume un ruolo determinante (anche il più insignificante), per cui è facile immaginare il tenore degli incontri e i tentativi di persuasione.
Alcuni consiglieri di maggioranza (e affini) invece al momento parrebbe non intendano votare il Pdc, o almeno così dicono. Ma qui siamo nel campo dei mezzucci per alzare la posta. Del resto tutto si è retto sulla “promessa” di accontentarli in ordine alle loro esigenze e richieste e questa è l’ultima occasione per tutti prima dell’eventuale scioglimento. Fate il vostro gioco, la partita è ancora tutta aperta.