Traffico internazionale di rifiuti: i nomi di tutti i complici di Maurizio Rullo

Maurizio Rullo, l’imprenditore di origine calabrese considerato il “cervello” del traffico illecito di rifiuti scoperto dall’inchiesta della DDA e dei Carabinieri e finito in carcere insieme ad altre 5 persone – piu’ altre 8 ai domiciliari e 4 con obbligo di dimora – aveva rilevato l’ottanta per cento delle quote del Novara Calcio 1908 spa il 20 dicembre 2019, acquistandole dal precedente azionista di riferimento, la famiglia De Salvo, proprietaria di un gruppo di cliniche private. Ma la sua “avventura” nel calcio era durata poco: 17 mesi.

Rullo è titolare di imprese che operano in Italia e all’estero attraverso un’azienda di recuperotrattamento e commercio di metalli ferrosi con sede legale a Milano e sedi operative a Cressa (NO), Paderno Dugnano (MI) e Dairago (MI), ed una società a Torino.

Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, Rullo avrebbe approvvigionato ripetutamente sul territorio nazionale ingenti quantitativi di rifiuti ferrosi “in nero”, per un ammontare di circa 165 mila tonnellate, da altre società operanti nel campo del recupero di rottami o direttamente dal mercato clandestino, si ritiene da soggetti non autorizzati o di provenienza furtiva.

Per poter reimmettere i rifiuti sul mercato legale e rivenderli alle acciaierie, Maurizio Rullo avrebbe fatto risultare falsamente di averli importati dalla Germania, acquistandoli da una società tedesca sempre a lui riconducibile, ma che in realtà sarebbe stata del tutto inoperativa e costituita appositamente, in pratica si sospetta fosse quella che viene definita come una mera società cartiera.

A fronte di fatture false emesse dalla società tedesca, avrebbe così eseguito, tramite bonifici bancari, dei versamenti di consistenti somme di denaro, circa 90 milioni di euro, apparentemente a titolo di corrispettivo per gli acquisti dei rifiuti ferrosi, ma che si ritiene in realtà non siano mai avvenuti.

L’ipotesi è poi che insieme ad altri presunti affiliati Maurizio Rullo avrebbe fatto rientrare in Italia le somme versate, dopo aver effettuato dei prelievi in contanti, anche fino a 900mila euro al giorno, dai conti correnti in Germania o dopo averle “girate” su altri conti riconducibili ad società di logistica ritenute fittizie, anche in altri Paesi, ma riconducibili sempre all’organizzazione.

Infine, riottenuta la disponibilità di quanto bonificato, le somme sarebbero state reimpiegate nel traffico illecito di rifiuti o, una volta “ripulite”, reinvestite in altre attività, tra le quali l’acquisto della società calcistica del Novara.

Ma ecco chi sono i suoi complici.

Le misure cautelari

In carcere

Antonio Casile – Reggio Calabria, 1969

Marcello Cianci – Napoli, 1971

Antonio Pisano – Bivongi, 1950

Maurizio Rullo – Locri, 1967

Giovanni Sampino – Monaco di Baviera, 1967

Claudio Stocchi – Sesto San Giovanni, 1964

Arresti domiciliari

Luigina Franzè – Crotone, 1990

Ylenia Damone – Legnano, 1994

Chiara Mantovan – Borgomanero, 1973

Igor Marangoni – Torino, 1975

Davide Manera – Varese, 1976

Marina Moruz – Romania, 1981

Laura Piredda – Oristano, 1975

Maria Cristina Scafidi – Catania, 1991

Obbligo di dimora

Giovanni Di Maggio – Cittiglio, 1968

Vito Galati – Palermo, 1961

Salvatore Mastrosimone – Caltanissetta, 1979

Mauro Parolin – Carnago, 1964