Reggio. Il sit-in a sostegno della Dda. Giorgio Bongiovanni: “La ‘ndrangheta schiaccia i reggini ma presto arriverà la sua fine”

A Reggio Calabria il sit-in organizzato da studenti siciliani e calabresi in sostegno alla Dda

Fonte: Antimafia Duemila

Reggio Calabria è una città che non parla per colpa della ‘Ndrangheta ma presto questo silenzio verrà spezzato e i capi bastone verranno sconfitti grazie a una rivoluzione culturale. E’ questo il messaggio che Giorgio Bongiovanni, direttore di ANTIMAFIADuemila, ha lanciato ieri dalla piazza antistante il tribunale della città sullo Stretto nel quale era in corso la requisitoria del processo ‘Ndrangheta Stragista. Bongiovanni ha parlato in Piazza Castello, a pochi passi dal palazzo di giustizia, prendendo parola durante il sit-in “Con la Calabria che non si piega”, organizzato dai collettivi Our VoiceAttivamente e Saturna (realtà calabrese) in solidarietà alla Dda di Reggio Calabria e al procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo che ha, di fatto, condotto questo importantissimo processo fino alla Corte D’Appello.
“Ringrazio i coraggiosi ragazzi di Reggio, i giovani di Saturna, un’assoluta minoranza che si trova in questa piazza. La nostra vicinanza va a loro e alla Direzione Distrettuale Antimafia”, ha esordito Bongiovanni. “Però questa città sembra una città fantasma. Sembra che i reggini vivano nella luna dove la mafia non c’è. Per la maggioranza degli abitanti di questa città la mafia non c’è, proprio come sulla luna. Ma c’è, esiste, ed è lei a distruggere questa regione, il nostro Paese, l’Europa e il mondo intero”, ha spiegato il direttore.

bongiovani debph3124 La presidentessa del Movimento Our Voice, Sonia Bongiovanni

Chi comanda questa città non è la politica, la chiesa e nemmeno i cittadini, ma i capi bastone della ‘Ndrangheta”, ha aggiunto. “I magistrati come Lombardo la combattono e sono minacciati di morte, ma non ne parla quasi nessuno. Io vengo da Palermo che comunque, anche se a volte sembra una città fantasma, si è mossa dopo gli omicidi e gli attentati di Cosa Nostra. Qua invece è tutto morto, le tapparelle sono abbassate”, ha affermato. “Io sono qui e voglio prendermi l’impegno di svegliare Reggio Calabria. Dico questo perché amo questa città. E chi resta in silenzio di fronte all’organizzazione mafiosa più potente al mondo è sua complice, perché il silenzio agevola i narcotrafficanti nati qua e attivi nel resto del Paese, in Europa, in America Latina, Canada e Australia. La ‘Ndrangheta uccide, minaccia, corrompe, compra. La Calabria è una delle regioni più povere al mondo, ma, in realtà, è più ricca della California. Ai reggini dico che hanno ragione ad aver paura, ma cosa aspettate? Che venga ucciso un altro magistrato come Scopelliti? O che vengano uccisi altri cittadini comuni, come avvenuto in passato? La capitale, la mamma della mafia, il punto massimo di riferimento della ‘Ndrangheta, sono la Calabria e Reggio Calabria.
In questa piazza oggi ci dovrebbero essere centinaia di migliaia di persone e invece siamo una cinquantina
”, ha continuato Bongiovanni con alle spalle i manifestanti giunti da varie zone d’Italia. “Ma anche se siamo pochi, ai capi della mafia che ci stanno ascoltando dico che oggi è l’inizio della vostra fine perché se decine di cittadini sono venuti qui da tutto il Paese significa che la vostra sconfitta è prossima perché domani saremo molti di più. E vi spingeremo affinché vi consegnerete e collaborerete con la giustizia per raccontarci tutte le verità indicibili commesse in questa terra, nel nostro Paese e nel mondo intero”, ha detto ancora il direttore della rivista.

sit in rc debph2Bongiovanni ha ricordato quindi come nella storia tutti i grandi pionieri del cambiamento sono stati lasciati soli. “Io sono credente, sono cristiano ma voglio riportarvi l’esempio di un non credente che comunque ha portato al cambiamento. Quest’uomo era Antonio Gramsci che fu uno dei fondatori del Partito Comunista. Voglio ricordare il suo esempio anche se non sono comunista: Gramsci si riunì a Torino con una decina di compagni prima della guerra e disse loro che la città era in mano ai fascisti e che i cittadini avevano paura di loro ma assicurò che nel tempo le cose sarebbero cambiate. E infatti, dopo circa 50 anni, il Partito Comunista stravinse a Torino. E in tutta Italia, nel 1976, aderirono alle idee del Partito Comunista oltre 20 milioni di persone. Quindi – ha concluso Bongiovanni – ai capi della ‘Ndrangheta ribadisco: è l’inizio della vostra fine”.

Parola ai giovani calabresi
Prima di Bongiovanni sono intervenuti i giovani calabresi del gruppo antimafia Saturna. “In questa città c’è interesse a far dimenticare. Come c’è interesse a non raccontare quello che sarà il seguito del lavoro dei nostri magistrati antimafia, che si battono ogni giorno e mettono a repentaglio la loro stessa vita, contando le minacce che molto spesso hanno ricevuto”, ha detto Danilo Nocera, referente del gruppo.

nocera debph1345Danilo Nocera, referente di Saturna

Queste storie a Reggio siamo abituati, purtroppo, a dimenticarcele. E invece io credo che raccontare sia il primo modo di fare resistenza e questa piazza oggi sta facendo resistenza. Questa piazza oggi racconterà e farà in modo che in futuro si ricordi del processo ‘Ndrangheta Stragista sia degli altri processi e quelli che si dovranno celebrare. Io credo che questo sia il modo di iniziare un percorso diverso per una Calabria che non si piega e per una Sicilia che non si piega”, ha affermato passando il microfono a Simone Alecci, anche lui di Saturna che ha parlato dell’involuzione della politica nella lotta alla mafia. “E’ importante essere qui oggi perché si è avviato un percorso di involuzione nella lotta alla mafia che ha avuto inizio con la riforma Cartabia”, ha esordito il giovane studente che studia nella vicina Messina. “La riforma ci lascia un’eredità pericolosa per la lotta alle mafie e per la giustizia sociale. La riforma ci ha lasciato l’improcedibilità per affossare i processi con il pretesto di velocizzarli. E invece siamo finiti con un Paese più ingiusto di quanto già non fosse”, ha affermato. Simone Alecci ha ricordato che “abbiamo al governo una maggioranza politica di centro destra e abbiamo avuto una maggioranza che includeva anche un centro-sinistra. In entrambe era incluso un partito, Forza Italia, fondato da due personaggi che hanno avuto rapporti con Cosa Nostra (Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utrindr), un partito che qui a Reggio Calabria è riuscito a rafforzare i propri consensi al 19,4% alle ultime elezioni mentre la media nazionale era del 7%. Una percentuale inquietante se pensiamo che questa terra non ha mai visto un miglioramento dovuto a quella formazione politica. Forza Italia è un partito che non garantisce affidabilità nella lotta alle mafie e trovo che dopo la polemica che in questi giorni ha riguardato alcune posizioni assunte dal ministro della Giustizia Carlo Nordio, il partito che ha manifestato posizioni più favorevoli a una certa retorica contro la magistratura antimafia, sia proprio Forza Italia, mentre gli altri partiti di governo, sebbene complici di questa linea, hanno cercato di discostarsi da quelle affermazioni. Questo, dunque, è il contesto in cui viviamo, una città morta sotto il punto di vista della partecipazione civica che necessita di manifestazioni di lotta. Viviamo – ha concluso – in un periodo storico difficile, di involuzioni, in cui quel che conta è il beneficio del condannato e mai della vittima. E la riforma Cartabia conferma questo trend”.

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Prima di Simone ha parlato Elisabetta Floccari, presidentessa di Saturna che, ringraziando la piazza, ha detto che “portare  avanti battaglie del genere vuol dire rischiare di essere minacciati o disturbati nel posto di lavoro, come studenti, come normali cittadini che svolgono la loro missione in totale legalità”. Elisabetta ha sottolineato “quanto noi giovani soffriamo di questa indifferenza, di questo futuro che puntualmente ci viene deviato in strade né semplici né tranquille come ci aspetta nella nostra generazione. I ragazzi dovrebbero vivere in situazioni di totale tranquillità con garantiti il diritto allo studio, il diritto al lavoro, il diritto di partecipare a concorsi pubblici che non siano truccati”, ha affermato. “Da noi ci si aspetta un impegno straordinario e poi ci ritroviamo davanti a politici che si battono il petto e puntualmente non fanno nulla. Sono gli stessi politici che non appoggiano Lombardo e cercano di intralciare il suo lavoro svolto nella sua legittimità di magistrato. Non dobbiamo aspettare l’anniversario di Falcone e Borsellino per ricordare quello che potrebbe risuccedere. Perché le cose succedono ma la storia non insegna niente. E’ questa la verità. E i nostri politici puntualmente se ne lavano le mani e non si tratta solo dei politici di destra ma anche quelli di sinistra, o pseudo-sinistra che si accoda purché ci siano i soldi di mezzo”, ha detto la giovane. “Perché gli imprenditori che credono nella giustizia devono pagare il prezzo di essere perseguitati e minacciati? Di avere il negozio in fiamme? E perché pochi sono quegli imprenditori che vengono aiutati dalle forze dell’ordine? Questo perché spesso e volentieri alcune forze dell’ordine tralasciano alcune cose? Perché nessuno si ribella alle raccomandazioni? Alla logica dell’amico dell’amico, delle parentele? Chi si ribella è chi oggi è in piazza. Noi che ci ribelliamo non ci guadagniamo nulla se non denigrazioni o minacce. C’è tantissima voglia di fare rivoluzione. C’è tantissima voglia di smantellare questo sistema, che i media si indignino per le cose serie”, ha concluso.

floccari elisabbetta debphLa presidentessa di Saturna, Elisabetta Floccari

La denuncia degli studenti palermitani di Attivamente
Dopo l’intervento degli studenti reggini è stato il turno degli studenti palermitani, giunti dal capoluogo siciliano per aderire all’iniziativa. “Sono venuto da Palermo stamattina perché penso che sia necessaria la nostra presenza per manifestare solidarietà a Giuseppe Lombardo, ai magistrati della DDA di Reggio Calabria, alle forze dell’ordine che lavorano con onestà in questa terra così difficile e chiedere con forza giustizia sul biennio stragista“, ha detto Andrea La Torre, referente di Attivamente. “Questa ricerca di verità e giustizia non può e non deve essere relegata ad un pugno di uomini dello Stato in prima linea, ma deve riguardarci tutti, perché solamente quando ne avremo perseguita fino in fondo, potremo parlare di giustizia e democrazia in questo Paese. E il silenzio della politica – ha aggiunto – dei media, su processi come quello alla Trattativa Stato-mafia, come quello che si sta celebrando dentro le mura di questo palazzo ci dà l’idea che ci sia una parte di Italia che non è pronta, interessata o disposta ad averne. Oggi nella mia Palermo, personaggi condannati per fatti di mafia come Totò Cuffaro e Marcello Dell’Utri fanno endorsement ai politici e questi non ne prendono le distanze. Poco importa se sono chiamati a rappresentare la città e la regione di Giovanni FalconePaolo BorsellinoRocco ChinniciPio La TorreNinni Cassarà e tantissimi altri valorosi martiri. Poco importa di quello che diceva Borsellino, cioè che oltre ai giudizi del giudice vi siano dei giudizi politici, ovvero le conseguenze che da certi fatti accertati trae o dovrebbe trarre il mondo politico“, ha denunciato il giovane di Attivamente.

latorre andrea debph3245Andrea La Torre, referente di Attivamente

Per larga parte della nostra classe dirigente l’attività di contrasto ai fenomeni mafiosi consiste nell’impegnarsi in passerelle il 23 maggio o il 19 luglio, giorni in cui le istituzioni alte hanno il coraggio di scendere a Palermo e proferire discorsi incredibilmente pieni di ipocrisia, salvo poi approvare leggi che elargiscono impunità a corrotti e colletti bianchi, che imbavagliano magistrati e giornalisti e, di conseguenza, costringono la stragrande maggioranza della popolazione a non sapere”, ha detto ancora La Torre.
E allora siamo qui oggi – ha concluso il giovane studente – perché non possiamo stare zitti di fronte a tutto ciò; Perchè deve finire l’isolamento dei magistrati antimafia; Perchè dobbiamo compattarci e chiedere verità e giustizia sul biennio stragista. E’ un nostro diritto. Lottare finché non ne avremo ottenuta. Non rassegnarci mai alle ingiustizie”.