Rende, scoperta la “santabarbara” dei clan

Resta abbottonato sui particolari, ma non nasconde l’entusiasmo il questore di Cosenza, il dottor Liguori, per l’operazione messa a segno questa notte che ha permesso ai suoi uomini di ritrovare una vera è propria “santabarbara” in quel di Rende, e precisamente all’interno di un box nel complesso residenziale denominato “Girasole” .

C’è di tutto: armi corte e lunghe. Fucili mitragliatori di precisione, e pistole. Addirittura un vero e proprio “pezzo d’epoca” come il fucile mitragliatore Thompson, per capirci, l’arma usata dai gangster di Al Capone nella Chicago anni 30. Perfettamente funzionanti.

Un arsenale pronto all’uso, visto lo stato di conservazione. Perfettamente oleati e conservati come solo un “armiere” sa fare.

Quello di oggi si inquadra come uno dei maggiori sequestri fatti dalla squadra mobile di Cosenza. Persino il questore che di esperienza ne ha, a sua memoria, non ricorda un sequestro di queste dimensioni.

armi

Non si sbilancia il questore. Ci tiene a sottolineare che, essendo un tecnico, non formula ipotesi. Le indagini sono in corso e i suoi uomini sono al lavoro per risalire a chi avesse l’uso di questo box.

Tra i primi ad essere stati sentiti c’è ovviamente il proprietario del box, che è risultato del tutto estraneo ai fatti. Ma pare certa l’individuazione di chi in quel box andava e veniva. Ed è da questa notte che qualcuno risulta attivamente ricercato dalla polizia.

Certo è che il ritrovamento non è casuale. Come evidente è che gli uomini della mobile sono andati a colpo sicuro.

Ma la domanda resta: chi aveva un arsenale di queste proporzione a disposizione? I clan locali, una organizzazione terroristica? Tutto farebbe pensare ai clan locali. Da quando è iniziato il festival dei canterini a Cosenza, qualcuno deve aver pensato di mettere al sicuro l’arsenale, spostandolo da un luogo all’altro, visto le tante cantate.

armi 2

Ma evidentemente non avevano fatto i conti con gli ultimi pentiti, quelli di cui ancora non si sa il nome. Perché non possono essere certo stati i vecchi pentiti (per capirci Foggetti e compari) a far ritrovare l’arsenale.

Deve per forza essere stato qualcuno che fino a qualche mese fa era ancora in libertà. Perché lo spostamento è stato fatto di recente. E quindi nessuno di quelli che da tempo cantano potevano essere al corrente del nuovo “covo”.

Con questo ennesimo colpo, la mala cosentina resta disarmata. Grazie anche alla tempestività con cui gli uomini della mobile si sono mossi. Non siamo mai teneri con la questura, ma questa volta ci sentiamo di dire che hanno fatto un buon lavoro.

Privando le cosche della loro armeria. Restiamo in attesa dei prossimi sviluppi che a sentir parlare il questore dovrebbero essere imminenti. Della scoperta è stata anche informata la DDA di Catanzaro. Ora le armi sono al vaglio della scientifica che appurerà se sono state utilizzate o meno in altri reati. Il cerchio attorno alle cosche cosentine si stringe ogni giorno di più. E per boss e gregari le ore sono contate.