Depurazione, M5S all’attacco: “128 Comuni in infrazione Ue”

Nei decenni passati, e fino a pochi anni fa, il notevole aumento del consumo di acqua da parte delle industrie, delle attività produttive e domestiche, portò ad un aumento del carico delle acque reflue, complicando o addirittura impedendo in parte, il potere di autodepurazione dell’acqua.

Proprio per questo, oggi, il sistema depurativo appare fondamentale per una società civilmente evoluta, ma soprattutto per il benessere e la tutela delle nostre acque e quindi della nostra salute.

In Calabria, si sa, ciò non interessa a chi della salute ne fa un business personale. Per fortuna c’è qualcuno che s’impegna costantemente su questo fronte, carente ad oggi di una seria ed organica programmazione: il Movimento 5 Stelle che, a tal proposito, questa mattina ha reso note le gravi criticità del sistema depurativo in Calabria.

Criticità che hanno contribuito all’apertura, da parte della Commissione europea, dell’ennesima procedura di infrazione per l’Italia. Ben 128 gli agglomerati calabresi che vi rientrano.

Ciò per cui si battono da tempo gli appartenenti al Movimento è avere un accurato monitoraggio delle acque, utilizzo trasparente dei fondi e gestione pubblica delle piattaforme depurative.

Cose che dovrebbero essere normali in una Regione onesta e trasparente, ma questo non accade in Calabria.

“La classe politica dirigente continua a gestire il sistema depurativo in forma “straordinaria” pur esistendo “ingredienti” per interventi di adeguamento del comparto (quelli appunto sopra citati). Le multe per le violazioni alle Direttive Ue ricadono immediatamente sulle tasche dei cittadini, gli stessi ai quali viene negato il diritto alla salute e ad un territorio ed un mare pulito.”

IMG_20160506_110925 Così come dichiarato nel corso della conferenza dai Portavoce al Parlamento europeo Laura Ferrara e alla Camera dei Deputati Paolo Parentela che hanno aggiunto:

“Depurazione, un tema di cui si parla solo nel periodo estivo, nel momento dell’emergenza. Ma l’emergenza è costante. Esistono scarichi occulti, a distanza di 50 o 100 metri dalle coste, quindi difficili da vedere. Sul monitoraggio e la trasparenza del sistema idrico abbiamo fatto interrogazioni, denunce e proposte di legge che attualmente sono chiuse in un cassetto, su cui non vogliono discutere. Il Governo non ha speso neanche un centesimo per il monitoraggio, i fondi europei sono bloccati.

E se il Governo tace, non di meno fanno gli Enti che dovrebbero fornire informazioni relative ai siti monitorati e interessati dalla procedura d’infrazione.

“È un anno – ha aggiunto Laura Ferrara ormai che monitoriamo costantemente la situazione dei sistemi depurativi della nostra regione, abbiamo contattato tutti i 128 comuni interessati dalla procedura d’infrazione e di questi solo in 11 hanno risposto alla nostra richiesta di chiarimenti. 

La Regione stanzia solo a giugno 2015, 8 milioni di euro per i comuni costieri, uno dei tanti interventi tampone arrivato fuori tempo massimo. Un intervento emergenziale che alla fine si è spalmato lungo il tempo con 2 proroghe, di cui l’ultima con scadenza giugno 2016, appunto. 114 i comuni costieri che hanno richiesto il finanziamento che va ad aggiungersi agli oltre 200 milioni di euro che dal 2000 la Calabria ha ricevuto per il comparto depurativo. Solo alcuni di questi Comuni rispondono alle nostre sollecitazioni e le risposte sono sconfortanti. Pochissimi quelli che effettivamente dichiarano la conclusione dei lavori di riefficientamento entro i tempi previsti, altri lamentano i soliti ritardi atavici e altri ancora, pur avendo trasmesso correttamente le documentazione richiesta, si sono visti negare il finanziamento.

Grazie al Progetto Punto zero, dai campionamenti effettuati nella zona industriale di Rende sono emersi dati superiori a quanto previsto dalla normativa vigente. Ne è seguita immediata denuncia grazie alla quale l’area è ora sottoposta alla lente d’ingrandimento del Ministero dell’Ambiente. Stiamo monitorando, anche, zone segnalate in prossimità di Campagnano. L’attenzione del Movimento 5 Stelle rimane costante affinché i cittadini calabresi abbiano la salute ed il mare che si meritano.

Ci auguriamo che tutte le amministrazioni, non solo i comuni limitrofi alle coste, si uniscano al progetto. Solo attraverso forza e volontà, laddove vi sia, in maniera sinergica si potrà fare qualcosa di buono per la tutela dei cittadini”.

Di comune accordo il candidato a sindaco Gustavo Coscarelli, che ha evidenziato la necessità di riorganizzare l’intero sistema per restituire beni pubblici, gestiti invece da politici come fossero privati”.

E consigliere di Rende Domenico Miceli che si è soffermato sulla situazione vergognosa del depuratore in c/da Coda di Volpe.

“Siamo ritornati da Manna per capire il corretto funzionamento di questo impianto. Un depuratore consortile gestito da Consorzio Valle Crati, qui manca trasparenza. Si tratta di un’azienda speciale o no? Nessuno ci ha mai dato risposta. Che fine hanno fatto i fondi Cipe?  

La società Meridiem Ambiente S.r.l. è controllata dal Consorzio, ma nessuno sa niente. Abbiamo chiesto i dati 2016 della depurazione e non c’erano, ci hanno fornito dati contrastanti. Quindi non sappiamo se funziona bene o male, il Comune di Rende non sta controllando il Consorzio Valle Crati, chi difende gli interessi dei cittadini?

Della legnochimica, poi, nessuna novità. Silenzio. E’ necessario rivedere il sistema togliendo fuori la politica per una gestione pubblica e trasparente”.

E trasparenza e ciò che chiedono e pretendono i cittadini, non solo da un punto di vista economico ma per la tutela del territorio e della salute pubblica.

V.M.