De Rose: “A Rende non si parla di mafia ma ci si comporta da mafiosi”

Massimiliano De Rose, consigliere comunale di Rende per Rende, ha provato a sintetizzare la mattinata di ordinaria follia nella città d’oltre Campagnano. 

“Stamattina, fissato l’orario del Consiglio alle 9 io sono andato in consiglio comunale prima dell’inizio dei lavori per presentare la richiesta di inserimento di un ordine del giorno indifferibile e urgente relativo all’imminente processo Reset e alle determinazioni dell’amministrazione rispetto alla partecipazione al processo, considerato che il Comune di Rende è stato espressamente indicato come parte offesa.

Presentata al segretario e al presidente del Consiglio questa proposta come da regolamento del consiglio comunale articolo 32 comma 2 e comma 4, la richiesta presupponeva che alla presentazione dell’ordine del giorno mi venisse data la parola per illustrare la proposta e per valutare poi il Consiglio l’inserimento del punto tra gli altri ordini del giorno già stabiliti in conferenza dei capigruppo.

Questa operazione è stata illegittimamente impedita perché approfittando dell’assenza – stiamo parlando delle 9 e qualche minuto – degli altri consiglieri di minoranza hanno in poco più di 5 minuti saltato l’inno nazionale, che di solito è previsto da regolamento si debba ascoltare prima della seduta, hanno approvato i verbali della seduta precedente, fatto il subingresso in Consiglio di Marasco, invertito l’ordine del giorno – il Psc dal punto 2 al punto 3 – e senza relazione e senza discussione hanno approvato il Psc.

Siamo andati su iniziativa del mio gruppo Rende per Rende dal prefetto immediatamente per rappresentare la grave violazione regolamentare oltre alle questioni di merito del Psc. Al prefetto – ci ha ricevuto la sua vicaria – seguirà una comunicazione formale e la Prefettura adotterà le iniziative che riterrà opportune in ordine ai chiarimenti sia della condotta del presidente che del segretario.

Hanno rifiutato ogni possibile discussione sull’imminente processo “Reset”, quindi a Rende non si parla di mafia ma ci si comporta da completi mafiosi nella gestione del consiglio comunale pur di approvare il Psc.

Aggiungo che per la fretta di approvare il Psc non hanno tenuto conto di eventuali incompatibilità di alcuni consiglieri di maggioranza: l’hanno votato tutti, anche qualora fossero incompatibili. Inoltre, dal video pubblicato sul sito del Comune di rende manca completamente la parte iniziale del consiglio comunale compreso il mio intervento che reclamava l’osservanza del regolamento da parte del segretario e del presidente. Purtroppo per loro questo pezzo di video è stato comunque registrato e ce lo abbiamo”.