Crotone. Ci sono indagati nell’inchiesta sul naufragio di Cutro

(ANSA) – CROTONE, 01 GIU – Ci sarebbero alcuni indagati nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Crotone per accertare eventuali responsabilità per il mancato intervento per
soccorrere il barcone carico di migranti che il 26 febbraio scorso s’infranse, a causa della forza del mare, a poche decine di metri dalla riva. Le persone che sarebbero state iscritte nel registro degli indagati sarebbero componenti del sistema di soccorso che avrebbe dovuto essere attivato in soccorso dei migranti dopo l’individuazione dell’imbarcazione. Da qui l’iniziativa della Procura di disporre la perquisizione delle sedi di Frontex, Guardia di finanza e Guardia costiera. (ANSA).

Dopo tre mesi di analisi sulle relazioni di servizio e documenti acquisiti nelle sedi di Frontex, della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta sul naufragio di Cutro del 26 febbraio scorso, in cui sono morte 94 persone, mentre il numero di dispersi si attesta a circa 30 persone, la procura di Crotone ha iscritto i primi nomi nel registro degli indagati, secondo quanto riporta Repubblica. E su disposizione del sostituto procuratore di Crotone, Pasquale Festa, i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Crotone hanno dato il via alle perquisizioni nelle sedi della Capitaneria di Porto e della Guardia di Finanza per raccogliere ulteriore materiale ed elementi utili per verificare l’eventualità di inserire tra le ipotesi di reato quella di omissione di soccorso. Il procuratore della Repubblica di Crotone, Giuseppe Capoccia, ha precisato che non sono state «effettuate perquisizioni nei confronti di Frontex, ma il quadro generale dell’indagine è quello: più che delle vere e proprie perquisizioni stiamo eseguendo dei riscontri puntuali su elementi che ritenevamo mancanti per completare l’indagine». Gli agenti hanno sequestrato computer, telefoni cellulari, tablet e documentazione scritta per ricostruire la dinamica di quanto accaduto quella notte e tracciare le comunicazioni tra i vari corpi di soccorso che sarebbero dovuti intervenire. Secondo quanto emerso finora, l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera Frontex non avrebbe fornito la documentazione completa. A mancare ci sarebbe in particolare il tracciato dell’aereo che, dopo aver sorvolato l’imbarcazione e averla monitorata, è rientrato alla base – ufficialmente per carenza di carburante -, senza però segnalare la necessità di intervento di soccorso da parte delle autorità italiane.

I ruoli di Frontex, Guardia di Finanza e Guardia Costiera

Secondo quanto riferito ufficialmente, l’imbarcazione su cui erano presenti i migranti prima di naufragare al largo delle coste di Cutro, venne avvistata nella notte del 25 febbraio dallo staff di Frontex, che ne segnalò la presenza alla Guardia di Finanza. Le Fiamme gialle inviarono da Taranto e Crotone due unità navali per intercettare il caicco. Entrambe tornarono indietro prima di averla raggiunto, spiegando che il dietrofront è stato dovuto alle condizioni meteo avverse. L’imbarcazione, nel frattempo, rimase al largo della costa calabrese, monitorata dall’alto da un elicottero di Frontex che però, per carenza di carburante, dovette rientrare alla base. Nel mezzo la Guardia Costiera, che però non risulta essere stata avvisata per intervenire in tempo. La Guardia Costiera è intervenuta successivamente, sei ore dopo il messaggio d’allarme lanciato da alcuni pescatori che avevano avvistato l’imbarcazione in difficoltà.