“Siamo uomini o caporali?”

dalla pagina FB Retroscena Criminali della Storia d’Italia nelle Opere di Otello Lupacchini

All’esito delle audizioni dei candidati all’ufficio di Procuratore della Repubblica di Napoli, non resta che richiamare qui, come tema di meditazione, ma anche canone di valutazione questo illuminante aforisma di Antonio de Curtis in arte Totò, a proposito di “uomini” e “caporali”:

“L’umanità io l’ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali. La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza. Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama. I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l’autorità, l’abilità o l’intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque. Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera.”…. (Antonio de Curtis, in arte Totò)
L’effigiato è un “uomo” o un “caporale”? A CIAONE l’ardua sentenza!