di Franco Panno
Diceva di ogni estate, che sarebbe stata l’ultima. C’era della scaramanzia nel commiato di Nando. Era molto anziano, forse lo era da sempre, per noi che frequentavamo quel luogo Marino fin da bambini era così. Lo trovavamo, appena arrivati, nei primi giorni di agosto, al tavolo del bar, mentre giocava a carte, e intonava una delle sue canzoni preferite “Palomma e notte”, mentre la cantava, toccava, paternamente, il naso ad una delle ragazze presenti. Ci piaceva tanto quel Signore napoletano, elegante, simpatico, dall’eloquio forbito. Da bambini il nostro interesse era dettato dalla sua generosità, appena ci vedeva arrivare, erano gelati per tutti, e battute simpatiche del tipo ” Franchetie’ te si ‘ngrassato nu pare e gramme…” a sottolineare la mia magrezza.
Teneva banco la sera, quando raccontava di suo Padre, che prese parte alle giornate napoletane di resistenza, durante la seconda guerra mondiale. Raccontava di sua moglie, ragazza dei quartieri, un amore osteggiato dalla sua famiglia benestante. Non parlava mai di un dolore, che nascondeva con dignità, la perdita del figlio maggiore. Poi tutto finiva in musica, a lui devo la passione per la canzone napoletana, e la scoperta di Fernando De Lucia, tenore napoletano, che riteneva superiore a Caruso. Era uno dei pochi ad averne ascoltato la voce, grazie ad un artifizio di registrazione che non saprei spiegare. Gli piaceva stare in compagnia. Raccoglieva un mondo attorno a sé. Nei momenti di solitudine, quando i temporali d’estate facevano comparsa, lo osservavo di nascosto, sotto il tendone del capanno, Nando guardava il mare in tumulto, sembrava la proiezione della sua anima, di un dolore che non aveva smaltito.
Finiva l’estate, ci salutava con il solito “Arrivederci, questa è l’ultima estate insieme…”. Tornò la bella stagione, tutti al bar, il rito del saluto a Nando, noi ormai adolescenti, avevamo ancora bisogno del calore e della sagacia di quel Signore elegante, che recitava Di Giacomo. Il tavolo era vuoto, Gianni il cameriere aveva gli occhi bagnati. Quella sera nessuno ebbe il coraggio di sedersi a quel tavolo. Nando, per una volta, era stato di parola.
Palomma e notte, Lina Sastri.
Buona giornata