Cosenza. Frammenti di pomeriggi nella Città vecchia (di Franco Panno)

di Franco Panno

Le mura della città vecchia d’estate sprigionavano una frescura, irriproducibile da qualsivoglia condizionatore. Le “vineddre”, cosi’ si chiamano dalle nostre parti i cortili della zona storica. Tante giornate passate, semplicemente ascoltando racconti godendo di quella frescura commentate dalle note delle canzoni che uscivano dalle radio delle case. Ogni tanto mi precettavano per qualche incombenza: sigarette, riviste, bibite.

La Signora Gina mi chiamava per le sue preferite, Bolero, Grand Hotel i fotoromanzi della Lancio, era innamorata di Max Delys, ricordo ancora il titolo di un episodio: “Non piangere Delfina”. Come ricompensa il resto e una bibita al tamarindo, chissà se ne fanno ancora. Tra le tante persone che amavano la frescura della Casbah, il mio amico Lello, un Maestro di vita, i suoi dischi sono stati la colonna portante della mia formazione. In attesa che nonna mi calasse dal balcone la mia merenda, pane olio e pomodoro, la vista del Castello Svevo-Normanno mi portava in un’altra dimensione. Frammenti di pomeriggi nella Citta’ vecchia.

It’s only love, Gary US Bond
Buongiorno