Sono stato ricoverato da giorno 19 giugno nel reparto di Ortopedia dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza perché dovevo affrontare un intervento al braccio e da due giorni “elemosinavo” un antidolorifico.
Finalmente due giorni dopo il primario mi prescrive una flebo perché i dolori sono lancinanti. Da premettere che dovevo fare la flebo alle 14, verso le 18 passano per la terapia ed essendomi appisolato dalla stanchezza che il dolore mi ha procurato non si sono degnati di farmi l’altra flebo…
Verso le 10 di sera li prego per farmela e così anche alle 11 e a mezzanotte e con fare quasi strafottente tutti e due gli infermieri e il medico di turno mi dicono di aspettare… Sono stato costretto a firmare per farmi dimettermi dall’ospedale per poter andare a casa a farmi una puntura da solo perché lor signori non si degnavano di farmela.
L’indomani vado in reparto perché avevo dimenticato la cartella con tutta la documentazione e parlando con il medico di turno mi dice “DA ME CHE VUOI? NON POSSO FARE NIENTE E CON FARE MINACCIOSO MI DICE: STAI ZITTO CHE TI FACCIO A PEZZI”.
Più in là aspettava mia moglie e con modo sgarbato e davanti ad altre persone le dice: “QUESTO È IL RINGRAZIAMENTO… QUA NON CI DOVETE METTERE PIÙ PIEDE”. Se questa è la sanità calabrese forse sarà chiaro a tutti perché la gente con problemi di salute fa chilometri per essere curata altrove. Chiedo l’attenzione dei media anche perché giorno 23 (oggi, ndr) avrei dovuto operarmi e sono costretto a partire verso il Nord perché i miei diritti di cittadino vengono calpestati. L’ospedale di Cosenza non è altro che un lazzaretto dove l’umiltà, l’educazione e la gentilezza sono solo meteore… Altro che sanibook e cazzate varie…
Lettera firmata