Yevgeny Prigozhin alla guida di una rivolta contro Mosca. Il leader del gruppo Wagner ha annunciato che le sue truppe hanno attraversato la frontiere e sono entrate a Rostov. “Ora stiamo entrando a Rostov – ha scritto su Telegram – le divisioni del ministero della Difesa, o meglio le reclute che sono state inviate per fermare il nostro cammino, si sono fatte da parte”. “Se qualcuno cercherà di fermarci, distruggeremo tutti“, ha aggiunto. Prigozhin ha poi affermato di aver preso il controllo di tutti i siti militari della città russa sul Don. In un video, il leader di Wagner ha detto che lui e il suo esercito sono nel quartier generale del distretto militare meridionale della città. “Sono sotto controllo tutti gli obiettivi militari, compreso l’aeroporto“, afferma Prigozhin nel video pubblicato questa mattina, specificando che questo però non sta impedendo ai caccia russi diretti in Ucraina di continuare a decollare. “Gli aerei stanno decollando come previsto”, ha detto nel video.
DISCORSO DI PUTIN ALLA NAZIONE, A SAN PIETROBURGO RAID IN QUARTIER GENERALE WAGNER
“Un colpo di pugnale alle spalle alle nostre truppe e alla Russia”. Così Vladimir Putin, in un discorso televisivo alla nazione, ha definito la rivolta armata lanciata da Yevgeny Prigozhin, parlando di “gravi azioni di tradimento” ed assicurando che i responsabili “pagheranno per questo”.
Il ministero della Difesa russa ha quindi rivolto un appello ai mercenari della Wagner affermando che sono stati “tratti con l’inganno nell’avventura criminale di Prigozhin” ed esortandoli a non partecipare “alla rivolta armata”. “Facciamo appello ai combattenti delle squadre d’assalto Wagner”, recita l’appello, riportato dalla Tass, in cui si ricorda che “molti vostri compagni di diversi distaccamenti si sono già resi conto del loro errore” ed hanno chiesto aiuto per lasciare la formazione guidata da Prigozhin.
“Vi chiediamo di mostrare prudenza e di mettervi in contatto con i rappresentanti del ministero della Difesa russo o delle forze dell’ordine il prima possibile. Garantiamo la sicurezza di tutti”, conclude il ministero della Difesa.
Le forze di sicurezza russe hanno intanto condotto un raid nel quartier generale di Wagner a San Pietroburgo. Lo riporta il sito Fontanka, citato dalla Bbc, spiegando che “persone dal volto coperto e con fucili automatici” in azione anche nella zona della città russa dove ci sono l’albergo e il ristorante di proprietà di Yevgeni Prigozhin. Pubblicato anche il video delle forze di sicurezza che entrano nel Wagner Centre.
“Vi esorto a fermarvi. Il nemico sta solo aspettando che la situazione politica interna peggiori nel nostro Paese. Non potete fare il gioco del nemico in questo momento difficile per il Paese”. E’ quanto afferma il generale Sergei Surovikin, comandante dell'”operazione speciale” in Ucraina, in un altro appello con cui i mercenari di Wagner vengono esortati a non appoggiare la rivolta di Yevgeny Prigozhin e a obbedire agli ordini di Vladimir Putin.
MA CHI E’ PRIGHOZIN?
Figura singolare quella del padrone della Wagner, esercito privato dell’età della globalizzazione di tutto, anche e soprattutto della violenza. Lo abbiamo sottovalutato forse questo strano oligarca con la pancia e l’elmetto quando lo definivamo’’ il cuoco del Cremlino’’ perché tra l’altro dall’amico Putin aveva in concessione (miliardaria) l’organizzazione a corte di banchetti, ricevimenti e festini per Eccellenze.
In realtà Prighozin ha capito che la guerra nel ventunesimo secolo rende, molto di più che preparar raviolini e insalate. Rende soprattutto quando la puoi fare da privato, senza bandiere ufficiali, senza regole d rispettare, contratto. In fondo ha solo copiato gli americani: sono loro, i mediocri strateghi dell’era Bush e del travagliato dopo torri gemelle, che si sono inventati gli eserciti privati per tenere a bada Iraq e Afghanistan senza dover rispondere ogni sera dei ragazzi americani morti al telegiornale. Era semplice, un metodo vecchio come la storia del mondo. Bastava ingaggiare ex guerrieri alle prese con il mutuo da pagare, i divorzi, meglio ancora qualche conto con la giustizia da saldare e spedirli dove serve. A presidiare il terreno, le zone verdi, a ripulire gli angolini dagli indomabili terroristi.
Prighozin ha fatto scoprire l’Africa a Putin, le sue infinite possibilità di saccheggio, economico e politico. Regimi corrotti e traballanti, ormai insofferenti al controllo dei vecchi colonizzatori, alle loro fastidiose richieste di democrazie seppur molto camuffate e ai loro esosi contratti per le materie prime. La Wagner è scesa sull’africa come una nube di cavallette, armata di kalashnilov e succosi appalti per le miniere, ma anche giornal, canali internet, propaganda e bustarelle.
Prighozin, un incrocio tra oligarca, signore della guerra e affarista è diventato così sempre più potente. Come i capibanda delle compagnie di ventura del rinascimento ha scoperto che il conto in banca forse non bastava perché i regimi sono sospettosi verso chi è troppo forte o non sono così invincibili come la stentata guerra in ucraina ha dimostrato. Allora ha scoperto che da servo seppur ricco, da carne da macello si può tentare di diventare Signore. Nel rinascimento il Carmagnola fini decapitato ma Francesco Sforza divenne signore riverito di Milano. Ha ventiquattro ore per conquistare un destino.