Artigli sempre più affilati si allungano sulle risorse idriche in Presila. La Regione Calabria ha preso decisioni nette e inequivocabili che rendono se non altro sospetto il comportamento di alcuni sindaci. E se si stesse impacchettando qualche bel regalo a spese dei cittadini?
Qualcosa non quadra e in questa fase ogni dubbio è lecito. Lo scorso anno, infatti, la giunta regionale ha votato, con deliberazioni 183 e 256, l’istituzione di un ente pubblico,un Ambito Territoriale Ottimale che dovrà organizzare e controllare la gestione del servizio idrico integrato dell’intera regione (AIC, Autorità Idrica della Calabria).
Se il progetto è questo, perché i sindaci presilani si stanno affannando per realizzare una grossa opera pubblica di incanalamento dell’acqua delle sorgenti presenti sul territorio (acquedotto già dei Casali) che poi passeranno sotto la competenza dell’AIC?
Alla luce del decreto attuativo N° 552 (Dipartimento infrastrutture lavori pubblici e mobilità), in cui viene suggerita come unica soluzione possibile la ri-pubblicizzazione ed il successivo inglobamento all’interno dell’AIC di SORICAL , appare quanto mai falso continuare ad addurre come pretesto per la realizzazione dell’opera la volontà di distaccarsi da essa.
Nel suddetto decreto è specificato, inoltre, che la forma pubblica dell’AIC è REVERSIBILE.C’è il rischio, dunque, che i comuni spendano soldi per un’opera che ricadrà sotto la competenza di un ente che potrebbe diventare privato o a capitale misto, aggiungendo al danno anche la beffa.
Una beffa tanto più amara dal momento che con tutto ciò si trascura quanto espresso da 26 milioni di italiani con il referendum sull’acqua pubblica. E soprattutto perché ipotizzare di realizzare quest’opera con un project financing (come specificato nel protocollo d’intesa per il completamento e l’efficientamento dell’acquedotto già dei Casali) ovvero coinvolgendo una ditta privata che dovrebbe eseguire i lavori, recuperando successivamente i costi, ovviamente con gli interessi, dalla gestione dell’opera realizzata, seppure per un numero limitato di anni?
A garanzia dell’investimento, l’azienda che effettuerà i lavori, avrà le bollette dei cittadini!
Dunque perché la popolazione presilana dovrebbe subire e tollerare un aumento delle bollette relative al servizio idrico per pagare lavori che andranno a beneficio di qualche azienda privata?
Le operazioni di incanalamento dell’acqua di sorgente possono essere svolte senza mettere le mani in tasca ai cittadini.
I sindaci, ad esempio, potrebbero premere sull’assemblea dell’AIC, affinché ,come di sua competenza,indirizzi risorse economiche a quest’opera. La verità è che si stanno indirizzando energie alla risoluzione del problema sbagliato.
Il reale motivo dei frequenti disservizi non è la mancanza della risorsa ma la pessima gestione della rete idrica che, ridotta ad un colabrodo, è proprio il caso di dirlo, fa acqua da tutte le parti. E allora a che pro aumentare la portata dell’acqua di sorgente?
Nel corso del consiglio comunale del 27 aprile, nel comune di PEDACE è stato approvato lo schema di convenzione per la costituzione di un ufficio comune per bandire la gara per la manutenzione dell’acquedotto dei Casali. Tra l’altro è stata elusa la flebile proposta accennata dal sindaco di Spezzano Piccolo, affinché fosse istituito un “osservatorio” di privati cittadini da coinvolgere nelle attività svolte da sindaci e tecnici. Ancora una volta la trasparenza e la partecipazione, per questioni che sono di interesse pubblico e che meriterebbero il coinvolgimento della popolazione, sono state ignorate.
Il nostro appello, rivolto agli amministratori dei restanti paesi interessati,(Spezzano Piccolo-Casole Bruzio-Serra Pedace-Spezzano Sila-Trenta) è quello di non votare a favore della creazione di questa convenzione.
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