Cosenza. In ricordo di Silvio Taranto (di Franco Panno)

di Franco Panno

Passo sempre insonne la notte che precede quel maledetto 5 luglio, giorno della tua dipartita. Ma nonostante il dolore, mai svanito, non può mancare un mio ricordo, da condividere con le persone che ti hanno conosciuto e voluto bene.

Cosa resta? Tanto, davvero. La conta dei soldi per pagare il conto in trattoria, menu’ fisso, baccalà fritto e spezzatino, la nostra passione per la musica, la tua trasmissione, Il mio canto libero, è nella mente di tutti, le discussioni interminabili sulla panchina della Piazza, con l’autoradio del tuo Fiorino, la nostra blues mobil, a fare da Juke box. Eravamo come John Belushi e Dan Akroyd, il nostro repertorio di battute per stendere chi si prendeva sul serio, prerogativa dei cretini: “Scusi se la mia ignoranza non è pari alla sua…” o alla fine di un discorso serioso chiudevamo con un “Non so se mi rendo conto di quello che dico…”.

Ci imbucavamo alle feste e tu con nonchalance dopo aver fatto fuori un discreto numero di supplì e tramezzini, mi chiedevi con la tua aria sorniona: “Frank, fai un altro giro al buffet, vai tu che hai le phisique du rol“. Condivisioni a tutto tondo, dall’impegno al cazzeggio d’autore. La tua Napoli, la passione per il giornalismo… avevano scelto per te un Avvenire impiegatizio, rifiutati con un “Grazie, ma sto bene solo in una redazione”.
Questo mondo, sempre più sciocco e cupo, mi riesce difficile sopportarlo senza la tua ironia.
Mi fermo sempre alla panchina della nostra Piazza Europa, come se aspettassi un amico che passa col suo scassatissimo Fiorino pronunciando la frase, magica, quella che svoltava la giornata: “Frank, monta su, oggi siamo in missione per conto di Dio…”
Silvio Taranto 1958-2000