Napoli, il giorno di Meluso. “Ho detto sì a De Laurentiis in 20 secondi. Se teniamo Osimhen è una gran cosa”

Aurelio De Laurentiis con una breve introduzione ha presentato Mauro Meluso, nuovo direttore sportivo della SSC Napoli. Il presidente azzurro ha rilasciato le seguenti dichiarazioni dalla sala eventi del Comune di Dimaro Folgarida. Grande soddisfazione nelle sue parole. “Il nome di Mauro Meluso nasce dalla concertazione e lo studio che abbiamo fatto insieme al capo dello scouting Micheli e all’ad Chiavelli ed abbiamo deciso che il profilo di Meluso coincideva con quello che cercavamo”.

“Poi ho fatto un rewind molto rapido e mi sono ricordato della mia considerazione che avevo dato per Italiano quando gli feci i complimenti per aver battuto il Napoli e chi mi accompagnò nello spogliatoio era proprio il ds di quello Spezia. Mauro, benvenuto!”, ha riferito De Laurentiis che è apparso molto soddisfatto della scelta fatta.

NAPOLI, IL GIORNO DI MELUSO

Ed ecco le dichiarazioni di Mauro Meluso. “Le mie sensazioni sono particolarmente positive, sono venuto nella società campione d’Italia. Le responsabilità aumentano, ma il calcio è uguale a tutte le latitudini. Cambiano i numeri, ma ho fatto calcio ovunque da giocatore e ds. Aumentano le responsabilità con impegni economici più alti e più tifosi, ma questo non è motivo di paura. Ma di ulteriore stimolo e responsabilità. Sono particolarmente felice. Ringrazio De Laurentiis, l’ad Chiavelli e Maurizio Micheli che hanno pensato a me. Sono stato chiamato all’improvviso dopo quest’aneddoto che ha raccontato il presidente. Era la stagione 20-21, venimmo a giocare e vincere meritatamente a Napoli. A fine partita, andando fuori dal protocollo che c’è nel calcio che di solito si evita di farlo, ma De Laurentiis venne nello spogliatoio per farci i complimenti e fu una sorpresa. Da quel momento ci son stati contatti formali, ma il 13 luglio fra le 7 e 7.30 mi ha chiamato De Laurentiis per andare a parlare con lui. Mi sono fiondato a Napoli! Sono arrivato più o meno prima di pranzo, abbiamo chiacchierato e mi ha fatto un bel po’ di domande. Anche se mi conosceva già. Aveva sicuramente già fatto un minimo di selezione. Siamo stati a pranzo con Micheli e Antonio Sinicropi, a tavola col golfo e Capri De Laurentiis ha tirato fuori un fogliettino e in 20 secondi ci siamo messi d’accordo. Così è nata quest’avventura”.

Sul rinnovo di Osimhen

“Sono appena arrivato, quel che so oggi è che se riusciamo a tenerlo è una gran cosa. Fa la differenza in Serie A e non ce ne sono tanti. Ma sono appena arrivato, son cose che vedremo piano piano. Qualsiasi decisione si prende è collegiale, son sempre stato abituato a lavorare così”.

Sulla cessione di Kim Min-jae

Io sono appena arrivato, da lunedì cominceremo a fare riunioni e programmare il da fare. Prima di me Micheli e il presidente con Chiavelli han fatto il loro lavoro. Poi ci sarà una voce in più che darà il suo parere, le sue considerazioni. Kim sicuramente è un giocatore che andrà sostituito, lavoreremo su questo”.

Sul suo ruolo al Napoli

“Mio ruolo? Io credo che in ambito di una società così importante, non si può lavorare con una sola persona che decide. Ci son più persone che si incontrano, scambiano le idee e arrivano alle decisioni. De Laurentiis è sicuramente un decisionista, avrà sempre un peso importante. Ma credo, quando parlavo col presidente, mi chiedeva se facessi questo mestiere a 360 gradi. Non solo mercato. Ma anche occuparsi dei rapporti all’interno: è una società che ha vinto lo scudetto, ha cambiato ds e allenatore. Ci sarà da lavorare all’interno, perché questa è una squadra forte se non viene stravolta. E lavorare sui pochi giocatori da sostituire come Ndombele e Kim. Certe strategie, ovviamente, restano segrete.

Sui rinnovi

“Il primo rinnovo da fare, quello cruciale? Per quanto riguarda la squadra, è una super squadra per aver vinto con 20 punti di vantaggio in Serie A. Complimenti a chi l’ha costruita e a chi l’ha allenata. Ma è evidente che li terrei tutti, però poi bisogna vedere le dinamiche interne: nel calcio ci sono tante cose che chi fa il mio mestiere conosce. Sono dinamiche che riguardano tante cose, si lavora. Il Napoli può lavorare per cercare di rimanere in un ambito alto, con una squadra competitiva: questo è quello che faremo. Non le conosco ancora, le svilupperemo nel proseguio del lavoro di queste settimane. Questa è una squadra che negli anni ha avuto un crescendo. Quindi è una squadra che deve restare su livelli alti.

Sulla telefonata del presidente

“Beh, sono rimasto veramente sbalordito perché non me l’aspettavo. Il Napoli che chiami me non era una cosa attesa. Non che non me lo meritassi, consentitemelo, ma il momento… non pensavo potesse accadere ora!

E ha continuato: In quale settore posso dare il contributo maggiore? Non so, lo vedremo. Ho fatto calcio a tutti i livelli, son qui da quando ero bambino. Sono una persona d’esperienza, ho quasi 59 anni e faccio questo mestiere da tanti anni che ho smesso di giocare per infortuni presto. E dal ’97 faccio questo mestiere, sono tanti anni. L’aver lavorato in categorie inferiori e aver accumulato esperienza, mi ha portato col profilo basso ad arrivare in Serie A con Spezia e Lecce. Mi dà grande forza, perché so di conoscere bene il calcio e in tutte le sue sfaccettature. Poi racconto un piccolo aneddoto: a 13 anni fui selezionato per venire nelle giovanili del Napoli. A Soccavo, ma mia mamma si oppose a questo trasferimento. Non riuscì a convincere la mia famiglia, il Napoli. Poi il DS che mi aveva scelto andò alla Lazio e io arrivai lì. Il Napoli è stato sulla mia traiettoria, oggi lo ritrovo e mi fa molto piacere.

Sul Mercato arabo

“Interessi per giocatori del Napoli non mi sono ancora stati riferiti, iniziamo però ad essere operativi da domani. Abbiamo una riunione con De Laurentiis, Micheli, gli altri scouter e Chiavelli. Cominceremo a parlare a 360º. Il mercato arabo ha delle possibilità molto superiori a quelle del nostro calcio, è evidente che non possiamo competere con chi offre 20 milioni all’anno ad un giocatore. Ha sballato il mercato.

Sul Napoli

“Quanto cambia da Lecce e Spezia e lavorare come il NapoliChe sfida è a livello personale? Il calcio è uguale a tutte le latitudini perché per far sì che le cose funzionino serve una società coerente con le idee chiare. La coerenza è la parte principale, per essere credibili. Quelli che ci fanno vincere le partite e perdere però sono poi i calciatori. Se non si crea però una situazione credibile, si crea un alone di incertezza e di poco entusiasmo che diventa negativo. Per questo dico così. Poi c’è il campo, dove bisogna essere meritocratici con regole certe che si fanno rispettare. Io credo sia importante farle rispettare: è la Bibbia del calcio per me.

Sulla squadra del cuore

“Se De Laurentiis mi ha chiesto per che squadra tifo? No, non me l’ha chiesto. No, non ho mai tifato per la Juve! Ho giocato in Serie A per Cremonese e Lazio ma non ho un tifo in particolare per una squadra. So a cosa si riferisce, ma ovviamente io tifo per la squadra per la quale lavoro. Quand’ero a Lecce, ho dato tutto per il Lecce. Lo stesso a La Spezia. Adesso sono a Napoli, è una grande opportunità e darò tutto quello che posso e il mio meglio”.

Sul progetto Napoli

“Cosa mi ha colpito del progetto Napoli? Ho dei cari amici napoletani, parlavo spesso con loro del Napoli perché credo che la grande forza di questa società è il grande calore e partecipazione della piazza. Ricordo che a dicembre sono venuto in gita a Napoli, c’era ancora tempo prima dello scudetto. Eppure la città era già al settimo cielo. La gente ti fa sentire importante qui ma è evidente che aumentano le responsabilità. Mi diceva Lombardo pocanzi che negli ultimi dieci anni dietro la Juventus il Napoli è la squadra che ha fatto più punti. Vuol dire che lavora benissimo. Lo scudetto è una cosa straordinaria, l’entusiasmo qui è contagioso: è un buon carburante per noi”.

Sul mercato

“Se valorizzero giocatori italiani da categorie inferiori o dall’estero alla Kvaratskhelia? Il discorso è questo, lo scouting del Napoli e io stesso siamo sempre alla ricerca di qualcosa di positivo. Io in questo periodo sono stato in Argentina, Brasile e Turchia, ho visto Kim dal vivo al Fenerbahce. Non sono rimasto fermo. Bisogna sempre aggiornarsi. Ma è chiaro che cambiano gli obiettivi se lavori nel Napoli e non nello Spezia o a Lecce. Gli obiettivi ti indicano anche la strada da seguire sul mercato. Però ben venga scoprire sempre un giocatore poco conosciuto e che possa esplodere: quello è il sogno di chi fa il mio mestiere.

Sul mercato sudamericano in Serie A

“Come mai si è così complicato il mercato sudamericano in Serie A? Non è che si sia così complicato, ci sono norme che penalizzano. Nel passato ci fu una legge del Governo precedente che per richiamare i ‘cervelli’ e alla quale ci siamo appoggiati anche noi (Decreto Crescita, ndr). Un discorso un po’ complesso”.