È corsa contro il tempo al Comune di Crotone per arginare la crisi idrica che dalla scorsa settimana sta interessando parte della città. Il sindaco Vincenzo Voce ha convocato per questa mattina – alle 10.30 – il Centro operativo comunale (Coc). «A seguito della grave carenza idrica che sta perdurando sulla città di Crotone – scrive il primo cittadino nella lettera di convocazione inviata ieri a Regione, Congesi, Sorical, Arsac, Consorzio di bonifica, Corap, Prociv, Croce rossa, Misericordia e Prefettura – al fine di scongiurare problemi igienico-sanitari alla popolazione», il Coc si dovrà riunire nella sala giunta del Palazzo di piazza della Resistenza.
I disagi sono esplosi lo scorso giovedì, quando Congesi, il consorzio pubblico che gestisce il sistema idrico integrato in 14 comuni della provincia, ha iniziato ad alternare la distribuzione dell’acqua in alcuni quartieri di Crotone. Il motivo? L’acqua fornita dalla Sorical, società che fa capo alla Regione, non è più sufficiente per soddisfare i fabbisogni idrici a causa degli elevati consumi dovuti al caldo torrido di questi giorni. Da qui la decisione presa da Congesi di ridurre ed interrompere di volta in volta l’erogazione dell’acqua nelle zone di Crotone che sono servite dal serbatoio di Vescovatello basso, per permettere il riempimento della stessa vasca e far riprendere la fornitura idrica. Ma ciò sta causando difficoltà in più punti della città dove, per diverse ore della giornata, i rubinetti rimangono a secco.
Dal canto suo, Sorical sostiene che sta mettendo a disposizione i quantitativi d’acqua che sono previsti per il periodo estivo e che quindi non è tenuta ad incrementarne i volumi. Ma sullo sfondo dell’ennesima crisi idrica di Crotone, c’è il “braccio di ferro” che da tempo si trascina tra Sorical e Congesi. Il Consorzio presieduto da Claudio Liotti deve alla Società risorse idriche regionali guidata da Cataldo Calabretta oltre 24 milioni di euro per il mancato pagamento dell’acqua fornita in passato. Di recente, ha preso piede una trattativa tra le due società per sanare il debito con una transazione (che oscillerebbe tra i 10 e i 12 milioni di euro), che perù stenta ad andare in porto. Si spiega così la scelta del sindaco Voce di chiamare in causa il Coc per ottenere maggiori metri cubi d’acqual. Fonte: Gazzetta del Sud