Cosenza, maladepurazione. Il primo a essere indagato dovrebbe essere Granata

Granata diventa il paladino della legalità e adesso, vista la malaparata, denuncia “bombe ecologiche” nel sistema della depurazione cosentina. Ma in questi ultimi 11 anni dove ha vissuto? I palazzi non collettati (secondo quello che dice Granata) a Cosenza sono stati costruiti nell’ultimo anno?

La verità è un’altra. Il presidente del Consorzio Valle Crati ha sempre saputo tutto di tutto e magari dovrebbe essere proprio lui ad essere indagato per aver tenuto nascosto sotto il tappeto tutto il marcio che c’è (sempre secondo Granata) nel sistema della depurazione cittadina. Oggi invece si erge a paladino della giustizia perché molti sindaci hanno chiesto la sua “testa“ per incapacità e per inerzia, e Granata è disposto a tutto pur di restare attaccato alla poltrona e denunciare le illegalità che ha coperto per 11 anni rappresenta la sua ultima speranza di rimanere a galla. Magari “affossando” il suo amico-nemico Alfonso Gallo, che di regola è quello che gestisce direttamente il sistema delle acque nere. Fino a prova contrario.

Ma non gli crede più nessuno tant’è che qualche sindaco, che non ha paura neanche degli “amici discutibili “ di Granata, ha scritto al Prefetto per far rispettare le norme statutarie che regolano il Consorzio. Eh sì, perché il “patriarca” di Valle Crati pensa di poter disporre del Consorzio a suo piacimento violando tutte le norme. Un controsenso ergersi a paladino di legalità e poi cercare di mantenere una poltrona “illegalmente“. Forse si sente protetto ma pensiamo che i sindaci consorziati, uno in particolare, non molleranno e faranno finire questa tirannia che dura da 11 anni. Nel frattempo un’indagine seria sul disastro ambientale del fiume Busento – Crati sarebbe auspicabile iniziando proprio dal chiedere a Granata dov è stato negli ultimi 11 anni. Ma qui siamo nel regno del porto delle nebbie.