Calabria. 2023, che annata pessima per Robertino in ammollo tra mare sporco, incendi a manetta e sanità allo sbando

CALABRIA: 2023, CHE ANNATA PESSIMA PER IL NOSTRO PRESIDENTE !

E’ come il vino, c’è l’annata favolosa, poi c’è quella buona e c’è anche l’annata pessima. La presidenza del nostro amatissimo presidentissimo Robertinissimo Occhiuto segue i tempi vinicoli. Non per nulla il Nostro è stato anche un “grande” imprenditore vinicolo, contrariamente a quanto asserito da noi cattive lingue circa la sua endemica allergia per il lavoro. Infatti quanti imprenditori possono vantare di aver acquisito una azienda vinicola in terre lucane con i soldi del socio “caggio”  e dopo qualche anno rivenderla a fior di milioni?

Si vede che il nostro Robertino è un uomo (?) nato con la camicia (bianca) che sfodera sempre da mane a sera senza ombra di sudore, quasi un miracolo. Assomiglia un po’ all’uomo in ammollo della pubblicità di Bio Presto che liquidava lo sporco impossibile. Ora, non ce ne voglia per l’infelice paragone la bonanima di Franco Cerri, grande jazzista, ma il nostro Robertino pensa di liquidare tutti i problemi  stando in ammollo, o meglio  con le chiacchiere… non facendo un cazzo.

Ma per tornare a noi, quest’anno, il 2023  sembra che butta male, sono poche le gioie per il nostro Presidente, diciamocelo francamente …è un’annata schifosa. Non ne va bene una, tutto si rivolta contro il nostro uomo in ammollo. La sanità è un disastro, l’arrivo dei medici cubani non ha cambiato di una virgola la situazione, qui nemmeno se arrivava Fidel e il Che avrebbero potuto invertire la rotta. Il mare ha ripreso ad essere una fogna, schiumarola, liquami, corpi galleggianti. E adesso ci si  mettono pure gli incendi. La provincia di Reggio brucia e finanche i media finanziati con la pubblicità rompono le scatole con tre servizi al giorno…  che andassero a parlare delle sagre. Ve l’abbiamo detto: è come il vino, quest’anno è un’annata pessima.

Vuoi mettere con il 2022 che per il nostro presidentissimo è stato come il 1969 per il Barolo, un’annata eccezionale e insuperabile. Tutto andava una meraviglia, tutti a riconoscere i risultati brillantissimi dell’attività del nostro presidente, che in maniche di camicia dirigeva la Calabria dall’alto della tolda di comando dell’astronave di Germaneto sparando ordini e direttive a tutto il popolo calabrese.

In pochi mesi abbiamo avuto il Presidente ingegnere ambientale  che risanava tutti i depuratori della Calabria, il presidente operaio che eseguiva gli ordini del Presidente ingegnere e montava le pompe di sollevamento, il  Presidente di qua e il Presidente di là. Il mare era trasparente, quasi da bere.

Tutti ad applaudirlo, ad iniziare da qualche Procura e a finire dalle associazioni dei liberi cittadini conquistate dal bla bla bla del nostro uomo in ammollo. Convegni indetti per manifestare la rabbia dei cittadini che si trasformavano quasi per incanto in passerelle trionfali per il nostro eroe. Un trionfo dietro l’altro. Il nostro uomo in ammollo che non contento del mare da bere ci spiegava come avesse fatto a fermare gli incendi in Calabria.

I giornaletti di regime calabresi che riportavano la ricetta vincente. Quasi tutti scrivevano: “Droni, termocamere, telefoni satellitari e fototrappole. Sono questi alcuni degli strumenti messi in campo quest’anno per contrastare il fenomeno degli incendi boschivi che nel 2021 ha rappresentato una vera emergenza in Calabria”. E giù a sparare minchiate a raffica: “Nell’estate 2022, invece, si è registrata una inversione di tendenza. Secondo i dati forniti questa mattina nel corso di una conferenza stampa, il numero degli incendi è diminuito dell’8,5% mentre quelli innescati nelle aree boscate del 79%”.

 E lui, il nostro uomo in ammollo, umilmente confessava il segreto del suo successo: «I risultati sono sicuramente positivi. Ogni anno la Calabria veniva indicata come la regione con il più alto numero di incendi, quest’anno è stata la regione che ne ha registrati di meno… Abbiamo redatto un masterplan della principali criticità che esistono sul territorio calabrese”. Ecco l’arma segreta del successo, droni, masterplan termocamere, telefonini e fototrappole.

Addirittura il direttore generale della Protezione Civile, certo Costarella, in un impeto di ossequio verso il presidentissimo osò dire: «La nostra Regione è divenuta modello per l’innovatività delle misure messe in campo quest’anno contro il drammatico fenomeno degli incendi».

A nulla sono serviti gli interventi di esperti, di associazioni, di volontari della protezione civile volte a non dare un quadro edulcorato e fuorviante della realtà. A sottolineare come il problema fosse più complesso e  più articolato. Che i problemi di fondo di mezzi inadeguati, di mancanza di personale e di un piano regionale antincendi non concordato con le stesse associazioni.  Niente, nessuno ascolto a gente come Domenico Rocca, volontario di protezione civile da 40 anni ed ex membro della Consulta regionale del volontariato di protezione civile delegato al tema dell’antincendio boschivo.

Tutti in Calabria crediamo che ad agosto non ci sono stati incendi e tutto questo grazie all’agire fermo e deciso del nostro super presidente Occhiuto e soprattutto dei suoi magici droni. La narrazione è facile da costruire e da sviluppare. Si dà un bel titolo “OPERAZIONE TOLLERANZA ZERO”, tipo  film di 007 che tutti conosciamo, e poi si costruisce una narrazione piena di fermezza e di decisionismo. Come gli sceriffi di una volta.

“Anche quest’anno arrestiamo questa pratica criminale: continua la linea dura contro i piromani”. Naturalmente serve l’effetto speciale, l’arma fine incendi e che porterà in galera tutti i piromani, ed ecco a voi i miracolosi droni di Robertino Occhiuto, lo sceriffo di Cusenza. Lo storytelling per avere fortuna deve essere lanciato e ripreso in maniera ossessiva e martellante da stampa, tv, e social. E allora ecco che la notizia viene rilanciata quotidianamente per tutta l’estate con le cronache di piromani beccati mentre incendiano la nostra Calabria. PIROMANE BECCATO… ARRESTATO PIROMANE…PIROMANE COLTO SUL FATTO… BIMBO PIROMANE… DRONE SCOPRE BIMBO PIROMANE… DRONE INDIVIDUA PIROMANE… IDENTIFICATO E DENUNCIATO AI CARABINIERI.

Questa è stata la nostra tragicomica estate, fino ad arrivare allo show con il Capo della protezione Civile Curcio a visitare la sede, la fantastica rooming center della Protezione civile calabrese dove c’è la mente pulsante e il coordinamento di tale super operazione e a dichiarare che il modello Calabria sarà esportato in tutta Italia!!! Le immagini del Tg3 Calabria riprendevano il tecnico con accento nordico che svelava a Curcio  i segreti dell’operazione 007 dalla Calabria con amore.

Questa  narrazione è stata fatta propria  da quasi tutta la stampa regionale e nazionale. D’incanto gli incendi sono spariti dai giornali, dalle televisioni, da tutto. Persino del grande incendio del Pollino che ha distrutto la cima Dolcedorme e minacciando i pini loricati non si è data notizia per  quasi 24 ore. Solo al terzo giorno il Tg Calabria ha mandato le telecamere e i giornali ne hanno dato notizie. Tutti a parlare dei grandi incendi in Sicilia, nessuno di quelli in Calabria. Non sappiamo se tale servilismo è strettamente collegato alla campagna promozionale  che la Regione Calabria ha lanciato sui medesimi siti e giornali per esaltare i suoi presunti successi camuffandoli da campagna promozionale contro gli incendi. Ma è molto probabile…

Poi a fine agosto arriva nuovamente ‘sta cazzo di Ispra ci informa che continuiamo ad essere la seconda regione d’Italia per incendi. All’8 agosto eravamo secondi dopo la Sicilia, dopo 20 giorni, lo continuiamo ad essere con il 17% delle aree bruciate.

L’89% delle aree bruciate fino ad oggi si divide tra le due regioni (Sicilia 72%, Calabria 17%) e le province italiane con la maggiore superficie interessata da incendi sono quelle di Palermo (oltre 15800 ettari, di cui il 20% foreste), Reggio Calabria (più di 8500 ettari, il 17% di foreste) e Messina (5300 ettari, il 19% di foreste).

Non solo: l’Ispra ci dice che in agosto in Calabria cii sono stati la bellezza di oltre 20 incendi: Plataci, Orsomarso, Nicotera, Montebello jonico, Reggio Calabria,  Cerzeto, Torano Castello, Malvito, Mottafollone, Bianco, Maida, San Sosti, Cutro, Cotronei, Crotone, Scandale, Grotteria, Calopezzati.  Il servilismo di gran parte della stampa è arrivata al punto che non solo non ha dato notizie di questi incendi ma neanche del rapporto dell’Ispra. Quasi tutti in ginocchio, in ginocchio da te. Nella nuova serie 007: Dalla Calabria con amore, l’Ispra è la nuova Spectre dei giorni nostri. Ma non sanno che hanno a che fare con il nuovo James Bond. Il mio nome è Robertino, Rubertino da Cusenza,detto anche lo sceriffo o se preferite l’uomo in ammollo. MALEDETTA ISPRA, FATTI I CAZZI TOI.

La Calabria ai tempi del Presidente Roberto Occhiuto è sempre più un paese dei balocchi. Tutti facciamo finta di nulla, tutti crediamo alle minchiate sparate a giornali e tv di regime unificate. Poi la realtà ci cade in faccia con i suoi drammatici problemi: sanità, territorio, ambiente, tutto rimane drammaticamente uguale a prima, se non peggio… E lui sta sempre in ammollo. Con la sua camicia (bianca) e la sua faccia di culo d’ordinanza. Povera Calabria nostra!