Si è trattato di una banale dimenticanza, sicuramente.
L’ingegnere Sticchi Damiani, Presidente da 12 anni di ACI (Automobile Club d’Italia), ha dimenticato di autocertificare tra i suoi introiti i proventi derivanti dalla carica di Presidente di Sara Assicurazione (partecipata all’80% da ACI) e di Presidente di Sara Vita e magari ha dimenticato anche di autocertificare l’emolumento annuo a lui spettante (120.000 euro) quale Presidente di ACI Informatica (di proprietà di ACI)…
Ma si sarà trattato solo di dimenticanze, perché il pluripresidente è occupato in mille cose (tra l’altro è Consigliere Nazionale del Coni e Vicepresidente della Fia, che organizza i Gran Premi di Formula 1) e non può stare appresso a tutto quello che è richiesto ai manager della Pubblica Amministrazione in tema di comunicazioni di trasparenza.
Sì, è vero che per la normativa vigente sugli introiti dei manager pubblici sarebbe dovuto rimanere sotto i 240.000 euro complessivi di compensi annui e invece lo Stato (attraverso le Società di cui è Presidente) gliene avrà pagato più del triplo, ma bisogna pur capire che se uno ha tanti incarichi ben retribuiti non è che si mette a guardare il centesimo.
Eppure, quando non si tratta di comunicare gli emolumenti il pluripresidente è sempre pronto ed efficiente: basta guardare a come è riuscito, in un batter d’occhi, ad estromettere dall’Automobile Club di Cosenza chi si era permesso di contrastare usi ed abitudini e ad intaccare equilibri ed interessi che, evidentemente, non andavano toccati.
Come avevamo già sintetizzato in questo articolo (https://www.iacchite.blog/aci-cosenza-di-nuovo-senza-guida-da-forciniti-ad-arena-tutti-i-retroscena/) in meno di un mese, con tutte le cose che aveva da fare, è riuscito a commissariare l’AC di Cosenza, di fatto impedendo all’Ente di organizzare la terza Coppa Sila sul percorso storico di questa gara.
Ma quale era “la colpa” di questo Consiglio?
Forse aver organizzato i corsi di abilitazione per Ufficiali di Gara consentendo a tantissimi (il primo anno ben 35) appassionati cosentini di essere utilizzati in occasione di gare automobilistiche con costi calmierati per le Società organizzatrici, senza dover per forza far venire in trasferta dalla Puglia (toh…) i commissari?
Per le nuove elezioni era sceso in campo addirittura il direttore della Motorizzazione Civile, tale Renato Arena, e in quella occasione si era cementata “l’unità delle incompatibilità”: incompatibile il direttore della Motorizzazione con la carica di Presidente dell’AC di Cosenza (infatti si dimise subito dopo le elezioni, su richiesta precisa del Ministero), affiancato nella sua campagna elettorale dal proprietario di una delle agenzie della Sara Assicurazioni, marito dell’assessora comunale alle Attività produttive della Giunta Occhiuto del tempo, la signora Pastore altrimenti conosciuta come “cascetta”.
Una “perfetta macchina di guerra” quella messa in campo con la benedizione del Commissario mandato da Sticchi Damiani: il “sorvegliante” delle scuole guida della provincia (direttore della Motorizzazione) aiutato dall’agente della Sara Assicurazioni, di cui era Presidente Sticchi Damiani, si candidava a presiedere l’AC di Cosenza che è Agente Generale, per statuto, della Sara Assicurazioni della Provincia di Cosenza.
Come già fatto dal distratto pluripresidente, che è controllore e controllato, così anche a Cosenza si cementava una alleanza fondata sullo stesso principio tra Motorizzazione Civile, scuole guida e assicurazioni, con la benedizione, attraverso il suo assessore alle Attività produttive, del sindaco Occhiuto.
Purtroppo per i sodali, il diavolo a volte dimentica di fare i coperchi ed il Ministero obbligò il suo direttore a scegliere una delle cariche ricoperte, quindi l’AC di Cosenza restò senza Presidente dopo poco tempo (in pratica il Ministero accolse la tesi che lo Studio Paolini aveva perorato davanti al Tar Calabria che tardava a decidere).
Così l’AC di Cosenza, commissariato un anno prima dal solerte Sticchi Damiani perché il Presidente (Forciniti) si era dimesso dalla carica ed anche da consigliere, si trovò nella identica situazione: stavolta però fu consentito al Consiglio Direttivo di nominare un Presidente nuovo e continuare l’attività (?) come se nulla fosse.
Ah, naturalmente anche il nuovo Presidente doveva in qualche modo avere una sua incompatibilità e quindi si trovò qualcuno che avesse a che fare con le scuole guida. E uscì fuori come un “fungo” il nipote dei boss Michele e Umberto Di Puppo, tale Ernesto Ferraro, che oggi non dirige solo l’AC di Cosenza ma addirittura le… Ferrovie della Calabria. Naturalmente in quota Occhiuto. Noblesse oblige. Il trampolino di lancio di questo nipote con laurea in Ingegneria è una scuola guida di Rende. Si chiama Easy Drive, tutti sanno che è controllata dalla famiglia Di Puppo attraverso Ferraro. Lo scrive lui stesso nel curriculum vitae che presenterà per essere eletto presidente dell’Aci. Sì, avete letto bene. A Cosenza tutto è possibile. Ferraro incapperà in un mezzo scivolone sulle patenti CQC scoperchiato dalla Polizia Stradale e cederà le quote alla sorella, poi nelle carte figureranno altri soci prestanome. Ma la sua ascesa non inizia dall’Aci ma dall’Amaco, dove intanto è approdato Paolo Posteraro, nominato in pompa magna da Mario Occhiuto ormai da tempo. E cugino dell’avvocato Luigi Gullo (tra le altre cose compagno di mazzette di Marcello Manna per aggiustare i processi di Patitucci), che gli ha apparato la questione con la Stradale e con il porto delle nebbie.
L’Amaco è il carrozzone praticamente fallito da sempre, in mano a tutta la peggiore classe politica possibile della città di Cosenza, che attraverso l’Azienda drena denaro e incarichi a tavoletta. Con tanto di milioni di debiti, altro che mobilità urbana. L’uomo della paranza è Posteraro, il più fortunato in termini di euro, che ha reso “imprenditore” il parassita Roberto Occhiuto attraverso un’azienda vinicola. E ora Robertino deve sdebitarsi, verbo molto familiare agli Occhiuto. C’è chi giura che in fondo dovrebbe essere lui, Posteraro, il vero amministratore unico delle Ferrovie della Calabria ma non può, lo è anche dell’Amaco. C’è bisogno di una testa di legno, oltre che di una sostanziosa consulenza da 120mila euro per un anno (strazza). Ed è qui che ritorna Ernesto Ferraro. Lo abbiamo lasciato con qualche problema giudiziario per la scuola guida di Rende ma nel frattempo Posteraro s’è messo al lavoro e gli ha fatto costruire un meraviglioso concorso su misura.
Il 10 agosto del 2018, in piena settimana di Ferragosto, l’Amaco – con somma urgenza – ha proceduto alla valutazione delle domande per l’assegnazione dell’incarico di “DIRETTORE DI ESERCIZIO E GESTORE DEI TRASPORTI“. Una qualifica che, a quanto pare, ha in mano soltanto Ernesto Ferraro, dal momento che tutti e tredici i suoi rivali non hanno tra i requisiti il possesso dell’abilitazione “Direttore di esercizio e Gestore dei trasporti”. Incredibile, ma vero. Su 14 partecipanti, ben 13 non hanno questa abilitazione.
“Accertato quanto sopra – scrive l’Amaco -, si affida l’incarico oggetto della presente selezione all’ingegnere Ferraro Ernesto nato a Cosenza, il 12/05/1982, l’unico partecipante in possesso di tutti i requisiti richiesti dall’avviso di selezione e, altresì, dotato anche di ulteriori competenze in materia di trasporto (evidentemente la scuola guida, altrimenti non si spiega…, ndr) giudicate positivamente”. Considerata l’assoluta sfacciataggine dell’operazione, non è neanche il caso di aggiungere che si trattava di un concorso “pilotato”.
Ma ormai l’ascesa di Ernesto Ferraro non conosce confini: nel 2020 diventa presidente dell’Automobile Club di Cosenza, l’Aci insomma. Nel curriculum di Ferraro presentato e pubblicato da ACI, si legge: dall’08/2010 – ATTUALE
SPECIALISTA DELLE FUNZIONI AMMINISTRATIVE E COMMERCIALI DELLE IMPRESE –
Easy Drive Autoscuola ed ente di formazione“…
Il che significa che lavorava in questa scuola guida, di cui non risulta (più?) socio. Nel PDF, estratto dagli archivi della Camera di Commercio, non è tra i soci. C’è, socia accomandataria (e quindi amministratrice) una sua parente, non sappiamo di che grado.
C’è anche un altro amministratore di cui non c’è altra traccia negli archivi, fa solo questo.
Ma, al di là del fatto che Ferraro sia ancora socio o no della scuola guida, già è assurdo che questo soggetto, il Ferraro, fosse stato eletto presidente dell’AC Cosenza, dell’AC Calabria e membro del Consiglio nazionale dell’ACI e contemporaneamente dipendesse o fosse comunque responsabile di una scuola guida.
Anche perché, come presidente dell’AC Cosenza, si è fatto nominare dal Consiglio quale amministratore di ACI Service, che è l’Autoscuola dell’AC Cosenza (e vi lasciamo immaginare che fine possa aver fatto questa autoscuola…).
Se il direttore della Motorizzazione Renato Arena, che era stato eletto presidente dell’AC Cosenza, si è dovuto dimettere, Ferraro non poteva neppure candidarsi, essendo responsabile o dipendente di una autoscuola che comunque è stata sua fino a quando non ha ceduto le quote alla sorella.
Ma il “capolavoro” doveva ancora arrivare ed ecco che, tomi tomi cacchi cacchi, Posteraro e Robertino hanno calato dall’alto l’ultima prodezza: far diventare Ernesto Ferraro amministratore unico delle Ferrovie della Calabria in quota Posteraro. Il faccendiere del clan Lanzino, nipote dei boss Di Puppo proiettato alla ribalta del mondo dei trasporti calabrese. Altro che il Palazzetto di Rende assegnato al parente in secondo grado dei Di Puppo, qui voliamo molto ma molto più alto. Ma tanto, è tutto “regolare”, garantisce Robertino. O no?








