Russia. “Prigozhin è vivo”, le teorie del complotto sulla morte del capo Wagner

(di Riccardo Ricci – repubblica.it) – MOSCA – Prigozhin è morto, Putin ha inviato le condoglianze alla famiglia, ma il mistero intorno alle cause dello schianto del jet di proprietà del mercenario sta alimentando teorie del sospetto e l’idea, complottista, che Prighozin sia ancora vivo.

Il giallo della dinamica

Per l’intelligence occidentale con molta probabilità è stata una bomba esplosa sull’aereo o qualche altra forma di sabotaggio a causare lo schianto, ma è difficile ottenere informazioni accurate o affidabili da Mosca. Le scatole nere del jet privato Embraer ritrovate ieri e subito sequestrate dagli inquirenti potrebbero fare luce sulle circostanze e dare una risposta almeno sulla dinamica della caduta, ma ci vorrà tempo e non è detto che il Cremlino vorrà condividere le reali informazioni in suo possesso.

Ci sono alcuni elementi circolati ma non verificati che potrebbero fornire ulteriori dettagli agli analisti: il ruolo di due presunti potenziali acquirenti dell’aereo di Evgenij Prigozhin che l’avrebbero ispezionato poco prima del decollo fatale e i messaggi che l’hostess avrebbe scritto alla famiglia prima della partenza parlando di un lungo ritardo dovuto a problemi tecnici.

Il test del Dna

Così come è affidato al test del Dna attualmente in corso – secondo quanto dichiarato del Comitato investigativo russo – dei dieci corpi carbonizzati e irriconoscibili estratti dalle lamiere del jet precipitato a Tver, il delicato compito di identificare le vittime dello schianto. Anche se l’analisi comparativa del materiale genetico potrebbe richiedere settimane a causa dei tempi di raccolta dei campioni da parte dei parenti stretti dei defunti, secondo le dichiarazioni del medico legale, Vladimir Skakun, riportate dal sito Fontanka.ru.

Le teorie del complotto

Nonostante le indagini siano in corso, su canali Telegram, pagine Facebook e X circolano diverse teorie del complotto secondo le quali Evgenij Prigozhin non sarebbe morto. Lo chef del Cremlino avrebbe messo in scena la propria morte, una teoria sostenuta persino da alcuni analisti politici, come l’indipendente Ekaterina Schulmann che su Facebook scrive: “Un aereo carbonizzato offre un’ottima opportunità per scomparire per sempre”.

“È stato affermato che a bordo era presente un passeggero di nome Evgenij Prigozhin. Ma è anche noto che diverse persone hanno cambiato il loro nome in Evgenij Prigozhin, al fine di confondere le acque sui suoi viaggi”, ha scritto Keir Giles, consulente senior del programma Russia ed Eurasia a Chatham House.

“I Wagner hanno cambiato ufficialmente i loro cognomi, nomi e patronimici – ha ricordato il giornalista di Dossier Ilya Rozhdestvenskij – Prigozhin ha affidato loro una serie di compiti. Alcuni hanno addirittura testato il sistema di sanzioni europeo e sono penetrati nel territorio dell’Unione” .
Per anni ha celato le attività della Wagner dietro notizie false e contraddittorie, ha creato una complessa macchina della disinformazione – il gruppo Media Patriot – e l’ha messa al servizio del Cremlino sullo scacchiere internazionale, ha ammantato la sua persona di miti e dicerie, così che fin dalle prime ore dopo l’incidente si è fatta strada l’idea che si trattasse di un depistaggio, architettato dallo stesso Prigozhin per sparire, o dallo stato russo per ragioni e scopi ignoti.

Il precedente incidente aereo

E qualcuno sui social ricorda che nell’ottobre 2019 Prigozhin era già stato dato per morto in un incidente aereo, come uno dei passeggeri di un velivolo militare An-27 precipitato nella Repubblica Democratica del Congo, per poi riapparire poco dopo.

Così come altri aggiungono che il capo Wagner era solito viaggiare sotto copertura senza fornire mai il suo vero nome e camuffando la sua identità attraverso l’utilizzo di parrucche, rinvenute – insieme a mazzette di soldi, lingotti d’oro e passaporti falsi – durante la perquisizione della sua abitazione a San Pietroburgo subito dopo la tentata marcia su Mosca del 23 giugno.

Ma perché Prigozhin avrebbe dovuto inscenare la sua morte? Nessuno dei complottisti fornisce letture o prove mentre l’intero apparato statale russo ha confermato che Prigozhin è morto e si indagherà sull’accaduto.

“Come l’assassinio di Kennedy”

Tra i critici del Cremlino non ci sono dubbi che un attacco a Prigozhin avrebbe potuto essere ordinato, o almeno approvato, da Putin. “L’establishment ora è convinto che non ci sia modo di agire contro Putin restando allo scoperto”, ha scritto Abbas Galljamov, ex collaboratore del Cremlino. Il presidente sembra di nuovo abbastanza forte da farsi giustizia e l’invulnerabilità scalfita dal tentato ammutinamento appare ripristinata.

Il consulente politico del Cremlino Evgenij Minchenko ha paragonato il mistero che circonda la morte di Prigozhin alle ombre sull’assassinio di Kennedy. “Con ogni probabilità, questa sarà una di quelle morti che rimarranno sempre irrisolte”, ha detto.

“Vivo al 10 per cento”

“Penso che sia assolutamente inevitabile che il 50 per cento della popolazione resti convinta che sia scappato e che quella fosse la sua via d’uscita”, ha detto l’esperto di servizi di sicurezza Andrej Soldatov.

“Si tratta solo di scadente dietrologia”, ha commentato con Repubblica il giornalista Mikhail Zygar, fondatore e caporedattore del canale televisivo in esilio Dozhd. L’ex redattore capo dell’emittente radio Eco di MoscaAleksej Venediktov, ha invece ammesso una minima possibilità che ci si trovi di fronte all’ennesima farsa: “vivo, al dieci per cento”.