Il convoglio processuale riparte. La maxinchiesta “Reset” entra nel vivo a settembre e affronta le forche caudine del dibattimento. Lunedì 18 gli imputati – sono tanti e conosciuti – che hanno scelto il rito alternativo di giudizio dovranno fare i conti con il Giudice per le udienze preliminari di Catanzaro. Accusa e difesa si misureranno sulla base degli atti contenuti nel fascicolo del pubblico ministero e senza l’affascinante e spesso risolutivo interrogatorio incrociato dei testimoni.
Il rito abbreviato è una scelta rischiosa dal punto di vista processuale ma vantaggiosa in termini di misura della pena.
La decisione di farsi giudicare direttamente dal Gup è stata assunta dai presunti boss di Rende, Michele e Umberto Di Puppo, e Adolfo D’Ambrosio, dai cosentini Mario Piromallo, Salvatore Ariello e Gennaro Presta, dagli ergastolani Gianfranco Ruà e Gianfranco Bruni (figure storiche della ‘ndrangheta bruzia), da Francesco Patitucci, indicato come l’elemento di vertice delle “cosche confederate” attive tra Rende e Cosenza e dal padrino ergastolano Ettore Lanzino. Con loro stessa scelta hanno fatto Antonio, Fioravante, Franco, Luigi, Marco, Rocco e Saverio Abbruzzese indicanti dai magistrati inquirenti come appartenenti al gruppo della criminalità nomade cosentina dei “banana”.
I delitti contestati agli imputati raggiunti in gran parte da misure cautelari all’alba del primo settembre dello scorso anno, vanno dall’estorsione all’usura passando per la partecipazione – a vario livello – all’associazione mafiosa imperante nell’area urbana del capoluogo e per il traffico di droga. Ha chiesto di essere giudicata con il rito abbreviato anche Silvia Guido, ex moglie del boss pentito Roberto Porcaro.
E a proposito di collaboratori di giustizia, proprio Porcaro ha scelto il rito alternativo insieme a Ivan Barone, Adolfo Foggetti, Daniele Lamanna, Celestino Abbruzzese, detto micetto, Anna Palmieri (moglie fi Abbruzzese), Roberto Presta e Giuseppe Zaffonte.
Roberto Porcaro e Ivan Barone hanno ammesso le loro responsabilità rispetto ai fatti contestati parlando pure diffusamente delle dinamiche riguardanti gli “affari” condotti dai clan negli ultimi anni. La pubblica accusa è rappresentata dal procuratore Nicola Gratteri, dall’aggiunto Vincenzo Capomolla, e dai pm Vito Valerio e Corrado Cubellottil Agli imputati che verranno giudicati con l’abbreviato devono aggiungersi altre 130 persone rinviate a giudixio e che compariranno davanti al Tribunale cittadino il 3 ottobre prossimo. Le udienze del maxiprocesso si celebreranno però nell’aula bunker di Lamezia Terme. Tra gli imputati a giudizio ordinario figura Pino Munno, ex assessore ai Lavori pubblici del comune di Rende. L’ex sindaco Marcello Manna, invece, ha chiesto il giudizio immediato e sarà processato il 2 ottobre… Fonte: Gazzetta del Sud