di Otello Lupacchini
A proposito del Moloch di Gerace, non so se il riso o la pietà prevale, specialmente a fronte del belar di greggi, del muggir d’armenti, dell’ulular di sciacalli, del rider sguaiato delle iene, del ringhiare dei lobotomizzati demodementi ammaliati, deliziati o terrorizzati dalle sue grottesche performances in occasione di kermesses varie, sagre, fiere e mercati, ma anche dagli spettacoli da grand-guignol, che ammannisce, ad maiorem sui gloriam e guadagnando benemerenze nei circoli forcaioli e nei luna park mediatici.
Non solo è sommamente diseducativo quel che costui dice, ma lo è ancor più quel che costui fa, e, addirittura intollerabile quel che costui è: un Moloch, appunto, che vuole le sue vittime, pretende i suoi martiri, esige sacrifici umani.
Sconvolgente è peraltro constatare che il titolare togato dell’azione disciplinare lo consideri legibus solutus, restando muto, sordo e cieco difronte alla pervicace reiterazione da parte del malorsego di gravissime: violazioni quantomeno disciplinari, laddove irride e sbeffeggia il Parlamento e, addirittura, la Costituzione. Quel che, comunque, getta un’ombra inquietante sul PG della Cassazione, è che costui ne ha votato la nomina a procuratore di Napoli.
Per amor di Patria taccio sull’imbarazzante afasia in subiecta materia del Custode della Costituzione e sulla renitenza a effettuare le valutazioni di rito del Guardasigilli, titolare dell’azione disciplinare, non meno sordo, cieco e muto dell’omologo togato, e che nulla parrebbe aver avuto da obiettare quando ha espresso il “concerto” senza se e senza ma.
Ebbene, si! Sono INVIDIOSO del mentecatto sadico in effige, e questo mi manda in PARANOIA.
Invidio la sua mediocrità;
invidio la sua goffaggine;
invidio le sue frustrazioni;
invidio la sua pessima educazione;
invidio la sua rozzezza intellettuale;
invidio la sua ignoranza della grammatica e della sintassi;
invidio la sua lingua involuta;
invidio la sua venalità;
invidio la sua bulimia di potere;
invidio la sua irrefrenabile tendenza a mentire;
Invidio il suo piangere il morto per fottere il vivo;
invidio la sua molesta ossessiva propensione ad attribuire agli altri le proprie debolezze, i propri difetti, i propri vizi, le proprie nefandezze
e i propri misfatti:
invidio la spudoratezza con cui prova, fallendo sempre, a rigirare le frittate;
“Che bello sarebbe”, talvolta mi dico, “se almeno fallisse l’obiettivo che si è prefisso di essere simile, in tutto e per tutto, ma proprio per tutto, al suo IDOLO!”, poi, però, mi pento… ma perdonatemi se non riesco proprio ad augurargli: “Che il tuo sogno si realizzi, fino in fondo!”
Invidio la sua mediocrità;
invidio la sua goffaggine;
invidio le sue frustrazioni;
invidio la sua pessima educazione;
invidio la sua rozzezza intellettuale;
invidio la sua ignoranza della grammatica e della sintassi;
invidio la sua lingua involuta;
invidio la sua venalità;
invidio la sua bulimia di potere;
invidio la sua irrefrenabile tendenza a mentire;
Invidio il suo piangere il morto per fottere il vivo;
invidio la sua molesta ossessiva propensione ad attribuire agli altri le proprie debolezze, i propri difetti, i propri vizi, le proprie nefandezze
e i propri misfatti:
invidio la spudoratezza con cui prova, fallendo sempre, a rigirare le frittate;
“Che bello sarebbe”, talvolta mi dico, “se almeno fallisse l’obiettivo che si è prefisso di essere simile, in tutto e per tutto, ma proprio per tutto, al suo IDOLO!”, poi, però, mi pento… ma perdonatemi se non riesco proprio ad augurargli: “Che il tuo sogno si realizzi, fino in fondo!”









