Stefanaconi, arriva la Commissione d’accesso antimafia: il sindaco è sotto processo in “Petrol Mafie”

Commissione di accesso agli atti al Comune di Stefanaconi per accertare eventuali infiltrazioni mafiose. A disporla è stato il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Paolo Grieco (con decreto numero 41831). La Commissione avrà tre mesi di tempo per acquisire gli atti prodotti dall’insediamento dell’attuale amministrazione comunale – guidata dal sindaco Salvatore Solano – ad oggi. Solano è stato rieletto il 13 giugno 2022 e la Commissione di accesso agli atti potrà quindi “spulciare” anche su tutti gli atti prodotti nella precedente consiliatura guidata dal primo cittadino, nonché evidenziare rapporti, frequentazioni ed eventuali parentele “controindicate”. La decisione arriva ad appena poche ore dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose del vicino comune di Acquaro. 

La Commissione di accesso agli atti era stata ripetutamente chiesta lo scorso anno dall’allora presidente della Commissione parlamentare antimafia, Nicola Morra, per quanto riguarda la Provincia di Vibo guidata all’epoca alla presidenza proprio da Salvatore Solano. Morra aveva ricordato che “Salvatore Solano dal 20 ottobre 2021 si trova sotto processo essendo stato rinviato a giudizio dal gup distrettuale nell’ambito dell’operazione antimafia denominata Petrol Mafie (nota anche come “Rinascita Scott 2”). Salvatore Solano – nelle vesti di presidente della Provincia di Vibo – si trova sotto processo per i reati di turbativa d’asta con l’aggravante delle finalità mafiose, corruzione, estorsione elettorale.  E’ accusato – in concorso con il cugino Giuseppe D’Amico, imprenditore arrestato e tuttora in carcere poichè ritenuto il principale indagato dell’operazione ed accusato di associazione mafiosa, estorsione, traffico di petroli e di stupefacenti – di aver estorto il voto agli elettori (sindaci del Vibonese e consiglieri comunali) per essere eletto presidente della Provincia nell’ottobre 2018, nonché di aver turbato una gara d’appalto – unitamente a tre dipendenti della Provincia pure loro sotto processo – per favorire la ditta del cugino Giuseppe D’Amico.

In tale ultimo caso il reato – turbativa d’asta – è aggravato dalle finalità mafiose, cioè dalla volontà di agevolare una ditta (quella dei suoi cugini D’Amico) ritenuta in mano alla ‘ndrangheta (clan Mancuso e clan dei Piscopisani)”. La Prefettura di Vibo, all’epoca guidata dal prefetto di Vibo Roberta Lulli, non aveva ritenuto di inviare alcuna Commissione di accesso agli atti alla Provincia (Solano ha concluso il proprio mandato venendo sostituito da Corrado L’Andolina). Il nuovo prefetto Giovanni Paolo Grieco ha ora deciso l’invio della Commissione di accesso agli atti al Comune di Stefanaconi che avrà tre mesi di tempo per stilare una prima relazione.