Da tempo ormai al Comune di Cosenza solo Bianca Rende riesce a fare un minimo di opposizione. Al di là delle beghe su nuovo ospedale e metro leggera, che sono un po’ come il ponte sullo Stretto (non si faranno mai…), l’attuale amministrazione agisce in perfetta continuità con quelle precedenti a guida Occhiuto il cazzaro, che hanno portato al dissesto il Comune senza che il sindaco pro tempore abbia sentito il bisogno di portare le carte in Procura. Certo, la Procura di Cosenza è il verminaio più squallido esistente in tutta Italia ma almeno formalmente il sindaco doveva e poteva fare il classico atto dovuto. Ma non ha fatto manco quello e così siamo arrivati all’approvazione del bilancio in un clima tragicomico, in virtù del quale al Comune non c’è neanche l’assessore… al Bilancio. Diamo spazio allora ai temi salienti dell’unico intervento che ha sollevato le sacrosante rimostranze all’amministrazione in carica.
“Sono tante le cose da dire oggi. Da qui la politica è proprio scomparsa”. Bianca Rende ha contestato “l’esposizione tecnica, affidata ad un ottimo dirigente (l’architetto Giovanni Bruno, ndr), ma che non è la persona più adatta per esporre un documento delicatissimo di carattere politico”. Ed ha richiamato “l’essenzialità delle linee programmatiche che devono adattarsi alla nuova situazione finanziaria”. Rende ha parlato, inoltre, di “vulnus di tipo amministrativo-politico”, invitando a “recuperare una dimensione politica”.
“La procedura, per quanto più leggera – ha affermato – è una procedura di rientro da un debito di 2 milioni per debiti fuori bilancio che si aggiunge al debito monstre preesistente. Noi non sappiamo ancora a quanto ammonta la massa debitoria e degli impegni che andremo ad assumere. Dalla relazione dei revisori – ha proseguito Rende – sappiamo che l’origine del disavanzo riguarda il problema che attiene alle entrate, in quanto si continua ad incassare poco. Il problema di Cosenza è, dunque, l’evasione tributaria”.
Sul fronte delle criticità evidenziate Rende elenca, inoltre, “la mancata entrata in vigore delle telecamere, così come previsto dall’apposito regolamento che era stato licenziato dal consiglio. Stessa situazione per la Consulta per il commercio”. Rende ha evidenziato, inoltre, “i ritardi sistematici nell’avvio del diritto allo studio, sulle cedole librarie, preannunciando la presentazione di un’interrogazione per conoscere se i fondi per il diritto allo studio siano stati chiesti alla Regione e come sono stati spesi. Rivolgendosi all’Assessore Francesco De Cicco, ha chiesto lumi sulle “ludoteche mai ripartite” e all’Amministrazione sul “Parco del benessere che non è stato inaugurato, mentre in molti tratti regna l’incuria”.
La consigliera Rende si è anche chiesta “perché l’istituzione del tavolo per le disabilità sia durato solo per una riunione, mentre tutta l’assistenza viene scaricata sul volontariato”. L’elenco delle cose che – a suo dire – non andrebbero comprende inoltre doglianze sulla “città che è sporchissima, i marciapiedi, che sono impraticabili, mentre nessuna modifica si è registrata sulla viabilità, con l’eccezione di via Roma”.
Altre criticità Rende ha fatto rilevare nel suo intervento sulla gestione di Municipia “che continua a vessare i cittadini con richieste ingenti. Ogni giorni il Palazzo è pieno di utenti che chiedono conto di bollette idriche senza capo né coda. La gestione di Municipia non ha soddisfatto nessuno e molte situazioni sono ferme al palo”.
E su Amaco: “si coglie l’occasione del piano di rientro per accantonare due milioni da utilizzare per pagare i debiti pregressi. Manca una strategia di rilancio dell’aziernda. Dal primo gennaio al 10 ottobre di quest’anno Amaco ha incassato, per titoli di viaggio, 132 mila euro. I mezzi, già acquistati e presentati in pompa magna, non sono stati neanche immatricolati”.
Sul recupero dell’evasione Rende aggiunge un altro elemento: “coloro che evadono l’IMU sono soggetti ricchi. Perché – si è chiesta – dobbiamo avere rispetto per queste persone? C’è una mancanza di determinazione nel perseguire l’obiettivo del risanamento. La città ha bisogno di nuove opportunità di sviluppo. Per senso di responsabilità mi asterrò e non voterò contro questo bilancio perché la città ha bisogno di uscire dalle secche di questa situazione e di rimettersi in piedi”.
Sul project finacing riguardante l’efficientamento energetico, Rende non ha ravvisato convenienze e risparmi per la città ed è per questo che ha preannunciato sul punto specifico il voto contrario.
Perplessità espresse anche sul realizzo, da parte del Comune, derivante dal protocollo d’intesa con l’Asp per la cessione del canile di Donnici e di locali comunali, a scopo sanitari, nella zona di via degli Stadi. “Il prezzo di cessione – ha concluso Bianca Rende – sarebbe oggetto di una stima, fatta dall’Asp, per un ammontare di due milioni e settecento mila euro. Invitiamo la giunta a meditare perché la stima ci sembra ridotta”.








