Cosenza. Politiche culturali, le due facce di Franz

Se l’apprezzamento da parte dei cittadini al lavoro politico svolto dalla giunta comunale si misurasse dal numero di partecipanti ad un pubblico evento: un concerto, una sagra, una festa, una processione, il sindaco Caruso, visto il “boom” di presenze alla “Festa del Cioccolato”, sarebbe il sindaco più apprezzato d’Italia. Un titolo che gli spetterebbe di diritto stando ai numeri forniti dal Comune di Cosenza sulla presenza di visitatori nei tre giorni di questo evento giunto alla ventesima edizione: 150mila presenze. Un altro bel pennacchio che Franz vorrebbe aggiungere alla sua collezione, e come la falsa politica insegna, anche lui ci prova a legare la massiccia presenza di visitatori all’evento, alla volontà dei cittadini a “partecipare alla festa” come segno di riconoscenza alla sua persona, e apprezzamento, per tanto splendore, al suo operato da sindaco.

Ma così non è. Il vizietto di spacciare per “successo politico” la riuscita di un evento appartiene a tutti i sindaci che spesso nascondono le tante carenze e mancanze amministrative dietro il luccichio dell’effimero e dell’apparenza. Una storia vecchia come il cucco che i sindaci raccontano ai cittadini dopo l’avvenuto “pienone di piazza” all’evento, magari garantito dalla presenza sul palco del cantante, dell’artista, dell’intellettuale del momento, e dal cachet d’oro, solo per attribuirsene i meriti. O dopo il “boom” di presenze all’evento organizzato sul corso principale della città che nei fine settimana, in merito al numero di presenze, vive di “vita propria”. Che è quello che prova a fare Franz che sa bene che a Corso Mazzini, a Cosenza, sabato e domenica, è quasi sempre “na fera”. Certo l’evento richiama e “gonfia” i numeri, questo è evidente, ma a questa folla nessuno può attribuire, nel totale, la sola volontà di “scendere in piazza” per partecipare all’evento. “A vasca” su corso Mazzini, a Cosenza, è un sacro rito che si svolge indipendentemente dalla presenza sul corso di eventi. Nella comunicazione, Franz, somiglia sempre più a Mario Occhiuto: tutta incentrata su lustrini e paillettes, pubblicità ingannevole usata come arma di distrazione di massa dai suoi intrallazzi: nel mentre la gente era impegna a sorseggiare aperitivi glamour sul lungo fiume Boulevard scimmiottando Parigi, il comune falliva. Ma per l’ex sindaco bancarottiere seriale la presenza di tanta “bella gente” alle feste e festini, era il segno evidente dell’apprezzamento dei cittadini al suo operato.

Se così fosse, ovvero che l’apprezzamento di un sindaco si misura dal numero di visitatori all’evento, Franz dovrebbe ricordarsi dei tanti fallimenti che la sua amministrazione ha collezionato agli eventi promossi in questi due anni. A cominciare dal “Festival delle Invasioni”. E forse capirebbe che non gli conviene strumentalizzare politicamente la riuscita di un evento che in fin dei conti si vende da solo (al di là delle polemiche sui costi della cioccolata), come la Fiera di San Giuseppe: tutti la criticano per quel che è diventata, ma nessuno rinuncia a farsi un giro in fiera. Se stiamo a questo criterio di valutazione, come dice Franz in questa occasione, dovremmo anche ricordagli che i 20 partecipanti ai concerti dello storico e prestigioso Festival delle Invasioni 2023 un tempo orgoglio culturale dei cosentini, sono la cifra esatta dell’apprezzamento dei cittadini alle sue (inesistenti) politiche culturali. E il Festival delle Invasioni è la misura giusta da adottare per esprimere un giudizio di apprezzamento sul sindaco, perché a differenza della Festa del Cioccolato, che è promossa da “privati” che chiedono al comune solo lo spazio, il festival è promosso dal comune e rappresenta l’identità culturale della città.

Le Invasioni non sono come la Festa del Cioccolato un “evento commerciale” che si svolge ogni anno a prescindere del colore politico dell’amministrazione, come la “Sagra dell’Uva e del Vino” di Donnici, un Festival non si organizza per vendere panini, ma per diffondere cultura. E bisogna investire su questo. Spendere in cultura è sempre un investimento sicuro. Ma bisogna dire che Franz, all’oggi, oltre che a vantarsi di eventi molto partecipati promossi da anni da privati che giustamente guardano più all’incasso che alla cultura, di soldi in cultura non ne ha investiti proprio. E quel che poco che ha investito è stato anche speso male. Quindi: se è il numero dei partecipanti ad un evento a stabilire l’apprezzamento dei cittadini verso l’operato del sindaco, il mancato pienone della piazza al Festival delle Invasioni, massima espressione delle politiche culturali e identitarie di una pubblica amministrazione, Franz, stando alla “legge dei numeri” che oggi strumentalizza per attribuirsi meriti non suoi, può essere tranquillamente definito il sindaco meno apprezzato, per le sue politiche culturali, d’Italia.