Cosenza. Appalti mafiosi, truffe e soldi spariti: tutta la verità su Mario Occhiuto

Mario Occhiuto di deformazioni caratteriali e professionali ne ha tante, oltre ad essere un bancarottiere seriale con all’attivo 4 procedimenti penali aperti per truffa, bancarotta fraudolenta e associazione a delinquere transnazionale, per un totale di “vrusci” di quasi 20 milioni di euro; oltre a soffrire di egocentrismo, si pone professionalmente da sempre come il novello Renzo Piano, e diretto discendente, per genialità, di Andrea Palladio, senza aver mai costruito neanche la cuccia di un cane; oltre alla sua sfrenata megalomania che lo induce a definirsi un imprenditore di successo nonostante i 18 fallimenti societari;  oltre ad essere ciucciu e presuntuoso e potremmo continuare, Mario è soprattutto un bugiardo patologico. Che è la caratteristica principale del suo essere: senza chiacchiere e menzogne non potrebbe sostenere le sue “fantasie” e le sue truffe. E non perde mai occasione per autoricoprirsi di vanagloria sputando bugie sul suo operato da sindaco in faccia ai cittadini, senza un minimo di vergogna, che sanno bene che nulla di quanto dice la sua lingua biforcuta corrisponde a verità. Mente sapendo di mentire, sapendo, inoltre, che tutti sanno che sta mentendo. Il livello, come tutti possono capire, è patologico.

Infatti Mario in occasione del posizionamento di Cosenza al settimo posto nella classifica nazionale “Ecosistema Urbano” stilata da Legambiente e Ambiente Italia, e pubblicata dal Sole 24 Ore, ne approfitta – dopo essersi attribuito il merito dell’entrata di Cosenza nella top ten della classifica, sottolineando che da quando non è più lui sindaco Cosenza ha perso 3 posizioni -, per scrivere un post dove elenca tutte le opere, che stanno solo nella sua testa, realizzate durante il suo mandato. Prima di elencare e commentare l’inventario di chiacchiere e tabbaccheri i lignu sciorinate da Mario, giova ricordargli che per essere inseriti nella top ten di questo genere di classifiche basta pagare o avere le giuste conoscenze, e un “posticino al sole” si trova, anche senza avere i requisiti, che si possono sempre inventare… è così che funzionano questi “premi”, e lo sanno tutti.

Ma veniamo alle chiacchiere elencate dalla lingua biforcuta di Mario che dice: “Ricordo che siamo stati tra i primi nel Centrosud ad avviare la raccolta differenziata dei rifiuti con il sistema “porta a porta”.

Commento: in città non è mai esistita la raccolta “porta a porta”, i rifiuti sono sempre stati raccolti sulla strada. Infatti si chiama “raccolta stradale”, e sulla differenziata stendiamo un velo pietoso, specie sullo smaltimento.

Mario Occhiuto: ho reso efficiente l’illuminazione pubblica installando lampade a led, e ho ridotto di più del 50% le perdite idriche.

Commento: in tanti avranno dimenticato il famigerato progetto “Cosenza Smart City”, costato alla collettività 20 milioni di euro. Era l’anno 2012 e Mario, dopo aver intascato il finanziamento dal Ministero per la Ricerca e l’Università, disegnava con queste parole la sua visione di città: “Il cuore della città moderna (corso Mazzini) sarà infatti dotato, fra le altre cose, di sistemi di mobilità sostenibile e alternativa, di sensoristica per lo sviluppo di modalità di illuminazione intelligente, di stoccaggio di energia pulita autogenerata, di creazione di una rete di punti di ricarica per i veicoli elettrici, servizi a favore delle attività commerciali presenti sul corso e servizi per la fruizione dei punti culturali della città. In sintesi, di una infrastruttura innovativa destinata a modificare i futuri comportamenti sociali, di consumo e di partecipazione dei cittadini. L’innovatività dei temi è tale da rendere la città di Cosenza un vero e proprio laboratorio di sperimentazione in Europa sul tema delle “smart city”.

Che dire, le chiacchiere sull’efficienza energetica sono facilmente verificabili, Corso Mazzini è sempre lì, e il risultato è sotto gli occhi di tutti: soldi spariti e progetti mai avviati, che però fanno “testo” per entrare nella top ten della classifica di Legambiente, anche se non sono mai stati realizzati, basta la “carta”. Sulla riduzione del 50% delle perdite idriche il commento lo lasciamo a voi.

Mario Occhiuto: ho creato piste ciclabili in tutta la città con la Ciclopolitana.

Commento: quelle che Mario definisce piste ciclabili, altro non sono che una “alliccata di cemento pittatu verdi”. Di requisiti per essere definite tali, come prevede la legge, neanche l’ombra. La “ciclopolitana” è una degli esempi più calzanti sulle abilità di Mario a truffare lo stato. Realizzando in sostanza “un massetto di 5 centimetri di cemento colorato verde”, non solo ha risparmiato sulla posa dei mattoni (vedi ad esempio via Alimena) sul marciapiede, ma si è fatto pagare “il massetto” per pista ciclabile. Caricando lo stesso in fattura i mattoni mai posati. Nessuno va in bici sulla sdrucciolevole alliccata di cemento pittatu verde. Non è una pista ciclabile, è una truffa.

Mario Occhiuto: ho realizzato decine di nuove piazze e slarghi incrementando tutti gli spazi pedonali, e creato viali verdi e reti ecologiche cittadine al posto di strade bitumate.

Commento: le piazze realizzate durante l’amministrazione Occhiuto, se così si possono definire, sono esattamente 4, e non decine. Al netto di qualche slargo, le piazze sono: piazza Fera-Bilotti, un appalto mafioso e che all’oggi risulta in parte ancora sequestrata dalla Dda di Catanzaro. Piazza Riforma, meglio conosciuta come piazza Scarpelli. Vi invitiamo ad andarci per vedere con i vostri occhi cosa è rimasto di “chiru vricciu colorato e incollatu all’asfalto”: è ridotto a “stuazzi e pitazzi”. Andate a vedere. Piazza Loreto: da quando è stata completata non si contano più i mattoni rotti che compongono la pavimentazione. Un lavoro pessimo che non regge neanche il calpestio dei passanti. La fu ormai piazza di Via Roma. Un obbrobrio di tappetto di graniglia di petra verniciata che accumulava munnizza da ogni dove. Eliminarla un atto di pulizia e sanificazione della città. Sulla creazione di viali green e del benessere non c’è bisogno di dire niente. Viale Parco, come corso Mazzini, è sempre lì. Tutti i cosentini conoscono lo stato di abbandono in cui versa il viale dopo lo smantellamento dell’opera effettuato da parte di Mario Occhiuto.

Mario Occhiuto: ho ristrutturato il Castello, ho ristrutturato tutte le scuole comunali, ho installato opere artistiche di pregio e organizzato eventi culturali di spessore all’aperto.

Commento: ha ristrutturato il Castello costruendoci un ascensore all’interno e affidandolo a privati che non solo non rendono il monumento fruibile al pubblico, ma non pagano neanche l’affitto. Sulla ristrutturazione degli edifici scolastici che a Cosenza sono tutti sprovvisti di certificato di agibilità, basterebbe ascoltare gli insegnanti, gli alunni, e i genitori. È vero che ha installato opere artistiche, ma non certo di pregio, anche perché solo Mario può considerare “di pregio”, chiri due lannie arruzzate piazzate a piazza Santa Teresa, opere eseguite dal maestro Maurizio Orrico. Qui il maestro si è superato: ha fatto tagliare gli alberi veri per piazzarci due lannie arruzzate che rappresentano gli alberi tagliati. Chi non ricorda poi la tanta bella gente che frequentava gli eventi culturali all’aperto come il famoso in tutto il mondo “lungofiume boulevard”. L’epicentro del secondo Rinascimento cosentino.

Ci fermiamo qui, non ci sembra il caso di continuare. La realtà è sotto gli occhi di tutti, e i fatti sono inconfutabili. Mario proprio non ce la fa a tacere, non ce la fa a vivere senza dire bugie, anche quando l’evidenza della menzogna è chiara a tutti. Solo a lui non deve essere chiara: evidentemente crede in quello che dice. Si è autoconvinto che le cose che dice sono vere. Altrimenti come spiegare questa sua patologica propensione alla bugia? Una cosa però è chiara: Mario Occhiuto è per davvero un caso umano. Andrebbe aiutato… ma a casa sua.