Ponte sullo Stretto, Cateno De Luca: «Il progetto di Salvini è un bluff senza coperture certe»

«Dopo che abbiamo smascherato il progetto del Ponte di Salvini, il governo ha fatto un passo indietro e non prenderà i soldi per finanziare l’opera dal fondo di Sviluppo e Coesione. Ma quello che adesso leggiamo sul testo della manovra in merito al presunto finanziamento del Ponte sullo stretto rasenta il ridicolo». Ad affermarlo in una nota è il leader di Sud chiama Nord Cateno De Luca. «È vero – aggiunge – che sono state indicate le somme di circa 11,6 miliardi di euro per finanziare da qua al 2032 il Ponte, soldi che comunque non basterebbero, ma appare surreale e da dilettanti, il metodo…

«In pratica – continua De Luca – il governo, sotto dettatura di Salvini, indica i fondi a debito, che ad oggi il governo non ha in cassa, tanto che lo stesso governo intima al ministero dei Trasporti ogni anno di spiegare dove intende trovare le risorse per finanziare il ponte: “Nelle more dell’individuazione atte a ridurre l’onore a carico del bilancio dello Stato“. Aggiungendo inoltre che “entro il 30 giugno di ogni anno, il ministero delle Infrastrutture presenta informativa al Cipess sulle iniziative intraprese ai fini del reperimento di fonti di finanziamento diverso da quelle a carico del bilancio nazionale a copertura dei costi di realizzazione dell’opera“».

«Insomma – prosegue Cateno De Luca – lo Stato italiano ha firmato una cambiale in bianco per soddisfare i desideri di Matteo Salvini, senza avere le coperture dedicate e senza sapere se mai le troverà. Inoltre, dovrebbero spiegarci perché nella manovra vengono indicati 11,6 miliardi di euro, mentre in un allegato del Def le somme che sarebbero destinate al progetto sarebbero 14,6 miliardi. A questo si aggiunge che considerando la revisione dei prezzi per le opere pubbliche pluriennali, il Ponte come minimo nel 2032 avrà un costo di almeno 20 miliardi. Questo viene considerato dal governo? Ultima domanda: Giorgetti o Salvini potrebbero indicarci invece da dove verranno prelevati gli oltre 20 miliardi che serviranno a realizzare la fantomatica linea ad alta velocità che dovrebbe collegare Salerno a Reggio Calabria e Messina a Palermo? Ancora una volta – conclude – questo governo prende per i fondelli gli italiani, si tratta dell’ennesima farsa».

Salvini non spiega nel dettaglio – non è mai stato davvero fatto fino a ora – come si intende reperire questi fondi e soprattutto a quanto ammonta la spesa totale, ma nei piani c’è quello di inserire in Finanziaria 1,2 miliardi di euro subito, a cui si andranno ad aggiungere i fondi che il governo stanzierà anno per anno in una lunga dilazione fino ad arrivare a saldare all’incirca 12 degli oltre 14 miliardi di euro previsti per la realizzazione dell’opera, a cui si dovranno aggiungere i finanziamenti necessari per le opere di bonifica e per l’adattamento delle coste, oltre che i costi degli allacciamenti alle reti ferroviaria e autostradale, che però dovrebbero essere coperti da Rfi e Anas.
In realtà, il nodo da sciogliere, che a oggi appare quanto mai ingarbugliato, sta tutto nella chiarezza. Salvini, in collegamento streaming con un convegno sul tema I ponti e le gallerie italiane del Pnrr, organizzato dalla Scuola di ingegneria e architettura, di fronte a una platea di tecnici, ha detto che il ponte «è un’opera ingegneristicamente e architettonicamente unica nel suo genere», che si tratta di «un ponte a campata unica di tre chilometri e 300 metri», ma ancora una volta non è entrato nel dettaglio tecnico del progetto, quello che può davvero dare la proporzione della validità o meno delle previsioni governative.

E non solo non lo ha fatto a Bari, non lo avrebbe fatto neanche a Roma, in parlamento. «Noi ancora il progetto non l’abbiamo visto – dice a MeridioNews Luciano Cantone, deputato del Movimento 5 Stelle – Al di là di quello che era il progetto del 2001 del ponte di Berlusconi e della società rivitalizzata da poco tramite decreto legge, a oggi non abbiamo visto un progetto ufficiale. Questo ci fa temere che si tratti di parole, un po’ come quelle che spendono quando dicono che stanno risolvendo il problema dell’immigrazione».

«Non voglio fare quello che tifa contro – continua il deputato nazionale – Uno da siciliano spera sempre che qualcosa di buono accada. Tante risorse del Pnrr sono state tolte alla Sicilia e rimodulate, ottocento milioni, non vedo grande efficienza nel governare, soprattutto nelle infrastrutture. Non vedo perché in questo caso dovrebbe essere diverso. Oggi dal punto di vista ingegneristico si può realizzare qualsiasi cosa e il governo è nelle condizioni di farlo. Non hanno nessuno ostacolo, sono anche al governo anche nelle due regioni interessate. Quando vedremo il progetto, quando partiranno i progetti finanziati e vedremo cosa c’è scritto nel contratto del subappaltatore di Rfi, allora potremo parlare. La cosa chiara è che oggi non esiste un motivo per cui loro non possano realizzare il ponte sullo Stretto, se non riusciranno sarà solo colpa loro».