‘Ndrangheta a Roma. Coca a volontà e affari politici, i clan calabresi comandano anche ai Castelli: 12 arresti

Associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e spaccio. Questa l’ipotesi di reato della direzione distrettuale antimafia della Procura di Roma per 12 soggetti, cittadini italiani e albanesi. A disporre le misure cautelari i carabinieri del comando provinciale di Roma e di Reggio Calabria, in esecuzione dell’ordinanza emessa dal gip del tribunale di Roma.

L’attività di indagine segue la più ampia operazione Tritone, condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, che lo scorso febbraio portò a 65 arresti. Per alcuni di loro l’ipotesi di far parte a vario titolo di un gruppo locale di ‘Ndrangheta con base stabile tra Anzio e Nettuno, infiltrazioni nelle pubbliche amministrazioni, controllo delle attività economiche e affidamenti degli appalti locali, e gestione parallela di operazioni di narcotraffico internazionale.

In particolare, nell’indagine Tritone, era stato documentato come uno degli ‘ndranghetisti, reo per l’accusa di importare ingenti carichi di droga dal Sud America per attività di spaccio sul territorio, avesse espando le attività dai comuni di Anzio e Nettuno a quelli di Rocca di Papa e Grottaferrata. Qui avrebbe intrecciato i propri affari con il sodalizio composto dai 12 arrestati di oggi. L’inchiesta ha permesso di ricostruire diverse operazioni di vendita di cocaina e documentare le capacità logistiche del sodalizio. Che per importare la droga dall’estero aveva finanche la disponibilità di un aereo privato, di un pilota e di un campo di volo nel comune di Nettuno.