‘Ndrangheta a Cosenza e Rende, eccezioni respinte: il processo “Reset” resta in piedi

Nessuna nullità. Il maxiprocesso “Reset” va avanti senza particolari sussulti. Il collegio giudicante ha respinto le eccezioni sollevate dalla difesa in merito alla possibile nullità del decreto che dispone il giudizio giudicandole «inammissibili» e «infondate».
L’udienza celebrata nell’aula bunker di Lamezia Terme è dunque ripresa seguendo i consueti canoni dell’apertura dell’istruttoria dibattimentale. Il Tribunale ha ammesso le prove testimoniali richieste dalle parti, il controesame, la documentazione prodotta dalla difesa in merito alle decisioni assunte dalla Cassazione e dal Tribunale della libertà di Catanzaro in relazione alle misure cautelari riguardanti gli imputati.
Il collegio si è riservato di decidere su un’altra questione “tecnica” riguardante le posizioni dell’ex sindaco di Rende, Marcello Manna e l’ex assessore ai Lavori pubblici, Pino Munno, sollevata dagli avvocati Nicola Carratelli e Gianluca Garritano. Si tratta, in particolare, di alcune intercettazioni disposte in altri processi e delle quali la pubblica accusa ha chiesto l’acquisizione. I due penalisti hanno sottolineato che i loro assistiti «non erano in quel momento iscritti sul registro degli indagati» e che le captazioni riguardavano «procedimenti non connessi a quello in corso». Sul punto il Tribunale renderà nota la propria decisione la prossima settimana (mercoledì 15).

La Dda di Catanzaro ha chiesto l’audizione di circa 300 persone. Oltre ai pentiti saranno sentiti tutti gli investigatori che sono stati impegnati nelle laboriose indagini. I primi a deporre saranno il dirigente di polizia Fabio Catalano, attuale capo della Squadra mobile di Catanzaro e il colonnello Raffaele Giovinazzo, comandante provinciale dei carabinieri a Crotone.

Il maxiprocesso Reset ricostruisce le illecite attività e gli interessi delle cosche dominanti nell’area compresa tra il capoluogo bruzio e Rende. Cosche “confederate” che si sarebbero equamente divise il controllo mafioso del territorio gestendo il traffico di droga, imponendo il pagamento del “pizzo” a piccoli e grandi imprenditori, gestendo i prestiti privati con tassi usurari.

A Lamezia sono a giudizio gli imputati che hanno scelto il rito ordinario mentre a Catanzaro si sta celebrando, in contemporanea. l’udienza preliminare davanti al Gup per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato. Tra questi figurano il presunto capo delle ‘ndrine Francesco Patitucci e l’ex aspirante pentito Roberto Porcaro. Fonte: Gazzetta del Sud