Due punti in tre partite. Il rendimento del Cosenza, dopo la vittoria contro il Lecco, ha lasciato parecchio a desiderare e ha creato più di un mugugno nella tifoseria e negli addetti ai lavori. C’è chi dice che gli ormai famigerato “consigliori” del presidente Guarascio stiano remando contro l’allenatore Fabio Caserta, “colpevole” di non voler cambiare modulo tattico ma anche di trasmettere poca grinta alla squadra. E le critiche più o meno striscianti al tecnico sono continuate anche nella conferenza stampa di oggi. Il giornalista più sincero, non a caso, gli ha posto subito la fatidica domanda: “Mister, lei è tranquillo? Avverte pressioni esterne?”. Caserta, che ormai ha maturato una certa esperienza, ha risposto senza innervosirsi e neanche infastidirsi, affermando che è tranquillissimo e va avanti per la sua strada. Anche se – come ha ribattuto un altro dei giornalisti presenti – la tifoseria fischia e non è contenta. Perché è chiaro che i tifosi che pagano il biglietto (il cui numero è in caduta libera ad ascoltare i rumors) hanno il diritto di fischiare se lo spettacolo non è gradito.
Quando invece gli fanno notare che il Cosenza spesso e volentieri viene rimontato e qualche volta anche ribaltato, Caserta si affretta a commentare che non si tratta di un problema fisico ma di un problema mentale che sta cercando di risolvere. E quando si trona ad insistere sul cambio di modulo, l’allenatore si dice anche d’accordo sul fatto che bisogna cambiare qualcosa quando si trovano davanti squadre che si chiudono ma fa notare che ci sono centrocampisti offensivi come Florenzi o attaccanti esterni come Marras e Canotto che o non amano troppo fare le due fasi – ovviamente con qualsiasi modulo tattico – oppure non sono nel pieno della condizione fisica. E qui c’è una chiara contraddizione perché se il problema è mentale, allora non ci si può lamentare del ritardo di condizione degli atleti ma tant’è. Bussa ormai alle porte la sfida interna di domani contro la Reggiana e sono in tanti a tenere d’occhio il mister. Fa parte del gioco, per carità. Anche perché i soliti famigerati “consigliori” a quanto pare continuano il “pressing” e sotto sotto avranno anche qualche nome da sussurrare al patron. E l’atteggiamento di alcuni addetti ai lavori è il chiaro segnale che qualcosa si sta muovendo. Staremo a vedere.