Se passate dalla zona dei grattacieli di via degli Stadi, è impossibile che vi sia sfuggito il faccione di un tale, l’ingegnere Michele Leone, che si candida al servizio di Carletto Guccione nella lista “Grande Cosenza”. L’altra sera poi c’è stata grande festa nel “giro” dei grattacieli e sul palco montato per l’occasione, Carletto insieme al giovane Enrico Morcavallo (il capolista) e all’ingegnere Leone appunto hanno arringato gli astanti promettendo mari e monti.
Già, ma chi è l’ingegnere Leone?
Ci siamo occupati e ci occuperemo ancora dello scandalo dell’edilizia sociale, il grande business messo in piedi da compà Pinuzzu Gentile quando era assessore regionale ai Lavori Pubblici. Quella vicenda che è diventata un caso-limite con lo scandaloso annullamento del primo bando per favorire i costruttori vicini al Cinghiale, al fratello e ai vari potentati politici della città e della provincia di Cosenza.
Don Pasquale Lapietra da Rossano in primis, detto “Mollettone”, più volte indagato per usura e malaffare, che dopo essere stato “eliminato” nel primo bando, diventa il trionfatore del secondo grazie a compà Pinuzzu e ad una commissione che più truccata non si può. Con il contributo determinante di un suo progettista, l’ingegnere rossanese Antonio Capristo, che con il fratello del Cinghiale, sale anche al rango di dirigente regionale a tempo. Guadagnando un sacco di soldini e facendo “girare” l’economia per gli amici degli amici.
Don Pasquale vince il bando con la sua cooperativa ma anche con la “Casabella”, il cui presidente William Grimoli, figlio del più famoso costruttore Mario, era fidanzato con la figlia di don Pasquale. A volte gli affari non si legano con gli amori. E così il matrimonio tra i due ragazzi non va in porto e anche l’affare sembra andare in fumo. Tuttavia, la cooperativa Casabella riesce a realizzare il finanziamento proprio su uno dei terreni di Lapietra. E non è finita qui.
Compà Pinuzzu riesce a piazzare 15 milioni alla Simea srl del costruttore Talarico e del suo progettista preferito. Ed è qui che entra in scena l’ingegnere Michele Leone. E’ lui che ha concepito il disegno dei grattacieli, è lui il deus ex machina di questo pezzo di città finanziato a peso d’oro ai palazzinari per i loro voraci interessi.
Michele Leone è un uomo in carriera, dunque, proiettato magari verso la stessa ascesa sociale del suo omologo progettista rossanese Capristo. I soldi del contratto di quartiere di San Vito Alto sono rimasti in zona, a via degli Stadi, e sono serviti a realizzare i grattacieli di Talarico e Leone. In principio nasce come “cinghialata” ma successivamente diventa come una vera e propria porcata.
Leone infatti non ha scelto compà Pinuzzu per questa battaglia elettorale, ma, con il suo permesso, ha virato su Carletto Guccione. Con il quale il fratello del Cinghiale va d’amore e d’accordo, al di là delle apparenze. Tanto, nel loro sporco mondo, o vince il maialetto o vince l’avvocato dei lodi arbitrali milionari, è esattamente la stessa cosa.
Se non è zuppa, è pane bagnato. O se preferite il mercato delle vacche.