Il Gallo cedrone, al secolo Gianluca Gallo, unitamente a Occhiuto il parassita, hanno messo le mani sui Consorzi di Bonifica per fare ricettacolo clientelare per le prossime elezioni (loro vogliono sudditi non cittadini) e siccome non hanno mai lavorato in vita loro sono degni compari di quei nullafacenti dei dipendenti del Consorzio. Già hanno messo a segno il primo obiettivo ovvero trasferire i forestali che erano rimasti in pancia ai Consorzi di Bonifica a Calabria Verde cosi da affondare anche quel carrozzone coi nostri soldi. Adesso si sta creando il dilemma di che fare dei restanti nullafacenti ovvero trasferimento o licenziamento e poi riassunzione?
Una parte del sindacato spinge per il trasferimento, un’altra con la Cgil in testa (la Uil manco la contiamo) è già in accordo da diverso tempo con il cedrone e il parassita per il licenziamento e la riassunzione cosi da scaricare tutto sull’Inps e tenere per le palle i nullafacenti promettendo promozioni e cazzate varie, tutto questo in accordo con Urbi e Coldiretti Calabria (sempre presente quando c’è da gestire clientele).
E ancora, Gallo, Occhiuto e il fido Giovinazzo vorrebbero pagare qualche altro stipendio agli arrampicatori di tetti altrui (i dipendenti consortili per chi non lo sapesse) ma hanno un grosso problema: quello dei pignoramenti che gravano sui conti correnti dei Consorzi. Quindi da buoni marpioni stanno architettando il modo di poter aggirare l’ostacolo e come sempre in maniera furbesca, in quanto se mandano i soldi verrebbero accantonati e inviati legittimamente a fornitori ed Erario.
Negli ultimi giorni, tuttavia, qualcosa è andato storto a questi due repellenti soggetti: gli agricoltori creditori del Consorzio di Bonifica si stanno ribellando ma soprattutto s’è ribellato il commissario designato per il “carrozzone unico” che ieri, tomo tomo cacchio cacchio, s’è dimesso e ha mandato a cagare sia il gallo che il parassita.
Si dovrebbe ricordare al Gallo cedrone e alla sua compagnia di giro che cercare modi per aggirare provvedimenti di un giudice che ha assegnato legittimamente dei denari a chi ha dovuto far causa per anni ad un ente che non ha pagato, oltre ad essere vergognoso dovrebbe essere anche illegittimo. Perché pagare una categoria a danno di altri? Che fine politico c’è dietro? E soprattutto, gli agricoltori si sono ribellati perché i soldi sono loro e il commissario designato finalmente ha capito in che casino si era andato a mettere. Caro Direttore, da qui a fine anno ne vedremo delle belle sui Consorzi di Bonifica.
Lettera firmata