LA HOLDING MADULI E L’ILLEGALITÀ CHE STA BENE A TUTTI.
Impianti abusivi barattati con il lifting d’immagine per autorità e famosi procuratori. Si fa sempre più strada nell’opinione pubblica questa percezione. Ma se sono i fatti a parlare allora non è più una percezione, ma una vera realtà. Un do ut des che nulla scompone e tutto lascia in perfetto equilibrio. È risaputo da tutti, autorità, forze dell’ordine, prefetture, cittadini, eccetera che la holding Maduli & Company continua ad occupare interi territori e rete viarie calabre con pannelli pubblicitari installati abusivamente, senza alcuna autorizzazione o nulla osta rilasciata dagli enti preposti.
Il baratto è nei fatti: io ti faccio la pubblicità e voi in cambio non mi indagate, non mi arrestate, e mi prendete pure da esempio. In più vi suggerisco elementi utili, tramite i miei canali informativi, per spronare la Prefettura ad inviare le commissioni di accesso agli atti. È il caso della relazione di scioglimento del Comune di Capistrano nel Vibonese, dove il prefetto Grieco addirittura richiama, con esultanza dei Maduli boys, alcuni articoli giornalistici de “Il Vibonese”, testata di riferimento del Maduli stesso.
In Calabria succede anche questo e cioè che una società fortemente contagiata dalla criminalità organizzata – di Maduli ne parlano boss e gregari -, con i quali spesso andava a braccetto, possa essere ritenuta addirittura affidabile al punto che un Prefetto citi notizie giornalistiche delle proprie testate per sciogliere un Comune per infiltrazioni mafiose. Per il Prefetto di Vibo la fonte è dotta, di fatti è risaputo da tutti che il Maduli è un grande intenditore di infiltrazioni mafiose, avendola conosciuta dall’interno. Ma si intende solo delle infiltrazioni mafiose altrui, delle sue no…
Le operazioni di polizia giudiziaria nell’hinterland cosentino e vibonese dicono e parlano con chiarezza del boss Maduli, che con raggiri e piroette riesce a stare contemporaneamente nel fango e nel pulito. Con buona pace degli onesti!
Eppure la Prefettura di Vibo non può far finta di non sapere! Si vocifera da tempo che vi sia stato, mesi addietro, proprio in Prefettura, un comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica per discutere del disseminato abusivismo di pannelli pubblicitari su tutto l’asse viario della Provincia di Vibo Valentia. Di questi oltre 250 sono di proprietà della Pubbliemme, oggi Diemmecom, privi di autorizzazione o nulla osta. Una situazione conosciuta da tutti, comprese le forze dell’ordine.
Non si sa se sia vero, ma pare che, oltre a ordinanze di demolizione emesse dalla Provincia di Vibo, ormai cristallizzatesi in pronunce giudiziarie all’ente favorevoli, il Maduli abbia anche un debito di quasi un milione di euro per diritti di concessione mai versati all’ente. Non si conosce ad oggi se la Provincia di Vibo si sia attivata per recuperare queste somme, fatto sta che il buon Maduli sa come muoversi, tutti sanno come si muove, e nessuno muove foglia.
Negli ultimi anni e, soprattutto nell’ultimo periodo, non è mai mancata la “scorta” comunicativa al Procuratore Gratteri da LaC, da “Il Vibonese”, dalle sue testate giornalistiche, che come un’ossessione veniva seguito in ogni dove.
Un atto d’amore per il procuratore Gratteri, che il boss della truffa e dell’abusivismo, e non solo, il Sig. Maduli, ha sentito di tributare a colui che negli ultimi anni ha deciso vita, morte e miracoli di chiunque sia passato davanti a se. Il boss Maduli rientra sicuramente tra i miracolati. Tecnica sopraffina utilizzata con gran mestiere dal Maduli per allontanare l’attenzione su di sé da parte di procuratori della Repubblica, Prefetti e Forze dell’Ordine. Fino ad oggi ci è riuscito, pure alla grande! Ma questo dà merito alla Calabria degli onesti?
Il buon Maduli trionfalisticamente ha cercato di spazzare con un colpo di spugna la questione dell’abusivismo dei suoi pannelli, dopo la vittoria in giudizio contro il Comune di Vibo, la cui ordinanza è stata annullata dal Tar per un grossolano errore del Comune, il quale piuttosto che adottare il provvedimento di demolizione sulla base della normativa urbanistica avrebbe dovuto farlo sulla base della normativa del Codice della Strada.
La sua TV e i suoi canali d’informazione, Pubbliemme, Diemmecom ecc. ecc., ne hanno parlato per giorni e giorni come una vittoria storica quasi che l’abusivismo, non sanato, dei suoi pannelli pubblicitari fosse cosa risolta. Per chi conosce leggi e normative sa bene che il buon Maduli è un gran mistificatore, oltre che un ottimo professionista dell’informazione e, soprattutto, della disinformazione.
Un errore voluto o meno dal Comune di Vibo? Ai posteri l’ardua sentenza!
Secondo i malpensanti la sindaca Maria Limardo, pur qualcosa come corrispettivo avrebbe dovuto darlo al buon Maduli per avergli regalato la campagna elettorale. Pensar male spesso si sbaglia ma in questo caso….
Qui vien da chiedere: il Comune di Vibo, i cui lati oscuri sono coperti non si sa da chi, come mai ha emesso un’ordinanza errata e pur nella soccombenza giudiziaria poi non ha avviato un procedimento ex novo che portasse all’annullamento in autotutela dell’atto viziato e ad una nuova contestazione per violazione del codice della strada?
A differenza del Comune di Vibo l’ordinanza emessa dalla Provincia di Vibo per la rimozione dei pannelli pubblicitari, impugnata dalla ditta Maduli al TAR Calabria, è stata ritenuta legittima ed esecutiva. Però non si sa cosa abbia fatto la Provincia, anche in merito alla riscossione del debito del Maduli per gli oneri concessori evasi, che pare si avvicini al milione di euro.
Il Tar ha altresì disposto che fossero alcuni Comuni della Provincia, tra cui, Spilinga, Briatico, Pizzo, Parghelia, Sant’Onofrio a provvedere alle demolizione degli abusivi pannelli pubblicitari. Nemmeno qui si sa cosa sia stato fatto dai sindaci di questi Comuni, cosa abbiano fatto le autorità preposte, la Prefettura di Vibo, che oltre a dare credito al giornale online “Il Vibonese”, avrebbe dovuto intervenire per far rimuovere gli abusi, oltrechè pericolosi per l’incolumità pubblica.
Un unicum che può succedere solo in una provincia, quale quella vibonese, dove tutto è ‘ndrangheta e chi realmente ne fa parte, stando alle dichiarazioni di pentiti e gregari delle cosche vibonesi, riesce a farla franca con l’assenso delle Istituzioni. Ecco la legalità in salsa vibonese! Verrebbe da dire: dove c’è tornaconto l’illegalità sta bene a tutti!
Lettera firmata