Catanzaro – Le malattie professionali registrano un aumento di casi denunciati tra il 2017 e il 2018, sia a livello nazionale (59.547 casi nel 2018, con un aumento del 2,52% rispetto al 2017) sia in Calabria (2.626 casi nel 2018, con un aumento del 18,7% rispetto al 2017). In Calabria l’aumento è molto più rilevante che nel resto d’Italia ma questo non vale per il settore sanità e assistenza sociale, che con 79 casi denunciati nel 2018 registra una flessione del 9,19, più del doppio rispetto alla flessione del 4,62 del 2017 registrato per la media nazionale di questo settore.
E’ quanto emerge dalla relazione finale del progetto “Prevenire, informare, salvaguardare, conoscere le malattie professionali per imparare a difendersi”, sviluppato in compartecipazione tra il patronato Inca Cgil Calabria e la direzione regionale Inail, i cui dettagli sono stati illustrati nel corso di un seminario che si è svolto in un hotel di Catanzaro. Ai lavori hanno preso parte Angelo Sposato, segretario generale Cgil Calabria, Vincenzo Amaddeo, Direttore regionale vicario Inail Calabria, Giovanni Aristippo, coordinatore regionale patronato Inca Calabria, Fabio Manca, consulente medico patronato Inca nazionale, Sonia Romeo, sovrintendente sanitaria regionale Inail Calabria, Sara Palazzoli, Presidenza patronato Inca nazionale.
Il lavoro, nato con lo scopo di promuovere in ambito sanitario la prevenzione della salute e sicurezza sul lavoro con un focus specifico sulle malattie professionali in Calabria, ha evidenziato una diminuzione delle denunce in ambito sanitario del -6,85% nel periodo 2017-2018. In Calabria, rispetto al resto del Paese, tuttavia si registra un netto aumento nelle denunce di malattie professionali nel comparto industria e servizi (18,53%) e nell’agricoltura (23,57%). Considerando tutti i settori, dal report emerge che a Reggio Calabria si concentra il 35% delle malattie professionali denunciate in Calabria nel 2018. Per quanto riguarda la sanità invece, il quadro è maggiormente differenziato pur confermando Reggio Calabria come provincia con la più alta concentrazione (62%), seguita da Crotone e Cosenza.