ROBERTO OCCHIUTO, IL DECIO CAVALLO DI TOTO’. O MEGLIO IL PROVOLONE DI CALABRIA.
Vuoi vedere che anche a Roma ci hanno sgamato ed è arrivato l’eco delle nostre fantastiche imprese di questi anni? Le imprese memorabili del presidente Occhiuto sicuramente saranno arrivate a Palazzo Chigi. Prima abbiamo avuto le Ferrovie dello Stato che ci hanno rifilato il Palaghiaccio a Milano (impresa della quale si avrà piena cognizione solo col tempo…), poi, quest’anno, la Rai ci ha affibbiato il Capodanno di Amadeus, che non se lo filava più nessuno, manco i presidenti di Regione e sindaci amichetti di Matteo Renzi e Lucio Presta, notoriamente manager “cusendino” del presentatore più famoso del… West.
La fama di spendaccione di Robertino – sussurrata da quel marpione di Presta – è arrivata a Roma. E adesso il governo ci vuole appioppare le spese del Ponte sullo Stretto di Messina. Nello spazio di nemmeno un anno siamo passati da una spesa di nemmeno 8 miliardi a carico interamente dello Stato ad una spesa di quasi 13 miliardi e con un contributo di Calabria e Sicilia di quasi 2 miliardi. E siamo solo all’inizio, figuratevi da qui al 2035 quanti altri acconti ci chiederanno.
Ieri Matteo Salvini ha dichiarato: “… che ci sia una compartecipazione seppur minima di Sicilia e Calabria mi sembra assolutamente ragionevole. La compartecipazione è stata condivisa con i presidenti delle due regioni”. Sulla Calabria non ci potevano essere dubbi, mentre Schifani, dalla Sicilia, ha dato ufficialmente il via alle “tarantelle” o se preferite agli sketch comici, alle gag insomma…
PONTE, LA SICILIA SCONFESSA SALVINI (https://www.iacchite.blog/ponte-sullo-stretto-la-sicilia-a-salvini-noi-mettiamo-13-miliardi-mai-concordato/)
Non avevamo dubbi che Roberto Occhiuto avrebbe dato il via libera senza neanche provare a ribattere a questo furto dei soldi calabresi. Ormai Roberto Occhiuto è una specie di Zio d’America. Tutta questa storia ci ricorda il Totò che tenta di rifilare la Fontana di Trevi ad un italo americano dal nome di Decio Cavallo. Ecco, Roberto Occhiuto è il Decio Cavallo perfetto dei tempi attuali, mentre il ruolo del ragioniere Scamorza, il compare di Totò nella truffa, non può che rivivere nei panni di Renato Schifani, il presidente della regione Sicilia, che infatti ha già iniziato a far sganasciare tutti dalle risate.
Totò e Nino Taranto riescono a truffare il povero Decio Cavallo fregandogli 500 mila lire. Oggi Salvini e Schifani tentano di fregarci una milionata di euro per iniziare un’opera che nessuno sa se mai vedrà la luce. La fregatura è doppia, infatti non si capisce perché ad un’opera che dovrebbe portare solo benefici alla Sicilia, noi calabresi dovremmo partecipare alle spese e in più in maniera paritaria con la Sicilia. Noi consideriamo il Ponte una sciagura, ma prendendo per un attimo per buono il ragionamento del governo, tutti i presunti benefici economici andrebbero a favore della Sicilia in tutti i settori a partire dal turismo e finendo alla commercializzazione dei prodotti agricoli e così via. Proprio la Calabria sarebbe la regione più penalizzata, che diventerebbe sempre più un territorio di transito, di inquinamento e di rapina.
Già il fatto stesso che viene definito il Ponte di Messina suffraga questa tesi. Se poi prendiamo le parole, sempre di ieri, del Cazzaro Matteo Salvini peggio ci sentiamo. Nella foga di giustificare la “mazzetta” che noi calabresi dovremmo pagare gli scappa la verità: “Il Ponte non è un’opera pubblica che unirà solo Calabria e Sicilia, ma tutta l’Italia ne gioverà in termini di lavoro e maggiore crescita economica”. Avete capito? Tutte le regioni d’Italia ne beneficeranno e a pagare siamo sempre noi calabresi. Esce fuori sempre la solita politica colonizzatrice del Nord.
Il Ponte non si fa per tutelare gli interessi della Calabria e della Sicilia, lo si fa per far fare più business alle imprese del nord che verranno a devastare le nostre bellezze paesaggistiche. Business to business. Il grosso della fetta andrà a loro e qualche rimasuglio a qualche prenditore meridionale. A loro i soldoni e a noi la distruzione delle nostre bellezze e del nostro paesaggio che potrebbero essere la nostra fonte di ricchezza. Tipica logica colonialistica che continua a vivere anche oggi. E allora per coerenza Matteo Salvini dovrebbe chiamare tutte le altre regioni a cofinanziare il progetto, ad iniziare dalla sua Lombardia e dal prospero Veneto. E a noi calabresi dovrebbe essere proposto, non tanto di contribuire alle spese, ma un lauto risarcimento danni.
Volete il Ponte di Messina? Pagate alla Calabria un trilione di euro e ad ogni calabrese un versamento sul conto corrente di 10 milioni di euro per almeno 5 generazioni. E sarebbe ancora poco… Bisognerebbe aprire una colossale class action. Ma purtroppo con la classe dirigente che abbiamo tutto ciò resterà un sogno. Purtroppo qui in Calabria hanno trovato il Paese della cuccagna con a capo Roberto Occhiuto da Cusenza, aspirante zio d’America, il Decio Cavallo dei tempi d’oggi. Totò chiude l’affare con Decio Cavallo esclamando: “Affare fatto! Il provolone mi ha dato 500 mila lire e l’affare è concluso”. Ecco, la Meloni e Salvini hanno trovato il provolone dei tempi moderni. Roberto Occhiuto, il provolone di Calabria.